Scritto da: Alessio Lottero - Categorie: guitar stories

Rough And Ready: la svolta funk di Jeff Beck

Il 25 Ottobre del 1971 usciva il terzo album del Jeff Beck Group, che segna la svolta stilistica del chitarrista


Le origini di Jeff Beck

Jeff Beck Group

Jeff Beck (classe 1944)è uno dei piu' eclettici e innovativi tra i guitar heroes che invadono la scena londinese di inizio anni sessanta.
Periodo di partenza di una lunghissima carriera non ancora conclusasi, condotta all'insegna di una costante sperimentazione sonora e di una tecnica unica e inimitabile.
Questa continua ricerca, iniziata con gli Yardbirds nel 1965 sostituendo Eric Clapton, si discosta presto dal blues, per seguire vie stilistiche diverse e coraggiose.
Sebbene l'impronta blues non svanisca mai del tutto, Jeff Beck porta la chitarra elettrica verso un rock spinto e suggestionato da funk e jazz.
All'inizio del 1967 fonda il Jeff Beck Group, con Ron Wood al basso, Nicky Hopkins al pianoforte, Mick Waller alla batteria e un giovanissimo Rod Stewart alla voce.
La tecnica spregiudicata di Beck e la voce di Stewart graffiata dall'alcol sono i tratti somatici delle prime esibizioni del nuovo super gruppo inglese.
Collaborazione eccellente che porta alla realizzazione di due fortunatissimi album, riferimenti obbligati per il futuro hard blues in voga nei seventies: Truth (1968) e Beck-Ola (1969).
Testimonianze importanti queste, che compaiono nella nostra lista dei 10 dischi di rock blues da ascoltare
Sull'onda dell'acquisito successo, che lo poneva ad ergersi a diretto antagonista dei già grandi Led Zeppelin, il JBG si incrina e la band si scioglie.
Beck si trova a dover re-inventare la band e a trovare un nuovo organico; per questo e per un grave incidente automobilistico è costretto ad un lungo stop.

Jeff Beck Group nuova edizione

E' ormai il 1971 quando Jeff Beck, tornato in sesto, rifonda un JBG seconda edizione, con nuovo organico e nuove intenzioni.
La nuova band è composta da Cozy Powell alla batteria, Clive Chaman al basso, Max Middleton al piano e Bob Tench alla voce.
Il taglio con il sound dei dischi precedenti è ormai netto: Il rock blues rude e heavy dell'era Rod Stewart è lontano.


Rough And Ready: l'album

Jeff Beck

Il disco della rifondazione del JBG è uno spartiacque, tra la musica inglese degli anni sessanta, e la nuova onda filo americana del decennio entrante.
Le influenze jazz portate dal pianista Middleton creano una miscela interessante; una sorta di soul sperimentale, con lunghe parti strumentali, ad intervallare il cantato di Tench.
Tratti blues quasi del tutto assenti, se non per qualche intervento chitarristico: una composizione piu' matura e ponderata rispetto alla verve psichedelica dei dischi precedenti; un funk quasi prog ma non per questo edulcorato, dove non mancano i momenti dinamici e incalzanti.
C'e' tuttavia una costante con i primi album ed è Jeff Beck: il playing, le idee e il tocco del chitarrista rimangono sorprendenti.
Le mille voci della chitarra di Beck impreziosiscono e vivificano l'intero disco, lasciando intuire la costruzione di un nuovo sound, che verrà perfezionato in seguito.
una base per il lavoro successivo della band, Jeff Beck Group (1972)e per le produzioni soliste dell'artista, lungo tutti gli anni settanta.



In conclusione

Impossibile etichettare il lavoro di Jeff Beck o imbrigliarlo ad una sola dicitura: la semplicistica denominazione di rock blues sminuisce la continua metamorfosi della sua musica.
Durante poco meno di sei decenni ha costantemente cambiato strada proponendo album diversi e di alterne fortune.
Quello che pare non cambiare è il sorprendente stile chitarristico, ancora potente e irruento, nonostante la ormai veneranda età: lavori in studio sempre più ruvidi e performances live capaci di incantare generazioni di "seguaci".
Un vero mostro sacro ancora sulla cresta dell'onda, ancora on the road e capace di non ripetersi mai.


fine
Alessio Lottero -