Gli arpeggi costituiscono una base fondamentale per lo studio della chitarra jazz e per lo sviluppo di un’improvvisazione più consapevole. Vediamo insieme come studiarli ed applicarli ad una progressione armonica tratta da un noto standard jazz.
Considerazioni generali sugli arpeggi nella chitarra jazz, diteggiature e visualizzazione sul manico
Lo studio e la conseguente applicazione ai brani degli arpeggi di settima, rappresenta, a mio avviso, uno step fondamentale e imprescindibile per chiunque voglia approcciarsi alla chitarra jazz. Non solo consente di improvvisare seguendo il giro armonico accordo per accordo, ma aiuta anche nella scelta delle note quando si elabora un fraseggio. Un esempio pratico è quello di improvvisare utilizzando come target note delle frasi solo le note guida: terza e settima dei vari accordi presenti nella progressione armonica; un esercizio proposto da molti insegnanti di jazz. L’utilizzo degli arpeggi di settima in questo caso può rappresentare un ottima soluzione; infatti due note su quattro dell’arpeggio di un determinato accordo sono in realtà note guida.
Inoltre ciò che per molti risulta complesso quando ci si approccia alla chitarra jazz sono i continui cambi di tonalità all’interno del medesimo brano. Anche in questo caso, l’applicazione degli arpeggi di settima e l’improvvisazione accordo per accordo risolve in parte il problema spostando di fatto l’attenzione dai centri tonali, con le relative scale, ai singoli accordi che compongono il giro armonico.
Infine sia l’utilizzo delle note guida che quello delle altre note presenti in un arpeggio di settima, permette di realizzare frasi sempre molto consonanti rispetto al giro armonico. Il motivo è semplice: state di fatto suonando, melodicamente, le note che compongono la quadriade di base.
Esistono numerose diteggiature per gli arpeggi di settima e moltissimi modi di organizzare e visualizzare tali arpeggi sul manico. A tal proposito consiglio caldamente la lettura del seguenti articoli:
- Arpeggi di settima - una routine di esercizi di tecnica
- Arpeggi di settima: un’idea veloce per migliorare la visualizzazione
Premetto che è inutile imbarcarsi nello studio degli arpeggi di settima applicati ad uno standard, se prima non si conosce perfettamente le forme e le diteggiature di tali arpeggi.
Una progressione armonica semplice ma completa sulla quale esercitarsi
Una volta imparate le forme e le diteggiature degli arpeggi di settima, o quanto meno dopo aver scelto quelle a voi più congeniali, è di fondamentale importanza applicarle tramite appositi esercizi ad un brano. Considerato che i quattro tipi di arpeggi di settima principali sono: maj7 - 7 - min7 - m7b5, che sono anche quelli delle quadriadi derivanti dall’armonizzazione della scala maggiore; una delle progressioni armoniche che li contiene tutti è quella di Autumn Leaves. Infatti, se isoliamo le prime otto misure del brano ( sezione [A] ), troviamo il seguente giro armonico in tonalità di Sol minore:
| Cm7 | F7 | Bbmaj7 | Ebmaj7 | Am7b5 | D7 | Gm7 | Gm7 |
Questa progressione contiene praticamente tutti i gradi della scala minore naturale di SOL (relativa minore della scala maggiore di SIb); dunque contiene tutte le tipologie principali di arpeggi di settima sopra citati.
Chiaramente esistono anche altri tipi di arpeggi: arpeggi minMaj7, oppure arpeggi di sesta ad esempio. Ciononostante in un primo momento, sopratutto se non avete mai lavorato su questo tipo di materiale e vi state approcciando per la prima volta alla chitarra jazz, consiglio di dedicarsi soltanto alle suddette tipologie di arpeggio di settima; poiché sono indubbiamente le più comuni.
Prima di passare agli esercizi sugli arpeggi di settima, da applicare alla sezione [A] di Autumn Leaves, vi ricordo che è assolutamente necessario memorizzare il giro armonico in quanto dovrete focalizzare l’attenzione visiva e mentale sugli arpeggi che state eseguendo e sulle note che li compongono. Leggere una serie di sigle mentre si esegue tali esercizi non solo non permette una corretta assimilazione dal punto di vista didattico; ma alza terribilmente la percentuale di errore!
Un consiglio più in generale: imparate sempre a memoria i giri armonici degli standard; riuscirete ad improvvisare più liberamente e ad esercitarvi meglio su qualsiasi materiale didattico applicabile al brano.
