Una guida all'ascolto dedicata al delta blues e ai suoi padri, in dieci dischi, tra studio album e raccolte fondamentali.
Introduzione
Il blues è da sempre considerato il predecessore del rock: in tutti i suoi sviluppi storici, accezioni stilistiche e contaminazioni artistiche, il rock odierno gli deve molto.
Nei precedenti articoli, dedicati a dischi e band storiche, ho menzionato spesso il blues, come inevitabile prefazione di apertura a capitoli musicali epocali.
Questo perchè i personaggi che ne hanno fatto la storia sono considerati veri e propri eroi, ambasciatori di un retaggio culturale antico e prezioso.
Alcuni dei più noti volti della scena musicale, diventati a loro volta punti di riferimento per le generazioni a venire, hanno idolatrato i bluesmen afroamericani ed in particolare i musicisti di delta blues.
Sono essi stessi gli artefici dell'evoluzione del blues nelle sue numerose forme, sottogenerie trasformazioni connesse allo sviluppo tecnologico in campo musicale: blues elettrico e derivati.
Proprio in questo articolo, potete trovare 10 dischi di rock blues caratterizzati da una fortissima influenza da quanto stiamo per trattare.
Oggi infatti ci occupiamo delle origini e della genesi del blues e rock moderni; trattando la matrice rurale da cui tutto è partito e gli artefici di tale fenomeno.
Proponiamo una guida all'ascolto dedicata al delta blues e ai suoi padri in dieci dischi, tra studio album e raccolte fondamentali, che meritano di essere scoperti.
Il contesto storico
Impossibile separare la musica blues, dal contesto storico e sociale all'interno del quale si è sviluppata: una memoria storica tramandata oralmente dai primi schiavi approdati in America dalle coste dell'Africa Occidentale, sino ai campi del delta del Mississippi.
Da qui la denominazione delta blues, le cui fondamenta nascono da canti collettivi di lavoro, adottati dagli schiavi per alleviare le sofferenze quotidiane e risollevare lo spirito.
Non solo Mississippi però in quanto, sbarcati nei porti di Rhode Island e Virginia, i braccianti venivano venduti ai proprietari terrieri degli stati del sud, quelli cioè a più alta concentrazione di piantagioni e campi coltivati.
Raggiunto il principale centro di smistamento dell'epoca, New Orleans, gli schiavi venivano poi mandati in Texas, Tennessee e altre zone confinanti con il delta.
La colonna sonora di questa profonda sofferenza è appunto il blues; un uomo e la sua chitarra a narrare accadimenti troppo strazianti per non essere sviscerati.
Quello che segue è un'ascolto consigliato di coloro che, raccogliendo l'eredità di Charlie Patton, hanno portato il delta blues ad essere un pilastro della musica americana e non solo.
Big Bill Broonzy - Big Bill Blues (Usa 1955)
Big Bill Broonzy è considerato il vero anello di congiunzione tra il blues rurale e quello urbano:
colui che portò il sound del suo Mississippi, dove naque nel 1893, fino a Chicago nel 1920 dove si trasferì per cercare fortuna.
Ebbe così inizio la grande transumanza musicale dei delta singers verso l'Illinois.
L'abbandono delle campagne in favore dei centri urbani sarà il principio dell'urbanizzazione della musica blues.
Broonzy ne è uno dei primi artefici: suonando il country blues nei locali di Chicago si accorge ben presto di dover proporre qualcosa di nuovo.
Lo stesso percorso intraprenderanno altri noti colleghi come Muddy Waters e Chester Burnett (Howling Wolf).
Approdato alla musica come violinista, Bill sostituisce il suo strumento con la chitarra, studiando molto e riuscendo rapidamente ad impratichirsi con essa.
Il risultato è eccellente: Big Bill Broonzy si scopre compositore raffinato, inventore di un playing unico e personale che conquisterà, a seguire, più di un nome noto.
Il successo però tarda ad arrivare e Broonzy è costretto ad arrotondare con ogni tipo di lavoro, succube di un razzismo che pensava aver lasciato in Mississippi.
Agli appassionati Broonzy lascia brani unici, contenuti in questo disco che racchiude alcune registrazioni iniziate nel 1927 e continuate a fatica nel corso degli anni.
Blind Willie Johnson - Dark Was The Night, Cold Was The Ground (Usa 1927)
B. W. Johnson è uno dei principali interpreti dello stile Bottleneck nella musica afroamericana di inizio 900.
Nasce in Texas presumibilmente nel 1897, non si hanno certezze sulla data esatta e rimane orfano di madre a cinque anni.
Non cieco dalla nascita, lo diviene a sette anni per mano della matrigna, che lo sfigura con l'acido per punire le ripetute violenze del padre da lei subite.
