Scritto da: Andrea Anichini - Categorie: tutto il resto

Achtung Baby degli U2 compie 30 anni

Achtung Baby degli U2 spegne trenta candeline: guida all'ascolto, storia e genesi dell'album in occasione del trentennale del capolavoro della band irlandese.  


Il 18 novembre del 1991 usciva Achtung Baby, settimo album in studio degli U2. Al pari di The Joshua Tree, Achtung Baby è considerato il capolavoro assoluto della band; nonché una svolta decisiva nella produzione discografica di Bono Vox e soci. L’album segnò un punto di rottura definitivo con gli anni ottanta, sia a livello musicale che di immagine, e avviò la band irlandese ad un sound più graffiante e acido, maggiormente portato alla sperimentazione. Negli anni a venire dischi come Zooropa ma soprattutto Pop del 1997 estremizzeranno ulteriormente questa tendenza a volte non pienamente compresa dai fan.

Achtung Baby Front
La copertina di Achtung Baby

Achtung Baby, trainato da singoli come One, Mysterious Ways, The Fly, Even Better Than The Real Thing e Who's Gonna Ride Your Wild Horses; vendette più di 18 milioni di copie e portò la band in tour per quasi due anni con il celeberrimo ZooTV Tour. La rivista Rolling Stone ha inserito Achtung Baby al 62º posto tra i 500 migliori album di tutti i tempi.


1991, Berlino e gli U2

Il 2021 è un anno di ricorrenze importanti: il 1991 fu infatti un anno incredibile se consideriamo che uscirono album diventati cult come Ten dei Pearl Jam, Black Album dei Metallica, Inuendo dei Queen, Badmotorfinger dei Soundgarden e tanti altri. Su Guitar Prof abbiamo trattato il trentennale di alcuni di loro: vi consigliamo la guida all'ascolto di Nevermind dei Nirvana e Blood Sugar Sex Magik dei Red Hot Chilli Peppers.

Album 1991
Alcune uscite discografiche del 1991

Il 1991 fu quindi un anno importantissimo per l’evoluzione della musica e del rock. Negli USA esplodeva l’underground di Seattle e il grunge faceva parlare di se in tutto il mondo, non solo per i suoi caratteri musicali e sonori, ma anche culturali. C’era voglia di cambiamento e sicuramente il rock, spinto da mtv e dalla diffusione sempre maggiore del CD, divenne un fenomeno così popolare da essere determinante nel condizionare mode e costumi. 

Berlino 1991

Dall’altra parte dell’oceano, in Europa, la caduta del muro aveva scosso le coscienze e non potè non lasciare tracce sul mondo dell’arte. Il rinascimento che Berlino visse in quegli anni va di pari passo con un risorgimento artistico che molti hanno equiparato a quello della New York degli anni 70. In questo contesto, immersi nella vita notturna di una Berlino dei primi anni 90, dobbiamo collocare Achtung Baby e l'evoluzione degli U2. Sensibili alle trasformazioni della società, Bono e soci hanno sempre subíto il fascino della capitale tedesca. Non è un caso quindi che il nome della band irlandese sia ispirato alla famosa linea della metropolitana di Berlino, la U2. 


La genesi di Achtung Baby

Se Rattle and Hum del 1988 e The Joshue Tree del 1987 mettevano nero su bianco l’influenza della musica americana sugli U2, dal folk statunitense al blues (basti pensare a brani come Angel Of Harlem, I Still Haven’t Found What I’m Lookin For e alle collaborazioni con Bod Dylan e B.B. King); Achtung Baby sembra decisamente volgere lo sguardo verso l'Europa. Che qualcosa bolliva in pentola era già palese dalla reinterpretazione del famoso standard Night and Day di Cole Porter da parte degli U2 per la compilation Red Hot + Blue del 1990. 

Non è un caso quindi che la produzione di Achtung Baby venga spostata agli Hansa Studio di Berlino, già fondamentali per la discografia di David Bowie. Sono soprattutto Bono e The Edge a ricercare una nuova direzione alla band; mentre Adam Clayton e Larry Mullem hanno un atteggiamento sicuramente meno sperimentale e più legato a quanto prodotto negli anni 80. 

Bono, ma soprattutto The Edge, vedono nell’atmosfera Berlinese una grande fonte di ispirazione: elettronica, il synh pop, la techno furono tutti stimoli fondamentali per l’evoluzione dello stile della band da questo punto in poi. Decisivo per il nuovo sound degli U2 fu il produttore Brian Eno, capace di effettuare una mediazione tra le diverse anime all’interno della band. 

U2 Hansa Studio
Gli U2 agli Hansa Studio di Berlino

Tracklist e una guida all’ascolto

Achtung Baby Retro
Retro copertina e tracklist di Achtung Baby

Ogni canzone di questo disco ha vita propria ma, tra i dodici brani scritti dalla band, alcuni meritano un'attenzione speciale visto il ruolo che hanno avuto nella genesi di questo importante album.

One love, one blood...

