I gruppi ritmici irregolari nei tempi composti risultano inizialmente poco intuitivi. Cerchiamo di capire la costruzione e il suono di duine e quartine, quintine e settimine.
Mentre il suono di terzine e sestine nei tempi semplici risulta generalmente abbastanza facile da assimilare, quello delle duine e delle quartine nei tempi composti spesso porta qualche difficoltà in più. Per non parlare poi di quintine e settimine, vero dramma esistenziale nei test di solfeggio! 🙂 In effetti di solito nella lettura le difficoltà maggiori non sono costituite dai nomi delle note, ma dalla loro divisione ritmica. Queste sono le motivazioni che mi hanno spinto a scrivere questa pillola di teoria su duine, quartine e altri gruppi irregolari.
Le suddivisioni che non ci risultano ovvie o chiare perchè già interiorizzate vanno capite dal punto di vista intellettuale e assimilate dal punto di vista della percezione musicale.
Sappiamo che nei tempi composti la divisione della pulsazione in tre parti è la norma. Se vogliamo cambiare questo parametro e passare temporaneamente dalla suddivisione ternaria a quella binaria possiamo utilizzare le duine e le quartine.
Al fine di evidenziare meglio il suono di queste suddivisioni nei tempi composti ho inserito due file audio per ogni esempio. Il primo col tempo scandito solo dal battito battito metronomico. In questo caso la sensazione che avremo sarà semplicemente quella di ascoltare ottavi e sedicesimi in un tempo semplice, causando una reazione del tipo: “… beh … tutto qua?”. La cosa cambia quando oltre alla pulsazione aggiungiamo la suddivisione in tre dei movimenti. In questo modo riusciamo a percepire cosa di intende quando si dice che la duina e la quartina sono gruppi ritmici irregolari nei tempi composti.
Le duine e le quartine nei tempi composti
La duina è un gruppo di due note che prende uno spazio di solito coperto da tre note. Il caso più classico è quello della duina di ottavi che occupa un movimento.
Audio con battito del metronomo
Audio con battito del metronomo e suddivisioni
Se vogliamo inserire quattro note dove solitamente ne abbiamo tre possiamo usare la quartina.
Nel caso della quartina di sedicesimi in un tempo in 12/8, ogni quartina coprirà lo spazio di un movimento.
Audio con battito del metronomo
Audio con battito del metronomo e suddivisioni
Se invece abbiamo una quartina di ottavi il gruppo irregolare durerà l’equivalente di due movimenti. In pratica è il risultato della somma di due duine.
Audio con battito del metronomo
Audio con battito del metronomo e suddivisioni
A questo punto sappiamo che terzine, sestine, duine e quartine sono i mezzi più comuni che possiamo utilizzare per passare temporaneamente da un tempo semplice ad un tempo composto e viceversa. Esistono però anche gruppi ritmici che non sono riconducibili ad una divisione binaria o ternaria. Quindi al di là del tempo in cui vengono scritti questi gruppi ritmici, risulteranno sempre irregolari rispetto alla suddivisione di partenza. Parliamo dei due casi più diffusi: quintine e settimine.
Le quintine e le settimine
Quintine e settimine sono gruppi irregolari con non fanno riferimento ai tempi semplici e composti. Solitamente risultano abbastanza ostici all’inizio, e a seconda dei valori delle note possono suddividere uno o più movimenti. In questo articolo ci occuperemo della suddivisione di una sola pulsazione.
La quintina di sedicesimi è il gruppo ritmico che utilizziamo per suddividere in cinque parti un movimento.
La settimina di sedicesimi ci consente di suddividere un movimento in sette parti.
Un metodo semplice per solfeggiare ritmicamente quintine e settimine
Uno dei metodi più diffusi per assimilare il suono di questi gruppi ritmici è quello di utilizzare delle parole con il numero di sillabe necessario, come per esempio fri-go-ri-fe-ro per le quintine o se-mi-au-to-ma-ti-co per le settimine. Provate ad accendere un metronomo a tempo lento e vedete se riuscite a scomporre la pulsazione nel numero di sillabe necessario, scandendole con regolarità. Da li il passo successivo sarà sostituire le sillabe delle parole con i nomi delle note.
Interiorizzare il suono dei gruppi ritmici irregolari, soprattutto quelli dispari, richiede tempo e pratica. Torno a dire che queste nozioni sono destinate a restare prive di significato se non si cerca di capirne il suono. E il suono lo si assimila con la pratica, che per quanto riguarda questo materiale è costituita dal solfeggio ritmico.
Come sempre… non mi resta che augurarvi buono studio. 🙂
Ciao e alla prossima!