Per lenire le sofferenze della sua vita si abbandona totalmente alla fede cristiana, abbracciando la musica gospel come primo linguaggio, fondendolo magistralmente con il blues.
Questo insieme di devozione religiosa, malinconia tipicamente "blue" e abilità nella chitarra slide su accordatura open D; sono le caratteristiche di questo disco fondamentale.
Bukka White - Parchman Farm (Usa 1940/ 1970)
Booker T. Washington nasce nella remota cittadina di Houston, al confine tra Mississippi e Albama, nel 1906 ed incarna appieno l'immaginario del bluesman.
Un'infanzia passata tra i campi di Clarksdale, lavorando e apprendendo il linguaggio del delta blues dai musicisti del territorio, gli vale l’affinamento di una sua tecnica particolare.
Una vita di strada e guai con la giustizia, gli valgono un'incarcerazione nel 1937 nella prigione di Parchman; esperienza che racconterà nel celebre blues omonimo, contenuto in questo album.
Allo scadere della pena detentiva incontra Alan Lomax, storico e musicologo, figura fondamentale per la divulgazione della musica folk americana nel mondo.
A lui devono la propria notorietà altri grandi nomi come Muddy Waters; il lavoro di Lomax è considerato essenziale per la storia del blues.
Nonostante il suo stile unico e la sua voce graffiante a tratti gutturale che ne caratterizza le esecuzioni, Bukka White non raggiungerà mai la notorietà.
La sua attività coincideva purtroppo con il periodo di declino del delta style, in favore dei primi tentativi di urbanizzazione del blues.
Solo il revival inglese, alcuni anni dopo, gli ha reso giustizia, ma la carriera di White non decollò mai.
J. B. Lenoir - Alabama Blues (Usa 1965)
Se l'epoca di realizzazione di questo disco potrebbe far pensare di essere usciti dal contesto delta blues, la storia e lo stile dell'autore ci dimostrano il contrario.
J.B. Lenoir è infatti un figlio del Mississippi a tutti gli effetti, nato a Lawrence County nel 1929, dove muove i primi passi nella musica.
La tardiva scoperta e la carenza di documentazione audio e video sono da attribuire alla sua vita di sessionman e gregario nelle grandi formazioni blues.
Dapprima in Mississippi con Sonny Boy Williamson; successivamente nei club di Chicago, dove si trasferisce a fine anni quaranta, al fianco di Big Bill Broonzy e Muddy Waters.
Negli anni sessanta vive il suo momento di gloria, quando ottiene l'apprezzamento dei musicisti artefici del British Blues revival, che lo omaggiano in varie circostanze e lo considerano un eroe.
Nei suoi dischi, e in questo che citiamo in particolare, si apprezza lo stile originale del delta; anche se indubbiamente elaborato e rivisitato.
Eccelso chitarrista, molto percussivo, che rispetta il concetto di one man band; una voce struggente che racconta il suo tempo, spesso con vena progressista.
Vietnam blues, con il suo testo di forte contestazione alla guerra, ne è un chiaro esempio.
Facendo riferimento ai tanti grandi musicisti che lo considerano un eroe, citiamo la magistrale reinterpretazione di Talk To Your Daughter di Robben Ford.
Nonostante l'esplosione della scena blues europea riesca a risollevare le sorti di molti singers statunitensi, J.B. finisce i suoi giorni in condizioni di estrema povertà.
Muore il 29 Aprile 1967 in seguito ad un incidente d'auto, per le lesioni riportate e non adeguatamente curate all'ospedale di Champaign County, Illinois.
John Lee Hooker - Plays And Sings The Blues (Usa 1961)
John Lee Hooker è un altro figlio della fucina di bluesmen che è l'area di Clarksdale, Mississippi.
La data di nascita non è certa e in questo gli storici musicali si dividono; si pensa che sia tra il 1912 e il 1917.
Questo contribuisce ad alimentare il mito di Hooker, che inizia fin da adolescente un viaggio di città in città, di stato in stato, alla ricerca della sua strada.
Dopo una breve permanenza a Memphis, Hooker approda, poco più che ventenne, a Detroit nel 1943.
Il suo stile cadenzato e struggente lo fa conoscere presto sulla scena musicale cittadina, scena che lui contribuisce a modellare creando un'alternativa al forte palco di Chicago.
Il suo stile nel tempo si affina e si modernizza, avvalendosi di un ensemble sempre più ricco e di sonorità sempre più potenti.
Di fatto, avviene un graduale avvicendamento alla costruzione del rock and roll, cosa che accade anche ai suoi illustri colleghi in Illinois.
La presenza del delta però rimane radicata nel suo playing, nel suo sound e nelle sue storie, che racconta con l'enfasi di un menestrello moderno.
