Un guida pratica su come fare la trascrizione di un intero solo o brevi frammenti in modo graduale, intuitivo ed accurato.
Perché trascrivere?
Vi starete chiedendo per quale motivo sia utile fare una trascrizione e se trascrivere sia indispensabile. Si tratta di una questione aperta da anni ed anni. Sebbene sia una pratica usata da molti musicisti, tanti altri non sono d’accordo sulla reale utilità di trascrivere per migliorare le proprie capacità nell’improvvisazione.
Lo scetticismo generale, infatti, può derivare da due principali motivi:
1) Trascrivere può non essere una attività affatto semplice e veloce, se viene svolta con i criteri e i mezzi sbagliati.
2) E’ assolutamente corretto dire che la trascrizione non basta da sola per migliorare la propria capacità di improvvisare: bisogna interiorizzare linguaggio, il timing, comprendere come viene intesa l’armonia dal musicista che stiamo trascrivendo. Inoltre ci sono numerosi aspetti che possono e devono entrare a far parte del nostro personale bagaglio conoscitivo e creativo.
Una breve riflessione sul talento
A proposito di questo, cioè riguardo al nostro bagaglio e alla nostra capacità più o meno innata di essere creativi, voglio raccontarvi un breve aneddoto personale che mi è accaduto.
Durante un chiacchierata con un mio insegnante di pianoforte complementare al biennio specialistico di jazz in conservatorio, dissi questa cosa che, onestamente, penso tuttora:
“Sai Maestro, io in realtà non ho proprio nessun talento musicale. Non ne ho mai avuto: le cose mi vengono difficili, complicate, ed è tutto sempre molto, ma molto faticoso. Insomma: per suonare qualcosa discretamente devo sudare tantissimo! Ogni piccola nota sulla chitarra, me la sono proprio guadagnata con i denti”
La risposta dell’insegnante fu davvero semplice, ma molto profonda:
“ Scusami Sergio, ma non è proprio questo il talento?”
Devo dire che restai per qualche secondo in silenzio, felice della considerazione ed anche più rasserenato nei confronti della sempre infinita ricerca di ricongiungerci con noi stessi dentro la musica che suoniamo.
Costruire il proprio talento
Ovviamente bisogna precisare che il talento, quello geniale, è qualcosa di quasi divino e quando lo vediamo nei grandi musicisti – vicini o lontani - ce ne rendiamo conto subito, senza che ci sia bisogno di indagare oltre.
Però è anche importante capire come, per un musicista normodotato come me e come tantissimi altri, l’arte della ricerca, dell’ascolto e dell’affinarsi è proprio vitale e può dare frutti meravigliosi.
Detto questo, la trascrizione è sicuramente tra le attività più importanti per migliorare il proprio grado di consapevolezza musicale in diversi ambiti: improvvisazione, tecnica, armonia, composizione, arrangiamento, didattica, e tanto altro.
Come fare una trascrizione: scegliere bene il materiale
La scelta del materiale è uno dei primi passi per fare una trascrizione adeguata.
Vi consiglio di cercare di capire quali possano essere gli aspetti che vogliamo indagare e migliorare e, da questo punto di partenza, selezionare gli ascolti.
Ad esempio, potremmo voler migliorare il nostro timing su un tempo medium swing; oppure capire come si possa suonare su una progressione bebop molto veloce; voler migliorare la nostra scelta melodica su una improvvisazione modale; sentire dove è conveniente piazzare pause e respiri; avere una scansione più precisa dei sedicesimi su un funk, così come migliorare l'intonazione del bending in un solo rock. Perchè no?
Cerchiamo anche al di fuori della chitarra
Anche se qui ci occupiamo principalmente di questioni melodiche, è molto utile trascrivere armonizzazioni, accompagnamenti di tutti gli strumenti, dal piano, al contrabbasso, fino alla batteria. A tal proposito, ricordo che pur essendo un chitarrista, amo trascrivere spesso sax, tromba e pianoforte più della stessa chitarra. Sentire come la pensa chi suona uno strumento diverso dal nostro può essere molto importante.
Vi sconsiglio di scegliere qualcosa che sia troppo complesso per il vostro livello musicale o per il vostro grado di concentrazione nel periodo in cui state trascrivendo.
