Scritto da: Federico Gaspari - Categorie: tutto il resto

Blood Sugar Sex Magik dei R.H.C.P. compie 30 anni

Considerato dagli estimatori come il migliore album della band californiana, Blood Sugar Sex Magik compie 30 anni.

Red Hot Chili Peppers

1991

Prima di gettarci a capofitto sul capolavoro dei Red Hot Chili Peppers è interessante soffermarsi qualche istante a ripensare all’enorme produzione artistica dei primi anni ’90. Spesso, se pensiamo agli anni d’oro per la produzione, pubblicazione e innovazione in campo musicale ci vengono subito in mente gli anni ’60 e ‘70; sottostimiamo quasi sempre la considerevole mole creativa che ha portato alla pubblicazione di tantissima nuova musica nata durante l’ultimo decennio del secolo scorso.

Il 1991 in particolare è un periodo estremamente florido, nel giro di pochi mesi, infatti, vedono la luce numerosi album che diventeranno negli anni successivi dischi cult per tutti gli appassionati di musica degni di questo nome.

Eccone, ad esempio, alcuni:

Tra questi c’è anche Blood Sugar Sex Magik dei Red Hot Chili Peppers, quinto album della band pubblicato il 24 settembre 1991 con la Warner Bros. Records.

Niente male, vero?


Blood Sugar Sex Magik

Blood Sugar Sex Magik copertina
La copertina di Blood Sugar Sex Magik creata dall’artista Henky Penky, pseudonimo di Henk Schiffmacher

Blood Sugar Sex Magik è sicuramente il disco di maggior successo dei Red Hot Chili Peppers, infatti con 13 milioni di copie vendute in tutto il mondo, lancia definitivamente la band a livello globale in quello che viene definito il mainstream della musica.

Fin dagli esordi nel 1983 i Red Hot Chili Peppers non hanno mai avuto paura di mettersi alla prova, spingendosi sempre al limite musicalmente (e non solo). Sono riusciti a mescolare magistralmente funk, punk, rap e rock in un ibrido che è diventato il loro marchio di fabbrica.
È sicuramente questa voglia di spingersi oltre artisticamente che porterà i quattro di Los Angeles ad un cambio di rotta per la stesura e poi la produzione di Blood Sugar Sex Magik.

Anthony Kiedis, John Frusciante, Flea e Chad Smith ingaggiano quindi per la produzione artistica dell’album niente meno che il Re Mida delle produzioni musicali: Rick Rubin.


The Mansion

Frusciante e Flea
Frusciante e Flea posano davanti alla villa

Per la sessione di registrazione la band si affidò appunto a Rubin che suggerì un ambiente non convenzionale, sicuro del fatto che questo avrebbe incentivato la spinta creativa del gruppo.
Rubin scelse quindi The Mansion, una villa alle porte di Los Angeles nella quale venne appositamente allestito uno studio di registrazione.

Per quasi un mese la band rimase all’interno della villa dedicandosi, senza distrazioni, alla registrazione del disco.
Durante la produzione, venne documentato tutto il processo creativo con delle riprese video, pubblicate una volta completato l’album. Questo documentario prese il nome da una canzone presente nel disco stesso: Funky Monks.

Se volete sbirciare cosa è successo tra quelle quattro mura, ecco qui Funky Monks, il documentario completo della sessione di registrazione di Blood Sugar Sex Magik.


La testimonianza di Funky Monks

Nel documentario si nota chiaramente la complicità e la fiducia che si instaura in quel periodo tra la band e il produttore Rick Rubin, il quale prenderà attivamente parte agli arrangiamenti dei brani andando inevitabilmente a cambiare e a far maturare così il sound dei Red Hot Chili Peppers.

Il disco contiene 17 tracce tutte registrate intenzionalmente in poche take, in modo tale da lasciare che il suono espresso dal disco e dalle singole canzoni rimanesse fresco, di pancia e non pensato o studiato a tavolino.

