Scritto da: Marco Melillo - Categorie: sound and gear / trascrizioni

Delay, ottavi puntati e il riff di Pride degli U2

In questo articolo vedremo cos’è il delay, come si utilizza e come può diventare uno strumento creativo per le nostre composizioni. In particolare andremo a studiare e a commentare il riff di Pride (In The Name Of Love) degli U2.

L'utilizzo del delay sul brano in questione verrà mostrato ed eseguito nel video che trovate in fondo all’articolo; così come le indicazioni per suonare il riff e ottenere il suono che ci serve. Quando parliamo di delay è d’obbligo citare The Edge e qualcuno dei suoi riff. A ragion veduta direi, dato che parte dello stile degli U2 è proprio frutto di un utilizzo particolare di questo effetto, divenuto oggi un modus operandi di tanti chitarristi pop/rock.


Cos'è il delay

Il delay è uno degli effetti più utilizzati in assoluto in ambito musicale, sia in situazioni live che nelle produzioni moderne. Che sia in formato pedale, rack o VST, che sia quindi analogico, a nastro o completamente digitale, produce lo stesso effetto sonoro: ci ripropone una copia (o più) del segnale che percepiamo come un’eco. Ricordo che eco e delay non sono proprio lo stesso fenomeno acustico, ho utilizzato il termine per comprendere più facilmente il fenomeno.

Tape Echo EF-X2
Delay a nastro
Delay digitale Electro-Harmonix Memory Man
Delay digitale a pedale
VST Delay Waves
VST Delay

Se vi state chiedendo a quale categoria di effetti faccia parte lo potete tranquillamente annoverare tra gli effetti di ritardo.

Infatti quando noi facciamo passare il segnale della nostra chitarra in un pedale delay succede che questo viene, sia fatto passare senza modifiche dall’input all’output del pedale, sia che viene duplicato una o più volte, poi ritardato e aggiunto al segnale originario. Il suono che ne esce è la somma del segnale originale, detto dry, e del segnale ritardato, detto wet. Il numero delle ripetizioni, il loro volume e la loro distanza, quindi il tempo di ritardo, li decidiamo con i controlli a disposizione sull’interfaccia.

Ci tengo a precisare che molta della musica che siamo abituati ad ascoltare oggi è intrisa di delay, anche se non è sempre evidente ad un ascoltatore. Vi sarà sicuramente capitato di ascoltare il vostro guitar hero preferito e di accorgervi, magari proprio sul solo, che il suono ha una sorta di “coda”, ci sono delle ripetizioni oltre le note suonate.

Vediamoci quindi come funziona e come possiamo modellare il nostro suono col delay.


I controlli del delay

Analog Delay Tc Electronic Echobrain

I controlli di base di un delay li potete vedere nell’immagine del pedale sopra.

Con il parametro mix andiamo a decidere la quantità di segnale ritardato, con il parametro repeats - chiamato alle volte feedback - aumentiamo o diminuiamo il numero di ripetizioni, con il parametro time cambiamo il tempo, in millisecondi, della ripetizione, quindi la distanza tra le ripetizioni stesse.

In alcuni pedali e plugin esiste la possibilità di avere il delay a tempo, cioè allo stesso Bpm della traccia sulla quale stiamo suonando. Questa caratteristica è oggi molto importante, soprattutto in fase di produzione, per avere un maggior controllo dell’effetto e, perché no, creare degli effetti particolarmente creativi, come quello che andremo a vedere tra poco con l’esempio suonato. Nel caso di un plugin sarà sufficiente impostare il Bpm del brano al suo interno; nel caso di un pedale sarà presente uno switch Tap Tempo con cui, premendolo al tempo del brano, facciamo calcolare al pedale stesso il Bpm. Una volta impostato il Bpm possiamo decidere la figura musicale delle ripetizioni: possiamo per esempio avere ripetizioni in minime (½), crome (⅛), semiminime (¼), in terzine di crome (⅛ T), in ottavi puntati (⅛ . oppure ⅛ D)... insomma possiamo decidere tutte le figure musicali che vogliamo.

Questo ci permette di far cadere il delay in una posizione temporale esatta, diversamente dal parametro time impostato manualmente presente sugli effetti più semplici.

In questo articolo spiegheremo approfonditamente la divisione ad ottavi puntati, che risulta essere una scelta vincente per creare effetti creativi e per dare un sound unico, per esempio, ad un arpeggiato di chitarra.


Cos'è un ottavo puntato

Per comprendere l’effetto che andremo a creare sotto col brano Pride (In The Name Of Love) degli U2 dobbiamo sapere che cosa è un ottavo puntato.

In pratica facciamo riferimento alla divisione musicale della croma col punto di valore. Come sappiamo il punto di valore aggiunge la metà del valore della nota su cui è posto. Quindi, in questo caso, otteniamo un valore di una croma più una semicroma, cioè di un ottavo più un sedicesimo. Applicato alle ripetizioni del delay questo crea un effetto unico e inconfondibile, in particolare su di una parte suonata in maniera regolare e costante. 

Vi lascio un'immagine per una migliore comprensione.

Ottavo Puntato

Il riff di Pride (In The Name Of Love) degli U2

Vi sarete chiesti sicuramente come una semplice chitarra potesse produrre il suono che sentiamo nei primi secondi del riff di Pride (In The Name Of Love). The Edge non ha fatto altro che utilizzare un pedale delay ma non come un semplice abbellimento, ma come strumento creativo per la composizione: spegnendo il delay infatti il riff diventa quasi irriconoscibile e poco efficace.

Quello che dovete fare voi per ottenere questo effetto ve lo riporto in dei punti da seguire con ordine:

  • Impostare il tempo dell’effetto con quello del brano, quindi al Bpm della canzone, utilizzando un tap tempo
  • Scegliere la divisione ad ottavi puntati (1/8. , 1/8D , 3/16)
  • Agire sul parametro mix fin quando il volume delle ripetizioni non sia di poco inferiore al volume del segnale dry
  • Agire sul parametro feedback per avere un numero di ripetizioni sufficienti stando attenti che queste non vadano a coprire la parte successiva

A questo punto potete suonare la parte della tab facendo attenzione a:

  • suonare tutto esattamente sul tempo; qualsiasi variazione verrà amplificata dal delay stesso, come potete immaginare
  • stoppare le corde che non devono essere suonate al fine di ottenere una pennata decisa e con un attacco pronunciato.
  • utilizzare la diteggiatura che vi mostro nel video per mettere in pratica quello che vi ho detto sopra nel modo corretto

Vi consiglio di utilizzare un plettro heavy o medium facendo particolare attenzione alla dinamica così da decidere il volume di ogni pennata per ottenere il suono desiderato; non suonate tutte le note con la stessa forza ma variate in base agli accenti che, ascoltando bene, potete individuare dalla registrazione.

Per la parte didattica di spiegazione del brano vi rimando direttamente al video dove vi mostro lentamente come eseguire il riff.

Riff di Pride (In The Name Of Love) degli U2

Conclusioni

A questo punto avrete sicuramente capito che il delay può essere una vera e propria colonna portante di un brano. E’ un effetto molto malleabile e dagli utilizzi più disparati, talvolta usato come abbellimento, talvolta come elemento sonoro essenziale, come in questo caso. Vi consiglio di provare altre soluzioni di vostra creazione per capirne il potenziale e, perchè no, inventare un utilizzo personale e innovativo.

Se siete interessati ad un altro articolo riguardante gli U2 e The Edge cliccate qui.

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Marco Melillo -