Non si tratta di una gara, nessuno vi darà una medaglia ed è anche meglio così.
Dobbiamo trascrivere ciò che è davvero in linea con le nostre capacità o che magari va leggermente oltre, dove appunto possiamo spingerci con cautela per migliorare.
Se lavoriamo bene su concentrazione, orecchio e tecnica, arriveranno anche i giorni in cui ci troveremo a fare trascrizioni che prima reputavamo impossibili.
Fase 1: organizzare la parte
Organizzare la parte è di fondamentale importanza per avere la dovuta precisione in fase di trascrizione. Ci interessa sapere che struttura ha il brano che vogliamo trascrivere. Se si tratta dei chorus di improvvisazione di uno standard jazz, per esempio, dobbiamo organizzare la parte in modo da segnare le sezioni, il numero di chours, l’armonia. Posizioniamo dunque le lettere delle sezioni, la doppia stanghetta per delimitarle e, particolare da non trascurare, le sigle degli accordi. Quest’ultima cosa ci servirà per confrontare le frasi che trascriviamo con l’armonia indicata e capire le scelte dell’esecutore. Può capitare molto spesso all’inizio di un solo che vi sia una frase di pick-up, cioè un frase di lancio del solo prima dell’inizio vero e proprio della struttura.
Il lavoro verrà svolto in più fasi, di conseguenza è bene creare la giusta impalcatura all’inizio.
Fase 2: trascrizione ritmica
Per evitare di rischiare di perdere tempo e compromettere il lavoro in partenza in caso di frasi complesse, iniziamo a trascrivere soltanto il ritmo. Intendo dire il solfeggio ritmico della frasi che stiamo esaminando.
Personalmente uso spesso un programma che si chiama Transcribe!.
Questo programma ci permette di modificare la velocità senza alterare il pitch, mandare in loop frammenti da riascoltare meglio e possiede addirittura un piano roll in caso volessimo trovare ad orecchio la corrispondenza della note che stiamo ascoltando.
Sicuramente ci saranno decine di altre alternative valide in termini di software per la trascrizione.
La grande importanza del solfeggio ritmico
Trascrivere il ritmo ci permette sia di non impelagarci in troppi processi di ear training melodico subito, sia di recepire una grande quantità di informazioni ritmiche utili al nostro fraseggio. Potremmo prendere gli stessi frammenti ritmici e usarli in altri contesti e con altri contenuti armonici. Inoltre devo ammettere che esaminare e conoscere meglio il ritmo di ciò che dobbiamo riprodurre ci fa suonare molto meglio. Succedeva anche quando ero ragazzino e suonavo le mie cover preferite.
Nel corso degli anni molto spesso mi sono reso conto di aver frainteso interi passaggi ritmici che effettivamente rendevano l'esecuzione un po' all'acqua di rose! Lettura e trascrizione limitano tantissimo queste lacune.
Come trascrivere ritmicamente
Dal punto di vista tecnico, durante l’ascolto mi piace usare i segni del solfeggio classico, oppure una sillabazione ritmica ricavata dall’inglese. Quest'ultima pratica mi aiuta a creare una griglia di tutti i valori ritmici basilari all’interno della battuta.
Dunque, come si vede, in questa fase solitamente decido di non usare la chitarra o un pianoforte ma solo la mia percezione ritmica.
Ecco alcuni esempi di sillabazione:
Pronuncio i numeri, che corrispondo ai 4 movimenti della battuta, in inglese! Questo perchè, a differenza dell'italiano, sono monosillabici e perciò corrispondono ad un solo suono. Si intuisce facilmente come per gli ottavi mi basta applicare la sillaba and ed essere così in grado di scandire bene tutti gli ottavi della misura. Ci basterà contare bene fino a quando non riusciamo a trovare le coordinate ritmiche di ogni singola nota che ascoltiamo.
Qui di seguito troviamo gli esempi anche per le terzine di ottavi e i sedicesimi: come vedete il numero resta sempre sul battere di ogni movimento, in modo da creare una comoda griglia ritmica.
Muovendomi a piccoli passi, per brevi spezzoni e frammenti, non appena sono sicuro del solfeggio ritmico della frase, lo riporto sul pentagramma. Posso usare sempre la stessa nota oppure i valori ritmici per le percussioni. Devo dire che preferisco il primo caso, poiché in seguito è più veloce assegnare un’altezza alla nota durante l'editing successivo.