Ecco la track list finale dell’album:

  1. The Power of Equality – 4:04
  2. If You Have to Ask – 3:36
  3. Breaking the Girl – 4:56
  4. Funky Monks -  5:23
  5. Suck My Kiss 3:37
  6. I Could Have Lied – 4:05
  7. Mellowship Slinky in B Major – 4:00
  8. The Righteous & the Wicked – 4:08
  9. Give it Away – 4:43
  10. Blood Sugar Sex Magik – 4:31
  11. Under the Bridge – 4:24
  12. Naked in the Rain – 4:26
  13. Apache Rose Peacock – 4:42
  14. The Greeting Song – 3:13
  15. My Lonely Man – 4:39
  16. Sir Psycho Sexy – 8:17
  17. They’re Red Hot – 1:12

Si notino nella tracklist i numerosi brani che diventeranno poi singoli o comunque canzoni che riscuoteranno tantissimi apprezzamenti dal pubblico. Giusto per citarne alcuni: Funky Monks, Suck My Kiss, Give It Away, la canzone omonima Blood Sugar Sex Magik e il successo che, a detta della band fu il più inaspettato, Under the Bridge.


La strumentazione di John Frusciante

Grazie al documentario è possibile a distanza di 30 anni scorgere parte della strumentazione usata da Frusciante per la registrazione di questo album iconico.
Per noi tutti Gearheads ecco la lista completa in parte documentata da alcuni frame presi direttamente da Funky Monks.

CHITARRE ELETTRICHE:

  • Fender Stratocaster '58
  • Fender Jaguar ‘65
  • Gibson Les Paul
  • Fender Stratocaster ’57 Fretless
Frusciante stratocaster
Frusciante con la sua strato

CHITARRE ACUSTICHE:

  • Martin & Co D-28
  • Maton 12 corde

ALTRE:

  • Gibson Lapsteel
  • Danelectro Coral Sitar
Frusciante Maton 12 corde
Frusciante con la sia Maton 12 corde

Questa è invece la lista dei pedali usati:

  • DOD FX Stereo Chorus
  • BOSS DS-2 Turbo Distortion
  • EHX Big Muff Pi USA
  • Ibanez WH10 Wah
  • Dunlop Cry Baby
  • MXR DynaComp

Per quanto riguarda gli amplificatori; Frusciante, durante le sessioni di registrazione, ha utilizzato quattro Marshall ed un Fender; in particolare:

Marshall:

  • JCM 800
  • JMP 2204
  • JMP Super Bass
  • Major 200watt

Fender:

  • Fender H.O.T.
Sessione registrazione The Mansion
In questa foto sono ben visibili Marshall usati per la registrazione

Un grande classico: gear VS mani

In un’intervista rilasciata da John Frusciante a Guitar Player, nel periodo appena successivo alla pubblicazione di Blood Sugar Sex Magik, John dichiara:

“For most of the basics, I used two Marshalls: a guitar head for edge and a bass head for punch and low end. I split the signal with a DOD stereo chorus pedal. For some overdubs I used a Fender H.O.T. practice amp, but for a lot of parts, even solos, I just went straight into the board. You can get amazing, funky tones that way. In fact, a lot of my distortion is from overdriving the board.”

Ecco la traduzione in italiano:

“Per la maggior parte delle ritmiche di base ho usato due Marshall: una testata da chitarra per le frequenze alte e una testata da basso per avere più spinta e più frequenze basse. Ho diviso il segnale usando il pedale DOD Stereo Chorus. Per alcune sovraincisioni ho usato un amplificatore da studio Fender H.O.T. ma per un sacco di parti, addirittura per i soli, mi sono collegato direttamente al banco del mixer. Puoi ottenere delle fantastiche sonorità funk in questa maniera. Infatti, tante delle mie distorsioni nel disco vengono proprio dalla distorsione del banco.”

È veramente sorprendente pensare che John Frusciante abbia registrato un album di tale portata collegando la chitarra direttamente al mixer! Sicuramente questo ci fa quindi riflettere sull’importanza che dobbiamo dare alla strumentazione rispetto a quella dovuta al suono delle mani e al tocco.

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Buona lettura, ci vediamo al prossimo articolo!

fine
Federico Gaspari -