Scritto da: Luca Gelli - Categorie: tutto il resto

Insegnamento e apprendimento, insegnante e allievo

Un pò di filosofia spicciola sull’insegnamento e l’apprendimento. Pensieri in ordine sparso e riflessioni personali sul rapporto tra insegnante e allievo.


Cosa ho capito in 20 anni di insegnamento

Dopo circa 20 anni di lezioni di strumento, teoria e armonia, musica d’insieme ed altro, tenute sia a singoli allievi che a classi e gruppi, ho notato spesso il ripetersi di determinati meccanismi, così come è successo a me stesso. Ho avuto modo di riflettere a lungo sull'insegnamento e sull'apprendimento. Ogni lezione costituisce un piccolo passo in un lungo tragitto, ed è impossibile affrontare molto materiale in una volta sola se vogliamo andare in profondità. Allo stesso tempo il rapporto tra insegnante e allievo risulta produttivo se è presente uno scambio, e non un rapporto a senso unico. Io lo paragono sempre al rapporto tra allenatore e atleta. In questo senso proprio ultimamente ho riflettuto sul mio ruolo di coach, iniziato prima che il fenomeno del coaching diventasse popolare come oggi.


Il valore della routine nell'apprendimento

A volte gli allievi si aspettano che esistano scorciatoie, per diventare dei campioni di chitarra jazz, o di qualsiasi altro genere,  in modo rapido. Ebbene, per quello che sono riuscito a capire io... non ce ne sono. I risultati dipendono interamente dai nostri sforzi nel lungo periodo. Consiglio vivamente di leggere le considerazioni di un grande didatta come Hal Crook, che in pratica consiglia di costruire e poi seguire una routine di studio, poi via via di valutarne l’utilità in base ai progressi effettuati in un certo periodo di tempo (un mese, due, sei, un anno...) ed eventualmente apportare le dovute modifiche. A questo proposito consiglio sempre ai miei allievi di avere sul tavolo un quaderno o un’agenda su cui scrivere cosa viene svolto in ogni sessione ed eventuali appunti personali.

“Il miglior consiglio che posso dare su come utilizzare con profitto il tempo dedicato allo studio è questo: passare molto tempo su poche cose al giorno, o passare poco tempo su varie cose al giorno, o entrambe queste cose, comunque passare tempo sulle stesse cose tutti i giorni…” – Hal Crook.


L'importanza dei fondamentali

Più vado avanti e più vedo l’importanza degli elementi di base, sia nell’insegnamento che nell'apprendimento musicale. Molti musicisti, soprattutto tra i più giovani, sono attratti dalle cose più difficili e complicate e si dedicano a queste senza aver prima interiorizzato le nozioni fondamentali. Un vero studio approfondito degli elementi di base di melodia, armonia e ritmo, e un pò di dedizione all’orecchio e alla lettura, sono a mio avviso le cose veramente importanti da studiare e interiorizzare, soprattutto nelle prime fasi della crescita musicale. Su queste basi poi ognuno può costruire il musicista che vuole essere: virtuoso, arrangiatore, compositore, improvvisatore, chitarrista supervelocissimo…


Riguardo ai metodi didattici, YouTube e altro

La didattica ha veramente fatto passi da gigante, e chi si cimenta oggi con lo studio della musica ha mezzi pressoché infiniti per apprendere. Il livello tecnico si è alzato molto rispetto a 20 anni fa, ma ho avuto modo di notare nei miei allievi una sorte di sindrome da sovraccarico. Troppe informazioni disponibili e poco tempo dedicato ai singoli argomenti sono due fattori che messi in combinazione possono giocare brutti scherzi alla nostra crescita musicale. L’apprendimento ha i suoi tempi, diversi per ognuno di noi. Quindi ok all’utilizzo delle tante possibilità che abbiamo oggi, ma per citare Mick Goodrick, dall’introduzione del libro The Advancing Guitarist: “un libro… attraverso l’esperienza di un essere umano che può capire, lavorare e crescere può essere molto utile. Intendo dire che l’essere umano è ciò che ha valore, non il libro…”.


Cosa studiare?

Per quanto riguarda l'insegnamento e l'apprendimento, alla base di entrambi i processi ci sono gli obiettivi. Tutti coloro che si dedicano allo studio in modo continuativo, sanno quanto sia difficile tenere le idee in ordine. Questo fattore diventa ancora più marcato se lo studente in questione è una persona adulta, con tutte le complicazioni implicate in una normale vita da adulto.
La materia musicale è infinita, e ognuno di noi deve imparare a dare delle priorità, in base al proprio tempo disponibile, gusto musicale, livello tecnico ecc. Se volete potete prendere qualche spunto a riguardo cliccando qui.

Ciao e buono studio!

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Luca Gelli -