Approccio verticale
Lo studio degli arpeggi nella chitarra jazz può essere approcciato in vari modi. In questa prima serie di esercizi si privilegia l’approccio verticale: dovete isolare delle sezioni verticali del manico, che vanno dal primo fino a circa il quindicesimo tasto, ed eseguire gli esercizi per ogni sezione. Finché non avete la padronanza totale di una sezione di manico, vi suggerisco di non passare alla sezione successiva. A mio avviso è sufficiente partire da una velocità di circa 60/70 bpm ed arrivare a 100 bpm. L’andamento ritmico utilizzato per tutti gli esercizi è quello degli ottavi swing.
Arpeggi ascendenti partendo dalla fondamentale
In questo primo esercizio dovete semplicemente suonare tutti gli arpeggi della progressione armonica per moto ascendente, partendo sempre dalla fondamentale; che si può trovare sulla corda di MI basso, su quella di LA e più raramente su quella di RE. Cercate, dove possibile, di coprire l’intera misura con l’utilizzo degli ottavi swing (otto note). Come vedremo, su alcune posizioni di arpeggio sarà possibile suonare l’intera forma dell’arpeggio ad ottavi swing coprendo tutta la misura; su altre invece no.
Arpeggi ascendenti partendo dalla prima nota / discendenti partendo dall’ultima nota
Adesso dovete estendere il più possibile ogni posizione di arpeggio, sia in basso che in alto. Per fare questo partite dalla prima nota di ogni singolo arpeggio, sulla corda di MI basso, e suonate l’arpeggio per moto ascendente. Ripetete per tutta la progressione armonica. Successivamente partite dall’ultima nota di ogni singolo arpeggio, sulla corda di MI alto, e suonate l’arpeggio per moto discendente. Anche in questo caso da eseguire su tutta la progressione armonica.
Arpeggi ascendenti e discendenti incrociati
In questo esercizio incrociamo gli arpeggi suonandone uno per moto ascendente e l’altro per moto discendente. Partite dalla fondamentale del primo arpeggio (Cm7) e suonate l’arpeggio per moto ascendente; dopo di che collegate l’arpeggio col successivo tramite la nota più vicina e suonatelo per moto discendente. Cercate di prestare molta attenzione alle note di collegamento: dovete sempre collegare un arpeggio al successivo tramite la nota più vicina. A volte avrete più di una possibilità: nell'esempio seguente avrei potuto collegare l'arpeggio di F7 con quello di Bbmaj7 anche tramite la nota RE; infatti le note SIb e RE dell'arpeggio di Bbmaj7 sono equidistanti dalla nota DO, ultima nota dell'arpeggio di F7. Cercate inoltre di visualizzare quale sia la nota di collegamento tra un arpeggio e il successivo: fondamentale, terza, quinta o settima.
Arpeggi all’interno di una singola ottava
Questa volta l’obiettivo non è quello di estendere al massimo una posizione di arpeggio; ma quello di suonare l’arpeggio all’interno di una singola ottava. Partendo dalla fondamentale di ogni arpeggio, l’esercizio può essere eseguito in due forme: moto ascendente + discendente, oppure con gruppi di quattro note.
A titolo esemplificativo nel primo caso avrò quanto segue: FOND-3-5-7 8-7-5-3.
Nel secondo avrò invece: FOND-3-5-7 3-5-7-8.
In entrambi i casi, le note in questione, pur rimanendo dentro l’ottava, dovranno essere sempre otto; essendo l’andamento ritmico ad ottavi swing e dovendo coprire un’intera misura.
Dopo aver finito l’esercizio vi renderete conto che, all’interno di ogni posizione di arpeggio, il posizionamento e la visualizzazione delle fondamentali non sarà più un segreto per voi. Ogni pattern proposto inizia e termina sempre con la fondamentale e la fondamentale all’ottava sopra. Al fine di ottenere lo stesso risultato con le altre note dell’arpeggio (terza, quinta e settima) ripetete l’esercizio seguendo questi step.
Partite dalla terza di ogni arpeggio:
Partite dalla quinta di ogni arpeggio:
Infine partite dalla settima di ogni arpeggio:
In alcuni casi è possibile che dobbiate cambiare ottava di partenza, come accade ad esempio nel caso della partenza con la settima per l’arpeggio di F7 (vedi sopra). Questo perché dovete sempre cercare di piazzare otto note per ogni misura e se partite dalle corde più alte, ad esempio dalla corda di Sol, rischiate di non farcela.