Inventando il boogie blues, getta le basi per l'insediamento del rock and roll a Detroit; cosa che lo spodesterà dal mainstream, rendendo il blues urbano datato.
Come molti grandi giganti del blues, verrà risollevato dall'avvento del revival inglese; noi però vogliamo sottolineare la sua prima produzione, quella viscerale radicata nel delta blues.
Questa raccolta, pubblicata a inizio anni sessanta, racchiude alcune delle sue registrazione avvenute tra il 50 e il 52, mostrando uno scenario autentico e ancestrale.
Lightning Hopkins - Texas Blues Man (Usa 1968)
Un altro texano fa capolino nella nostra lista, a ulteriore dimostrazione che il fenomeno del delta blues influenza tutta l'area rurale degli Stati Uniti meridionali.
Ad accomunare le scene di Texas , Tennessee e tutta l'area del Mississippi ci sono, oltre alle caratteristiche agricole, le condizioni di profonda sofferenza degli Afroamericani.
Sam Hopkins nasce a Centerville nel 1912 e, come spesso accaduto, inizia a suonare per trarre sollievo ed evasione dalla sua vita di bracciante nei campi.
Trasferitosi a Huston, inizia a creare il suo repertorio, fatto di blues e work songs, che incide negli anni 40.
Il materiale diventa l'embrione dei suoi lavori futuri, tra cui questo disco, pubblicato negli anni 60, come conseguenza del revival che da nuova linfa al blues americano.
Una buona tecnica sulla chitarra e la sua voce profonda sono le caratteristiche principali del sound di Hopkins, che arricchisce la scena texana del blues.
Se nel Mississippi i grandi bluesmen hanno ormai decodificato quello che è il classico stile del delta blues; la scuola texana cerca invece una propria identità.
La tratta degli schiavi inizia ad interessare il Texas in un secondo momento, quando è ormai prassi conclamata negli Stati limitrofi.
Questa sorta di isolamento fa sì che in Texas i dettami del blues rurale seguano una linea esclusiva che ne fa un sottogenere del delta blues.
Attivo artefice di questa scuola è appunto Sam Lightning Hopkins
Muddy Waters - Folk Singer (Usa 1964)
McKinley Morganfield, conosciuto con lo pseudonomo di Muddy Waters, nasce nei pressi di Clarksdale nel 1913.
E' certamente uno dei più conosciuti ed influenti bluesmen della storia, legato soprattutto al suo lavoro nella scena elettrica di Chicago.
Arrivato in città nel 1943, muove i primi passi nei locali del posto, aiutato nell'integrazione dal collega Big Bill Broonzy.
La Chess Records lo scopre e lo rende grande, mettendo a segno uno dei tanti successi commerciali che la consacrerà come mecca della black music dell'epoca.
La carriera di Waters prosegue tra picchi e cadute, ma non cessa di essere fonte di ispirazione per i musicisti bianchi che iniziano ad avvicinarsi al blues.
Non si contano i grandi musicisti che ne subiscono il fascino e ne percorrono la via, consacrandolo uno dei più celebrati musicisti del British revival.
Parlando di delta blues, tuttavia, decidiamo di tralasciare l'aspetto elettrico che lo ha rivelato al mondo, per occuparci dei suoi sofferti esordi.
Il disco proposto ripercorre appunto le radici rurali di Muddy, proposte in verità, già in chiave più moderna; con l'aiuto di batteria e musicisti valenti.
L'atmosfera, la voce e il pathos sono comunque gli stessi che stregarono Alan Lomax quando realizzò, sulla veranda di casa Morganfield, le prime registrazioni.
Il personaggio di Muddy Waters incarna l'essenza del delta blues non solo nella musica: la sua vita, in bilico tra fama e discriminazione razziale lo attesta.
Il disco proposto testimonia che Waters non lascia mai veramente il Mississippi; mantenendo il suo stile in questa pubblicazione Chess, avvenuta prima del passaggio in elettrico.
Le successive pubblicazioni segneranno il sound del blues made in Chicago, in un embrione moderno che strizza l'occhio al primo rock and roll.
Robert Johnson - King Of The Delta Blues Singers (Usa 1936)
Considerato il padre del blues, Robert Johnson è sicuramente il personaggio più misterioso della nostra lista.
La sua breve saga è avvolta da un fitto alone di mistero, superstizione e voodoo, cose che hanno contribuito ad alimentarne la legenda.
Nato nel cuore del Mississippi, a Hazlehurst, lascia nei suoi travagliati 27 anni di vita, ben poche tracce del suo passaggio: due foto conosciute, il certificato di matrimonio, quello di morte e 29 brani registrati tra il 1936 e 1937, a testimoniare la sua esistenza.