La canzone che maggiormente opera una sintesi tra vecchio e nuovo è sicuramente la strepitosa e celeberrima One. Il brano, nel momento di maggior tensione all’interno della band, parla di separazione e lontananza. Il riferimento a ciò che stava vivendo il popolo tedesco appena riunito è palese; ma il testo di One si riferisce anche a vicende strettamente personali, come la rottura del rapporto di The Edge con la prima moglie, o la condizione in cui versava la band nel 1990. One rappresenta il vero punto di partenza, il collante tra tradizione ed innovazione. Un nuovo corso è iniziato e, nonostante le divergenze, i quattro di Dublino sembrano affermare "siamo una cosa sola, ma non la stessa cosa".

The Fly - Even Better Than a Real Thing - Misteryous Ways - Zoo Station

The Fly, primo singolo del disco, sta invece dall’altra parte ed esplicita al massimo la totale rottura con Joshua Tree e con il sound cristallino che la band aveva avuto nei precedenti dischi. La chitarra ultra-distorta di the Edge, la voce molto effettata e la pulsazione ritmica tribaleggiante di Mullen e Clayton, fecero storcere il naso a diversi fan della prima ora. Nonostante questo the Fly è una vera e propria perla della band e sicuramente estremamente rappresentativa della sua rinascita.

I singoli Mysterious Ways e Even Better Then the Real Thing mantengono i tratti di The Fly, seppur con sfumature diverse. Le incursioni e l’utilizzo degli effetti di The Edge sono sempre più centrali e danno spesso quel tratto distintivo al brano: whammy, overdrive fuzz e ovviamente l’immancabile delay plasmano i riff graffianti di stampo Hendrixiani suonati dal chitarrista, mentre la sezione ritmica di sovente strizza l’occhio alla dance e al funk rock. Bono si mantiene su un registro più basso ma non per questo meno efficace e melodico. Anche in Zoo Station, che apre Achtung Baby, gli U2 strizzano l'occhio all'industrial di Nine Inch Nails costruendo un sound ruvido, sporco, massiccio, con voce filtrata, molto lontano dalle sonorità luminose di opener come Where The Streets Have No Name. Zoo Station inaugura l'album con il suono della metropolitana di Berlino...siamo arrivati ad una nuova stazione!


Il cambio di look e lo Zoo Tv Tour

Anche nell'estetica dell'album l’atmosfera della Berlino del 1990 sembra essere centrale. La città, riunita ma comunque divisa tra la parte edulcorata e la parte più abbietta, vive a pieno tutte le contraddizioni del nostro tempo. I media possono raccontare questo dramma ma allo spettatore, sempre più insensibile di fronte alla tv, basta un click per passare da una soap-opera a crude immagini di guerra. Ecco quindi che brani come Even Better Then a Real Thing e Zoo Station sono la critica degli U2 alla società, ai mass media, alla cultura trash, alla globalizzazione mediatica. E' giusto ricordare che Achtung Baby fu registrato durante eventi di portata mondiale come la prima Guerra del Golfo; eventi che cambiarono radicalmente il rapporto dell'uomo con la televisione.

Il tour di Achtung Baby
Il palco dello Zoo TV Tour

Su queste premesse si basa tutto Achtung Baby ma anche il tour che ne seguirà: il mastodontico Zoo Tv Tour. Il look degli U2, completamente rinnovato, vede il superamento di cappelli e stivali da cowboy con occhiali e pantaloni di latex. In questa logica un dissacrante Bono Vox gioca a fare la “rock star” mediaticamente in vista, portando avanti un'immagine eccessiva molto meno seriosa rispetto al passato. Il tour mondiale arriverà a durare 21 mesi, comprendendo anche i live del successivo album Zooropa. 


David Evans, in arte The Edge

Il sound degli U2 è da sempre legato in modo inequivocabile a quello del suo chitarrista, David Evans, in arte The Edge. The Edge è sicuramente uno dei più importanti chitarristi di sempre e può essere annoverato nella categoria "geni dello strumento". Evans è riuscito a rinnovare completamente la chitarra elettrica con sonorità mai sentite prima non tanto per soli o virtuosismi particolari; quanto per la sua capacità di utilizzare l'effettistica come parte integrante del suo fraseggio ritmico. L’approccio all’accompagnamento e l’utilizzo dei pedali lo rende il motore ritmico della band. Il delay a ottavo puntato è un elemento costitutivo dei sui lick quanto le note suonate, rendendolo di fatto il batterista in seconda dopo Larry Mullen. 

The Edge

The Edge è influenzato sì da chitarristi new wave come Andy Summers e da mostri sacri come Hendrix; ma questa sua ricerca sonora lo avvicina molto a certe logiche compositive tipiche dell'elettronica. Personalmente tra i chitarristi recenti che hanno attuato una simile operazione nel loro modo di suonare; mi sento di annoverare solo Tom Morello dei Rage Against The Machine insieme a The Edge. E' chiaro quindi che l'importanza di Evans e della sua strumentazione in questo album diventa esponenziale e strutturale. Achtung Baby, crocevia per i nuovi U2, passa dai fuzz, i delay e i pedali di The Edge come non mai. Se ci fosse bisogno di un ulteriore prova di ciò, vi consiglio di ascoltare il brano con cui gli U2 chiudono Acthung Baby: la bellissima Love Is Blindness. Buon ascolto.

fine
Andrea Anichini -