Negli esempi riportati utilizzo un famoso software di scrittura musicale: Sibelius.
Fase 3 : cantare e trascrivere le note
Qui viene la parte che spesso in molti sottovalutano. Per chi non possiede l’orecchio assoluto, che ti permette di riconoscere i suoni all’instante come se fossero dei semplici colori, cantare è il metodo più efficace per comprendere e riprodurre le note che si ascoltano. In questo modo diamo un contributo allo sviluppo del nostro orecchio relativo. Nella maggior parte dei casi mi aiuto con la chitarra in modo da cercare di imitare anche lo stile ed il timbro della frase. Così cerco dunque di capire se è meglio eseguire più plettrate o legati, o se una diteggiatura è meglio di un’altra e via dicendo.
Non serve essere un cantate lirico
Cantare le notine può essere una tecnica che al pensiero non ci entusiasma.
E' chiaro che non tutti possiedono delle grandi doti canore. Io per primo!
Ma non è questo il punto: nel riprodurre il suono che abbiamo appena ascoltato, confrontandolo con la chitarra, ci rendiamo conto di quanto la nostra trascrizione del momento sia effettivamente corretta a meno. Appena siamo sicuri della nota, la andiamo a riportare sulla parte sostanzialmente modificando soltanto l’altezza delle note della nostra trascrizione ritmica precedentemente svolta. Così ne guadagniamo in sicurezza e velocità di lavoro.
Un breve esempio di trascrizione
Qui di seguito mostro un frammento dell'inizio del solo di Paul Desmond, celebre ed elegante sassofonista, sul brano All The Things You Are. Proprio all'inizio del solo vi è un pick-up, cioè una frase di lancio.
Sul blog di Guitar Prof trovate anche questo articolo in cui Luca Gelli tratta questa trascrizione in modo approfondito.
Come vedete nella prossima immagine, ho aggiunto pian piano le note trascritte. Avendo già scritto il ritmo, mi sono concentrato tranquillamente solo su riconoscimento, intonazione, esecuzione.
Come si vede, ho inserito anche l'armatura in chiave adatto alla tonalità di questo brano.
Eccovi il link di riferimento per l'ascolto: Paul Desmond & Gerry Mulligan Quartet - All The Things You Are.
Separare i momenti di trascrizione
I risvolti del processo di trascrizione sono molteplici e ci danno la possibilità di esplorare diversi campi: il ritmo, l’armonia, la creatività, lo stile. Chiaramente ritmo ed armonia prendono il sopravvento.
Questi aspetti vanno controllati bene per evitare errori che possono compromettere la nostra consapevolezza. Per questo motivo, a meno che non vi sia una scadenza imminente, cerchiamo sempre di separare i momenti di trascrizione.
Se un giorno ci accontentiamo di trascrivere tutta parte ritmica in un solo in un lasso di tempo più o meno veloce, lasciamo ad un altro momento la trascrizione melodica.
No stress per le orecchie
La trascrizione melodica, inoltre, è un momento decisamente delicato per il nostro orecchio ed è bene non farlo arrivare ad uno stato di saturazione.
Ci vuole la giusta freschezza ed il giusto relax per il nostro orecchio ed il cervello, di conseguenza se non siamo troppo scaltri a trascrivere in un determinato momento, non preoccupiamoci e facciamo una pausa o passiamo ad altro.
Propio per quanto detto, non vi consiglio di trascrivere per troppe ore.
Un paio di sessioni di 15-20 minuti, intervallate da alcuni break, saranno ottime per potere studiare anche altre cose durante la nostra routine.
Siate creativi e flessibili
Spero che questo articolo vi sia utile per affinare le vostre tecniche di trascrizione. Questo che ho descritto è soltanto uno dei possibili approcci alla trascrizione. Alcuni musicisti, ad esempio, preferiscono ripetere tutta la trascrizione a memoria suonandola sullo strumento e poi, solo dopo, trascriverla su carta o software.
Si tratta di una semplice questione di scelta, l’importante è avere una buona libreria di materiale da consultare quando vogliamo e fare pratica di trascrizione.
Allora buone trascrizioni! Alla prossima!