Approccio orizzontale
In questa seconda serie di esercizi si privilegia l’approccio orizzontale. Questo significa eseguire i singoli arpeggi corrispondenti agli accordi della progressione armonica spostandosi, arpeggio dopo arpeggio, in orizzontale sul manico fino a raggiungere circa il quindicesimo tasto. Anche in questo caso l’andamento ritmico utilizzato per tutti gli esercizi è quello degli ottavi swing.
Arpeggi ascendenti partendo dalla fondamentale (approccio orizzontale)
Analogamente a quanto accade nello stesso esercizio eseguito con l'approccio verticale; dovete semplicemente partire dalla fondamentale di ogni arpeggio e suonare l’arpeggio per moto ascendente. In questo caso però terminato il primo arpeggio passate al successivo spostandovi in orizzontale; dunque alla sezione di manico successiva. Anche qui non sempre è possibile inserire otto note e coprire cosi l’intera durata della misura.
Arpeggi ascendenti partendo dalla prima nota / discendenti partendo dall’ultima nota (approccio orizzontale)
Estendete il più possibile ogni posizione di arpeggio, sia in basso che in alto. Partite dalla prima nota dell’arpeggio di Cm7, sulla corda di MI basso, e suonate l’arpeggio per moto ascendente. Successivamente procedete in orizzontale e fate la stessa cosa sull’arpeggio di F7, che si troverà nella successiva sezione di manico. Ripetete, sempre procedendo in orizzontale, per tutti gli arpeggi corrispondenti agli accordi della progressione armonica.
Analogamente, fate la stessa cosa partendo dall’ultima nota dell’arpeggio di Cm7, sulla corda di MI alto, e suonate l’arpeggio per moto discendente. Anche stavolta procedete in orizzontale per tutti gli arpeggi corrispondenti agli accordi della progressione armonica.
Arpeggi ascendenti e discendenti incrociati (approccio orizzontale)
Sostanzialmente anche questo esercizio non differisce dallo stesso, eseguito con l’approccio verticale. La differenza è che in questo caso dovete incrociare gli arpeggi procedendo in orizzontale lungo il manico. Partite dalla fondamentale dell’arpeggio di Cm7 e prestate sempre molta attenzione alle note di collegamento tra un arpeggio e l’altro.
Arpeggi all’interno di una singola ottava, organizzati in set di corde
In questi due ultimi esercizi ho deciso di cambiare leggermente approccio: gli arpeggi vengono eseguiti sempre all’interno di un’ottava per moto ascendente + discendente; ma si parte dalla prima nota disponibile di ogni arpeggio sulla corda di MI basso, indipendentemente da quale nota sia. Successivamente ci si sposta in orizzontale lungo il manico e si ripete il pattern per l’arpeggio successivo.
A mio avviso è di fondamentale importanza ripetere l’intero esercizio partendo, per ogni arpeggio, dalla prima nota disponibile sulla corda di LA e dalla prima nota disponibile sulla corda di RE. Si vengono cosi a creare 3 set di corde su cui è applicabile questo sistema.
Infine lo stesso esercizio partendo dall’ultima nota disponibile di ogni arpeggio, sulla corda di MI alto, e suonando l’arpeggio per moto discendente + ascendente. Anche qui, è molto importante ripetere l’intero esercizio partendo, per ogni arpeggio, dall’ultima nota disponibile sulla corda di SI e dall’ultima nota disponibile sulla corda di SOL.
Consigli per lo studio
Vi consiglio di utilizzare delle backing track, oppure un’applicazione tipo iReal Pro o Band in a box; che permettono di isolare piccole sezioni dei brani e metterle in loop. Vi consiglio di eseguire gli esercizi con velocità crescente e nel caso dell’approccio verticale di non tralasciare nessuna sezione di manico.
Per lo studio degli arpeggi nella chitarra jazz la pennata è di fondamentale importanza. Personalmente utilizzo sempre l’economy picking; ma il tutto può essere realizzato anche in alternate picking.
Infine state molto attenti alla pronuncia swing: meglio un’esecuzione più lenta e una migliore pronuncia.
Prima di salutarvi e augurarvi buon lavoro, vi lascio con una piccola perla: alcuni dei miei insegnanti, nel corso degli anni, mi hanno fatto lavorare su questo materiale senza backing track; solo con il clic e cantando le fondamentali degli accordi durante le esecuzioni. Vi posso assicurare che è uno studio estremamente utile per allenare l’orecchio al suono di ogni singola nota contenuta nell’arpeggio.
Non vi scoraggiate, è un lavoro lungo ma i risultati sono assicurati!
Alla prossima e…buon lavoro!