Scritto da: Giulio Peretti - Categorie: accompagnamento

Più groove all'accompagnamento: marchiamo il backbeat!

Un espediente semplice per creare accompagnamenti essenziali ma carichi di groove: suonare cercando di marcare il backbeat fra un accordo e un altro.



Introduzione

Tutto parte da una considerazione: dato i tempi che corrono, saper fare un buon accompagnamento è di gran lunga più importante che cercare di fare l’assolo della vita. Se è vero che il secondo saprà rasserenare per un’attimo il nostro spirito inquieto, il primo riuscirà a catturare l’attenzione di chi ci ascolta in maniera molto più diretta e consistente.
Non dobbiamo dimenticarci che fra le mani abbiamo uno strumento che racchiude un potenziale ritmico enorme, che unito alla conoscenza degli accordi e del funzionamento dei giri armonici, ci offre moltissime possibilità non solo per divertirsi, ma soprattutto per colpire il bersaglio quando si tratta di distribuire buone vibrazioni  agli assetati di groove.
La parola magica in questo caso è backbeat.


Che cosa è il backbeat

Piccola premessa, se non sapete come funziona un 4/4 o volete avere un infarinatura generale per quel che riguarda i tempi, i movimenti e gli accenti, consiglio di andarvi a leggere l’articolo Pillole di teoria: misure, tempi, movimenti, accenti, suddivisioni.

Il backbeat non è nient’altro che un accentuazione dell’off beat. In un semplice 4/4, tale accentuazione cadrà sul secondo e sul quarto movimento.
Per chi volesse una definizione più pratica, considerandoci sempre in un 4/4, generalizzando è il momento in cui il batterista colpisce il rullante. E’ un punto importantissimo per la percezione ritmica di chi ascolta. Ora cercheremo di capire come trasferire questo concetto sul nostro strumento.


In pratica

Partiamo da una cosa molto semplice. Accendiamo il nostro metronomo, impostiamolo su un 4/4 ad una velocità medio-bassa (60/70 pulsazioni vanno bene). Appoggiamo la mano destra (o in generale la mano che pizzica o che tiene il plettro) sulle corde, in zona ponte. Ora concentriamoci sul secondo e quarto beat, perché è qui che dobbiamo effettuare un movimento percussivo con la mano. Di solito la parte che colpisce è il pollice (thumb) ma può anche essere fatto con altri parti della mano. Questo colpo verrà contrassegnato con una X, simbolo che generalmente si riferisce alla ghost note. Il movimento dovrebbe essere leggero e non troppo ampio. Dobbiamo ottenere un suono secco e funzionale. Cerchiamo per quanto possibile di arrivare puntuali assieme ai nostri due beat di riferimento.


Primo step

Suoniamo un accordo sul primo e sul terzo beat del metronomo. Qualsiasi accordo va bene, ancora non dobbiamo costruire un giro armonico. Facciamo attenzione alla durata dell’accordo. Deve durare al massimo un quarto, meglio se lo eseguiamo leggermente staccato in modo tale da creare più spazio sul secondo e quarto movimento, dove andremo a colpire con il nostro thumb, o chi per lui.
La successione in ciascuna misura  sarà: accordo, thumb, accordo, thumb.

Ripeto, ho segnato il colpetto percussivo con una X.
Per questi esercizi (in cui dobbiamo suonare degli accordi le cui note devono essere ben controllate) io consiglio l’utilizzo del pizzicato, o in alternativa della tecnica ibrida plettro dita, nota come hybrid picking.


Secondo step

Bene, ora è il momento di creare una progressione.

Ho scelto una sequenza di quattro accordi, in tonalità RE maggiore. Il principio è lo stesso: accordo, thumb, accordo, thumb, ricordando che la X indica il colpetto percussivo, segnata ogni volta sulla corda del basso dell’accordo appena suonato, ma in generale non è importante dove si esegue. Potete anche farla su altre corde, generalmente su quelle basse si ottiene un suono più  percussivo.


Terzo step

Accorciamo le distanze. Due accordi ogni misura, ma il meccanismo resta lo stesso di prima.


Quarto step

Ora iniziamo a divertirci un po’. Anticipiamo il secondo accordo di ogni misura, ottenendo una sincope che inizia sul levare del secondo movimento. Ricordiamoci che dobbiamo continuare a enfatizzare il backbeat con una percussione sul secondo e sul quarto movimento.


Step finale

Nel prossimo esempio abbiamo due accordi ogni misura (il secondo eseguito sincopato) e un rimbalzo su corde singole in sedicesimi per dare ancora più movimento. Ovviamente continueremo a enfatizzare il backbeat sul battere del  secondo e quarto movimento. Questo è l’esercizio completo che avete visto nel video in apertura all’articolo.


Conclusioni

Alla fine di questo percorso, con pochi ingredienti miscelati in maniera ordinata,  siamo riusciti a creare un piccolo arrangiamento autoportante  su forme accordali  semplici.
Penso che sia un ottimo metodo per migliorare il nostro atteggiamento sul ritmo in maniera musicale. Fondamentale inizialmente lavorare con un metronomo o sopra un groove di batteria.
Se l’argomento vi è piaciuto, date un occhiata anche a questo articolo sui triple stops.

Spero di avervi dato qualche spunto utile 🙂

Alla prossima!

fine
Giulio Peretti -