La scala pentatonica maggiore e minore, grazie alla sua semplice struttura, trova spazio in svariati contesti musicali. Facciamo quindi una precisa analisi della scala e capiamo come e quali diteggiature studiare.
Premessa
Prima di addentrarci nello studio delle diteggiature della scala pentatonica, invito tutti coloro interessati a continuare la lettura a prendersi qualche minuto e leggere l’articolo dedicato agli intervalli. Sarà necessario inoltre avere ben chiaro, almeno solo come concetto teorico, la relazione tra tonalità maggiori e minori quindi tra scala diatonica maggiore e relativa scala minore naturale. Che vi ricordo, essere la stessa scala anche se con tonica diversa.
La scala pentatonica maggiore e minore
Iniziamo proprio col dire che sia la scala pentatonica maggiore che quella minore si costruiscono sulle stesse diteggiature; motivo per cui una volta imparate le posizioni della pentatonica minore, automaticamente conoscerò già anche quelle della maggiore. Viceversa se imparo per prime le diteggiature della pentatonica maggiore conoscerò già anche quelle della minore.
Tutto ciò ovviamente non è sufficiente a comprendere in modo esaustivo l’argomento. Infatti la sostanziale differenza tra le due scale risiede nella relazione tra la nota scelta come tonica e le restanti note che compongono la scala, quindi tra gli intervalli che la caratterizzano. Il rapporto che intercorre tra pentatonica maggiore e relativa pentatonica minore è infatti lo stesso che esiste tra scala diatonica maggiore e relativa scala minore. E cioè che sono la stessa scala anche se iniziano rispettivamente da due note diverse.
Per riportare il tutto sulla pratica, potremmo dire che se la scala maggiore di DO utilizza le stesse note, quindi le stesse diteggiature, della scala minore di LA, allora anche la pentatonica maggiore di DO utilizzerà le stesse note di quella minore di LA. Di conseguenza le restanti note che compongono la scala avranno una funzione diversa, a seconda della tonica di riferimento. Sempre per fare un esempio: se la nota MI, in relazione a DO (tonica della pentatonica maggiore di DO) ha la funzione di 3a maggiore; sempre la nota MI, rispetto alla nota LA (tonica della pentatonica minore di LA) ha una funzione di 5a giusta. Stessa nota ma intervallo diverso.
Ma che cos’ è la scala pentatonica ?
È una scala composta solamente da cinque note, ricavata dalla scala diatonica maggiore. Rispetto a quest’ultima infatti, che utilizza ben sette note o gradi quando ci si riferisce ad una scala, ne toglie due: il IV e il VII grado.
A questo punto i gradi che ci rimangono sono i seguenti :
I (tonica) – II – III – V – VI
Questa è infatti la struttura intervallare della pentatonica maggiore. Ma come spiegato in precedenza basterà prendere come nota di partenza la relativa tonica minore. Ovvero la nota che si trova sul sesto grado, ed ecco che automaticamente starò suonando la pentatonica minore. Come detto in precedenza le restanti note assumeranno un diverso intervallo rispetto appunto alla nuova tonica. Quindi la struttura intervallare della pentatonica minore sarà la seguente:
I (tonica) – IIIm – IV – V – VIIm
Per facilitare la comprensione del concetto appena spiegato facciamo un esempio pratico riportando le note della pentatonica maggiore di SOL.
SOL (I) – LA (II) – SI (III) – RE (V) – MI (VI)
La pentatonica minore invece utilizzerà le stesse note ma partendo dalla nota sul sesto grado, che appunto, diventa la nuova tonica.
MI (I) – SOL (IIIm) – LA (IV) – SI (V) – RE (VIIm)
La scala pentatonica: diteggiature
Adesso vediamo le diteggiature dei cinque box, sui quali, tenendo conto quanto detto fino ad ora, ho riportato le toniche sia della tonalità minore che quelle della relativa maggiore.
Per una più facile comprensione le diteggiature saranno in tonalità di LA minore/Do maggiore. Le note contrassegnate dal cerchio rosso sono le toniche della pentatonica minore mentre quelle contrassegnate dal cerchio blu sono quelle della pentatonica maggiore.
Come studiare?
La prima cosa da fare sarà quella di scegliere una tonalità maggiore o minore che sia. A questo punto suonerò tutti e cinque i box di quella tonalità partendo dalla prima diteggiatura disponibile, che nel caso di DO maggiore/LA minore, se si considerano anche le corde a vuoto sarà il III box maggiore/IV box minore. Una volta suonati tutti e cinque i box, consiglio di ripetere anche il primo box che avete suonato, cioè il primo disponibile, anche all’ottava sopra. Così facendo non rischierete di lasciare per così dire inesplorata anche la parte più alta del manico.
Un altro importantissimo consiglio è quello di suonare la scala sempre partendo dalla tonica più grave e non dalle prime note disponibili della diteggiatura. Quindi suonerò tutto il box prima scendendo fino all’ultima nota più acuta per poi tornare salendo fino alla nota più grave e richiudere infine sempre sulla tonica. Da fare ovviamente per tutti i box. Questo vi aiuterà, almeno inizialmente, ad abituare l’orecchio ad il vero suono della scala rispettando il centro tonale scelto; oltre a migliorarvi nella visualizzazione delle note lungo tutto il manico e di conseguenza a trasportare con più facilità le diteggiature in altre tonalità.
Altre diteggiature e posizioni
È senza dubbio importante inizialmente, sulla chitarra, studiare una nuova scala partendo appunto dalle diteggiature che si sviluppano in verticale. Ma se vogliamo padroneggiare veramente l’argomento non possiamo limitarci solamente a questo approccio. Per questo motivo, reputo indispensabile cercare altri modi di pensare e studiare una scala ed in particolare, metodi ed esercizi che ne prediligono uno sviluppo orizzontale. A fine di questo articolo ho voluto riportare proprio uno di questi esercizi ma consiglio a tutti di non limitarsi solamente a questo bensì di prendere spunto anche da altri studi. Cliccando su questi due link seguenti, troverete degli interessantissimi esercizi applicati alla scala maggiore che si possono tranquillamente trasportare alla nostra scala pentatonica.
Scala maggiore: un esercizio.. al contrario!
La scala maggiore al di la delle posizioni
L’ esercizio che vi propongo io è quello di suonare la scala suonando tre note per corda. In questo caso non dovrò partire dalla tonica bensì dalla prima nota disponibile in sesta corda, che in tonalità di DO maggiore/La minore sarà proprio il MI della sesta corda suonata a vuoto. Al link seguente trovate la diteggiatura completa dell’esercizio, compresa di spartito e tab che potete scaricare.
Pentatonica a 3 note per corda
Conclusioni
Anche se la forza della scala pentatonica sta proprio nella sua semplice struttura, cosa che la rende fin da subito facile da applicare a svariati contesti musicali, avrete già capito che in generale lo studio di una scala rientra sicuramente tra gli argomenti che necessitano di un impegno a lungo termine per essere ben assimilati. Esercitatevi quindi e praticate più diteggiature possibili in più tonalità possibili.
Specifico infine che, trattandosi di esercizi con il fine di sviluppare la visualizzazione della scala lungo tutto il manico, non ho lasciato volutamente, indicazioni specifiche per la plettrata; cosa invece indispensabile quando tratteremo di tecnica. Di conseguenza potete utilizzare liberamente sia la plettrata alternata, lo sweep-picking o tecniche miste.
Buono studio!