Tra essi ci sono veri e propri classici del delta blues, nel corso degli anni riproposti da innumerevoli artisti di successo, come tributo a questo personaggio enigmatico.
La chitarra, la voce struggente, le storie raccontate, dipingono il ritratto del delta di quegli anni e sottolineano la grama esistenza del protagonista.
Lo stile chitarristico unico di Robert Johnson ha stregato, negli anni a venire, alcuni tra i migliori chitarristi di tutti i tempi.
La leggenda vuole che Robert abbia acquisito una dimestichezza straordinaria sullo strumento dopo appena un anno.
Questo ha alimentato la superstizione che egli avesse venduto l'anima al diavolo; il che spiegherebbe anche la tragica caduca vita da lui condotta.
Skip James - Jesus Is A Mighty Good Leader (Usa 1931)
Nehemiah James, detto “Skip” per la sua indole di viandante, nasce nel Delta a Bentonia nel 1902.
Al tempo del proibizionismo Skip è un distributore di distillati illegali lungo tutto il Mississippi.
Sono alcuni suoi amici che, sapendo del suo talento per la musica, lo iscrivono ad un'audizione a Jackson.
Skip si aggiudica un contratto con la Paramount per registrare i suoi brani in Wisconsin: composizioni originali per chitarra e piano.
Dallo studio di Grafton nel 1931, esce dunque quello che promette di essere il disco blues di punta della Paramount di quell'anno.
Il fingerstyle raffinato di Skip sulla chitarra, l'abilità al piano e la sua voce non convenzionale per i bluesmen dell'epoca, ne accrescono l'apprezzamento.
Le tematiche rimangono invece strettamente connesse alla strada, alla vita dura e a fine carriera, alla religione, che lo coinvolse completamente; aspetto questo che ha forti analogie con il suo contemporaneo Blind Willie Johnson.
A causa di un subdolo cavillo contrattuale della casa di produzione, Skip James non guadagnerà un dollaro dal suo Album, né ascolterà mai le sue registrazioni.
Sarà l'amore dei musicisti inglesi degli anni sessanta per la sua musica a regalargli una nuova notorietà e a farlo tornare in auge.
L'album proposto è una raccolta delle suddette registrazioni.
Son House - Father Of Folk Blues (Usa 1965)
“I blues non sono altro che un crudele, doloroso gelo che ti agita”, dichiarava Eddie House in un'intervista.
Nato nei pressi di Clarksdale nel 1902 e conosciuto come Son, è considerato insieme a Robert Johnson, il depositario dell'eredità di Charlie patton.
La prima parte della vita di Son House è dedicata interamente, cosa usuale all'epoca, alla religione come unica risposta.
Come spesso accade nella storia del blues, la missione di House come predicatore battista viene messa a perdere dallo spietato realismo del delta blues.
Peculiarità della sua musica è appunto questo costante "balletto" tra sacro e profano.
Il suo playing ruvido e la sua voce urlata ne fanno uno dei puristi del delta e ne delineano lo stile quasi primordiale.
Folk e country blues, nell’accezione più fedele, segnano la strada per molti giovani di belle speranze dell'epoca, Robert Johnson in primis.
Come spesso abbiamo notato, specialmente parlando dei pionieri, è difficile parlare di un album specifico: molte registrazioni dell'epoca venivano poi separate in singoli.
Col passare degli anni però, questi vecchi "superstiti" del delta potevano avvalersi dei nuovi appassionati per proseguire le loro discografie.
Ecco perché segnalo questa raccolta che include alcuni brani memorabili, che sarebbero difficili da recuperare nel disco di origine.
Menzioni speciali
E' a questo punto doveroso fare una precisazione, per giustificare i grandi nomi del settore, esclusi dalla guida all'ascolto.
La nostra lista, redatta sugli artisti che maggiormente hanno influenzato le successive generazioni, non può essere scevra da un certo gusto personale di chi scrive.
Tutti i grandi delta singers, come abbiamo visto, sono accomunati da percorsi di vita e contesti sociali molto simili.
Sebbene approccino alla musica tramite i canti tradizionali e il delta blues, non tutti emergono in quel contesto.
Molti sono famosi per il loro sviluppo del blues elettrico della scena di Chicago, o riportati alla ribalta dal British Blues Revival.
Inevitabile dunque, che molti protagonisti siano rimasti fuori dalla nostra lista, ma non per questo siano meno importanti per un approfondimento del mondo del blues.
Di seguito, qualche consiglio per ampliare la guida all'ascolto verso testimonianze postume al delta blues e più recenti.
Howlin' Wolf
B.B. King
Albert King
Freddy King
Buddy Guy
Keb'Mo'
Per chi volesse approfondire la conoscenza di questo artista, rimando all'articolo scritto tempo fa in occasione del suo settantesimo compleanno.