Un esempio personale del flusso di pensieri che ha attraversato la mia mente durante un’improvvisazione su una backing track funk prodotta da Guitar Prof. Un’analisi utile per concatenare idee, trovare nuove spunti o rafforzare punti deboli della nostra creatività durante l'improvvisazione.
Il flusso di pensieri
Il flusso di pensieri durante i momenti di improvvisazione è molto spesso sottovalutato.
Alcuni musicisti non amano avere la testa troppo piena di calcoli e pensieri. Altri musicisti, invece, talvolta pensano addirittura troppo e rischiano di bloccarsi durante la performance.
Potremmo dire onestamente che entrambe le situazioni possono essersi verificate nella vita musicale di tutti.
Il trucco è uno però: cercare di pensare in modo flessibile e non oppressivo ed avere la capacità di decidere quanto a fondo vogliamo pensare momento per momento.
E’ come se dovessimo guidare il pensiero e, contemporaneamente farci guidare in modo fiducioso dal pensiero stesso.
Ho deciso di scrivere questo articolo perché è un argomento che mi sta particolarmente a cuore ed è spesso poco divulgato per iscritto. Magari qualche volta, invece, siamo stati fortunati ad ascoltare preziosi consigli su questo argomento da bravi maestri.
Come gestire il nostro flusso di pensieri mentre improvvisiamo?
E’ ovvio che per poter pensare in modo proficuo, bisogna avere almeno un paio di scelte a disposizione. Il nostro bagaglio personale dunque, sia in ambito di tecnica che di armonia applicata, oltre che ad una sana cultura del suono, deve essere sempre aggiornato.
C’è bisogno di spendere molto tempo ad immagazzinare forme, sonorità, applicazioni. Come dice Mike Moreno in una celebre intervista:
“La gente non ha idea di quanto tempo perda davvero un musicista a suonare le cose in un certo modo”.
Senza uno studio accurato, anche leggero ma costante e progressivo, il nostro flusso di pensieri rischia di diventare monotematico ed inconcludente.
Il primo passo per per organizzare il pensiero, è dunque la conoscenza.
Conoscere bene il sistema CAGED, le triadi, e le armonizzazioni delle scale è la base necessaria per poter miscelare pensieri e dunque materiali.
Suonare Vs Studiare
Attenzione a non fare il solito vecchio errore: suonare e studiare sono due momenti complementari della nostra formazione musicale ma completamente diversi. Vanno debitamente distinti.
Cercare di studiare qualcosa mentre si suona durante un concerto o una prova, limita fortemente il nostro pensiero che si rivolgerà ciecamente alla ricerca di qualcosa che spesso, in quel preciso momento, non troverà o non soddisferà.
Quando invece studiamo in modo sistematico e preciso alcune applicazioni tecniche o armoniche, immagazziniamo delle informazioni nuove o modifichiamo altre precedentemente acquisite.
E’ bene avere una adeguata coscienza del momento di studio e trattarlo come tale.
Si può studiare anche in 5 minuti!
Durante la performance, invece, il flusso di pensieri percorrerà automaticamente parti di strada percorse durante lo studio. Solitamente questo avviene progressivamente sempre con più naturalezza e dunque si automatizza.
Suoniamo grazie a ciò che abbiamo studiato.
La mappatura dello strumento
Conoscere più materiale, per quanto possa sembrare paradossale, semplifica le scelte. Se sappiamo solo una cosa faremo ossessivamente, o ripetutamente senza controllo; se conosciamo molto strade saremo più rilassati perché possiamo deciderne una sola per ogni momento e comprendere che non servirà praticamente mai usare tutto il nostro bagaglio durante il flusso di pensieri mentre improvvisiamo.
E’ dunque importantissimo mappare il nostro strumento per poterci spostare da un punto all’altro. Non a caso Mick Goodrick, uno dei più grandi didatti della chitarra moderna, in un celebre passaggio del suo libro “The Advancing Guitarist”, parla di “regno del pattinaggio su ghiaccio elettrico”per indicare la conoscenza dello strumento che ci permette di pensare, scegliere, suonare e dunque pattinare dove vogliamo.
Vi suggerisco ancora il sistema CAGED e tutti i collegamenti possibili in termini di triadi, accordi a 4 voci, drop, arpeggi ed altro ancora.
Il flusso di pensieri di tipo armonico. L’esempio dell’articolo
Ovviamente il flusso di pensieri potrebbe essere di vario tipo: tecnico, timbrico, ritmico, ecc. In questo articolo e nel video collegato ho voluto prendere in considerazione il pensiero che configura vari frammenti di armonia applicata.
Ci tengo a precisare due aspetti fondamentali:
1) Si tratta di un puro esempio nel quale mi auto-analizzo. Non si tratta, dunque, di associazioni rigidamente da manuale, ma assolutamente personali.
Tuttavia, molte di queste potrebbero essere largamente condivisibili.
2) Molto spesso lo stesso materiale armonico, per sua natura, potrebbe essere indicato con sigle diverse ma perfettamente compatibili. Il punto di vista di ogni singola esecutore è chiaramente di primaria importanza.
Video descrizione del flusso di pensieri
Dopo aver registrato il video mi sono concentrato sulla ricostruzione del flusso di pensieri armonici durante l'improvvisazione.
Il colore verde evidenzia l'accordo reale presente nella base o il suo corrispettivo con lo stesso senso armonico.
Il colore nero, invece, offre spunti interessanti per dimostrare quanto è importante la logica del piccolo frammento. Questo piccolo frammento è molto spesso una semplice sostituzione diatonica, oppure un grip utile che fa parte del mio bagaglio di visualizzazione e tecnica.
Ovviamente le interpretazioni potrebbe essere le più disparate.
