Visualizzazione… a presa rapida. Piccolo vademecum per il chitarrista alle prese con la visualizzazione e lo studio degli arpeggi di settima.
Vi è mai capitato?
Molte volte capita di studiare qualcosa di nuovo sulla nostra sei corde, come ad esempio una scala, un lick, una progressione e perché no, i famigerati arpeggi, senza però riuscire ad ottenere i risultati sperati.
È capitato a tutti di esercitarsi per ore su qualcosa, ma una volta usciti dalla cameretta e andati in sala prove o saliti su un palco, ci sembra di aver dimenticato tutto.
Avete presente quella sensazione frustrante di aver sprecato tempo o magari di non essere all’altezza che ci fa abbandonare lo studio di quel qualcosa di nuovo costringendoci nuovamente nella nostra confort zone?
Molte volte il problema è semplice: manchiamo di una corretta visualizzazione delle note sul manico e sbagliamo a non crearci dei punti di riferimento, impedendoci così di prendere confidenza con un nuovo elemento che vogliamo inserire nel nostro playing.
Nello studio trovare il problema è una vittoria! Perché una volta riconosciuto il problema e dopo averne preso coscienza possiamo pensare ad una soluzione! Quindi forza e coraggio!
Alcuni consigli utili
Quando si parla di arpeggi, questo tipo di difficoltà viene spesso fuori. Molti studenti studiano gli arpeggi imparando a memoria i blocchi su tutto il manico, facendo centinaia di esercizi di tecnica pensando di rafforzare così anche la visualizzazione. Basta però chieder loro di iniziare a suonare da una nota diversa dalla prima o cambiare tonalità che si rivelano tutte le falle di questo approccio.
No, non sto dicendo che sviluppare la tecnica non sia importante! Avere però una tecnica pazzesca senza possedere una buona visualizzazione delle note sul manico è come avere una macchina velocissima ma non conoscere la strada…
Ecco quindi piccoli consigli che vi aiuteranno a migliorare la visualizzazione degli arpeggi di settima e a prenderci confidenza.
La maggior parte delle volte utilizziamo, ad esempio per la costruzione degli accordi col barrè, la quinta e sesta corda come punti di riferimento dove posizioneremo idealmente le nostre note fondamentali. Faremo quindi qualcosa di simile anche con gli arpeggi.
Minimo sforzo, massima resa
Troviamo la nostra tonica sia sulla sesta corda sia sulla quinta, utilizzeremo queste due posizioni della stessa nota come punti di riferimento da cui partire. Da queste costruiremo un arpeggio che si svilupperà verso sinistra ed un arpeggio che si svilupperà verso destra, ottenendo in totale quattro forme che copriranno gran parte del manico. Quindi con soli due punti di riferimento avremo una copertura quasi totale della tastiera. Interessante no?
Questo ci permetterà di visualizzare velocemente le forme in ogni parte del manico e di essere a nostro agio con la trasposizione e l’utilizzo degli arpeggi in tutte le tonalità. Minimo sforzo, massima resa!
Iniziamo dagli arpeggi maggiori
Esempio in Cmaj7 (DO-MI-SOL-SI).
Partiamo dal DO che si trova sul terzo tasto della quinta corda. Costruiamo a partire da esso un arpeggio maggiore settima che si svilupperà alla sua sinistra e uno che si svilupperà alla sua destra.
Ecco qua! Con un solo punto di riferimento otteniamo due diverse forme.
Facciamo adesso la stessa cosa prendendo dal DO che si trova sull’ottavo tasto della sesta corda.
Finito!
Applichiamo il concetto anche alle altre tipologie di arpeggi
Chiaramente possiamo applicare questo metodo rapido di visualizzazione anche agli altri tipi di arpeggi: minore settima, settima di dominante e semidiminuito.
Esempio in Am7 (LA-DO-MI-SOL)
In questo caso applicheremo lo stesso concetto ma chiaramente, utilizzeremo l’arpeggio minore settima.
Esempio in G7 (SOL-SI-RE-FA)
Esempio in Bm7(b5) (SI-RE-FA-LA)
Un’ultima cosa
Per concludere, consiglio di concentrarvi sulla visualizzazione di queste quattro posizioni in una tonalità non perdendo mai d’occhio i nostri punti di riferimento. A questo punto provate a cambiare tonalità, basterà semplicemente trovare la tonica sulla quinta e sulla sesta corda, costruire gli arpeggi e il gioco è fatto! Provate anche a rendere musicali e più creative queste forme cominciando a creare melodie e improvvisare assoli su backing track come queste:
Se volete dare un'occhiata, nel blog c'è un altro articolo che tratta l'argomento arpeggi, ci potete arrivare direttamente cliccando qui. 🙂
Come l’alpinista che ad ogni nuovo passo assicura il moschettone alla parete, quando avanzate con lo studio assicuratevi di avere fissato dei punti di riferimento saldi!
Buon divertimento!