La scritta in rosso indica le volte in cui ho deciso di operare delle superimpositions: ovvero "forzare" l'armonia ed inserire una sonorità che non è presente ma, una volta usata, è decisamente funzionale alla concatenazione armonica e melodica. Le superimpositions, infatti, sono molto usate nel momento del cambio degli accordi per inserire una dominante alterata dove non c'è. Ascoltate il video più volte senza fermarvi.
La backing track – il primo accordo: F add9 come Fmaj7
Andando nel dettaglio del video, vorrei descrivere velocemente quanto ho analizzato.
Prima di tutto, ho voluto utilizzare questa backing track funk carica di groove per non confinare questa tipologia di applicazione solo in ambito Jazz.
Il brano, sul quale ti invio ad improvvisare, è formato dalla progressione di 3 accordi:
F add9 – G add9 – Gb add9.
La sigla add9, di norma, indica una triade maggiore con l’aggiunta della 9a maggiore. Tuttavia bisogna fare delle distinzione per quanto riguarda la backing track in questione.
Intendendo il Fa maggiore come I grado della progressione, lo possiamo pensare come Fmaj7. Inoltre, come spesso accade in ambito jazz e fusion, ma anche pop, un qualsiasi accordo Maj7 può essere armonizzato come se fosse un IV grado: utilizziamo dunque il modo lidio, oltremodo accattivante.
E gli altri due accordi? Avranno la stessa funziona armonica.
Temo di no. Andiamo a vedere per quale motivo.
La backing track – gli altri due accordi: dominanti diverse!
Gli altri due accordi add9 hanno le stesse caratteristiche di triadi maggiori con l’aggiunta della 9a maggiore. Tuttavia, hanno decisamente un altro peso armonico nella breve progressione. E’ importantissimo fare questa considerazione per creare il nostro flusso di pensieri.
Il G add9 in realtà potrebbe essere reso con un accordo di settima di dominante: G7. Si tratta di un secondo grado dominantizzato: una dominante secondaria!
Il fatto che ci sia la 9a maggiore ci indica e ci suggerisce che sarebbe opportuna utilizzare il modo misolidio. Ricordiamoci però che non c’è quasi nulla di obbligatorio.
Il Gb add9 è assolutamente pensabile come la sostituzione di tritono del V di Fa, ovvero C7.
Il Gb7 che ne deriva, contiene la 9° maggiore la #11.
Scala associata: Lydian Dominant, quarto grado della minore melodica di Re bemolle.
Conoscete il celebre brano Garota de Ipanema di Jobim?
Ecco praticamente i primi 3 accordi.
Approfondimento su due aspetti di questo flusso di pensieri:
sostituzioni diatoniche
Descrivere tutto il flusso di pensieri in queste sede avrebbe poco senso, ma vorrei comunque puntare l’attenzione su almeno due applicazioni ricorrenti.
Il modo in cui ho pensato di suonare sull’accordo di F add9 è decisamente flessibile.
Come all’inizio, l’ho trattato usando il modo lidio e spesso ho armonizzato alcuni frammenti ed intervalli utilizzando appositamente la sua #11.
Tuttavia, forte del fatto che si tratti in realtà di un I grado della progressione, ho usato diverse volte accordi e voicings che hanno a che fare con le sue sostituzioni diatoniche: parlo infatti dell’intercambiabilità degli accordi Fmaj7, Amin7 e Dmin7. Quando ho suonato Amin9 o Cmaj7, ho nuovamente sprigionato il colore del modo lidio di Fa.
Diverse volte ho applicato queste sostituzioni diatoniche usando gli shell voicings, per loro compattezza armonica e tecnica.
Ovviamente dobbiamo ricordare che comanda l’armonia. Tutte le micro-variazioni del flusso di pensieri sono subordinate alla vera sigla dell’accordo.
Alterazione della dominante e superimposition
Come vediamo, spesso il flusso di pensieri mi ha portato ad esprimere sonorità alterate su Gb7 pensandolo direttamente come C7alt. In quel caso ho quasi sempre utilizzato del materiale armonico estratto dalla scala minore melodica di Re bemolle: Db melodic minor.
In un paio di casi, spesso a fine giro, ho inserito frammenti melodici o voicings di C7alt anche se l’accordo non era realmente presente. Ho forzato l’armonia, imponendo un contenuto armonico per andare a cadere in modo più incisivo sul prossimo accordo.
Ho usato diverse volte lo stesso espediente in modo diverso tra F add9 e G add9.
Come fare? Pensate di dover suonare una dominante prima di G add9, ovvero D7. La scala diminuita è molto efficace per questo scopo.
La scala diminuita ST-T che parte dalla nota Re sprigiona una sonorità tipica e moderna: D13b9. Dalla scala diminuita si possono estrarre decine di idee melodiche ed armoniche.
Conclusioni
Spero che questo piccolo esperimento psicologico sul flusso di pensieri durante l'improvvisazione possa essere stato di vostro gradimento e che sia utile per configurare uno o vari metodi di pensiero. Ovviamente se avessi registrato un'altra performance sulla stessa backing track anche solo 5 minuti dopo, probabilmente avrei fatto e pensato tante cose diverse. Resto convinto, però, che diversi pensieri e percorsi si sarebbero comunque manifestati anche se in altri punti o con altri sviluppi ritmici e melodici. In fondo, anche se bisogna sapere un po' di cose, non è sempre conveniente usare troppo materiale diverso. Probabilmente in questo video ho improvvisato su 3-4 applicazioni armoniche personali, non di più.
Vi lascio di seguito il link della backing track prodotta, insieme a tante altre, dai nostri autori di Guitar Prof.
Divertitevi a sperimentare e magari lasciate un commento dello vostre scoperte ed impressioni.
Alla prossima.