Il disco omonimo, interamente scritto da Stephen Stills come personale omaggio a Jimi Hendrix, usciva il 16 Novembre 1970
Stephen Stills
Stephen Stills è un cantautore e chitarrista, tra i più prolifici in America, sia come produzione solista, sia come membro di collaborazioni eccellenti.
Apprezzatissimo songwriter e strumentista, ha approcciato alla musica giovanissimo, riuscendo a vivificare la sua passione, nonostante lo stile di vita decisamente itinerante della sua famiglia.
A inizio anni sessanta, fa della musica la sua pratica prioritaria, iniziando a militare in diversi gruppi della scena underground blues, rock e folk.
Memorabile è la sua partecipazione, nel 1968, al disco live di Al Kooper, Super Session: Stills subentra a Mike Bloomfield alla chitarra nel lato b dell'album.
L'incontro cardine, che segna la svolta della carriera di Stephen Stills, avviene tre anni prima (1965), ed è quello con il cantautore canadese Neil Young.
Abbiamo parlato di Young recentemente, celebrando il cinquantenario del suo album Harvest, in questo articolo.
La collaborazione tra i due musicisti dà vita, nel 1966, ad un progetto ambizioso ed originale, che ha però vita breve: i Buffalo Springfield.
La band inizia a Los Angeles quella che si prospetta come una carriera promettente; aspettativa ahimè disattesa dopo appena due anni, con lo scioglimento (1968).
Le cause della débacle del gruppo sono da attribuire, oltre ai cambi d'organico e alle tribolazioni dei membri, agli attriti tra Stills e Young.
Sebbene l' efficace partnership artistica tra i due musicisti consegni i Buffalo Springfield all'albo delle band decisive dell'epoca, i dissapori sono molti e accesi.
Il ruolo di autore e chitarrista principale è conteso aspramente e, sia Stills che Young non rinunciano a voler primeggiare, con conseguenze deleterie per la band.
Malgrado queste marcate divergenze, il duo non vuole rinunciare alla collaborazione musicale e dà il via a quello che sarà un capitolo fondamentale nelle carriere di entrambi.
Crosby, Stills & Nash... & Young
Reduce dall'avventura fallimentare con i Buffalo Springfield, Stephen Stills si unisce al cantautore statunitense David Crosby e al songwriter di origine inglese Graham Nash.
Entrambi, come Stills, vantano una gavetta di tutto rispetto: Crosby è reduce dai The Byrds; Graham Nash ha appena lasciato i The Hollies.
Il trio debutta ufficialmente con il suo primo disco omonimo, datato 1969, scalando rapidamente le classifiche e raccogliendo consenso tra il pubblico americano.
La miscela delle voci e delle chitarre acustiche in varie open tunings dei tre è qualcosa di già tentato prima, ma mai portato a tali livelli.
L'adesione di Neil Young avviene in seguito, quando la band gode già di un certo nome; la prima esibizione al completo avverrà al Woodstock festival.
Collaborazione non certo idilliaca, al di fuori del contesto musicale, quella di C,S,N & Y: troppo forti le diverse personalità in gioco.
Ai tanti appassionati di folk rock rimane una discografia eccellente e alcune strepitose esibizioni dal vivo, anche recenti.
Quelle che seguono questo episodio, sono le carriere soliste, con alterne fortune, dei quattro protagonisti.
Stephen Stills: un album che ridefinisce il folk rock
Influenze stilistiche eterogenee, ospiti illustri e suggestioni figlie dello stile C,S,N & Y: tutto questo riassume il contenuto musicale del primo disco solista di Stills.
A fare di Stephen Stills un album essenziale del folk rock statunitense, sono proprio gli inserti esterni alla classificazione del suddetto genere.
il blues che lo stregò adolescente, il gospel che lo mise alla prova nei primi esperimenti corali negli anni della gavetta e il rock elettrico; il tutto intervallato da brani di chitarra acustica, essenziali ma ricchi di pathos, caratterizzati dalla sua voce unica e da testi profondi e ispirati.
A raccogliere l'invito a partecipare all'album, furono molti grandi interpreti, tra cui Eric Clapton e lo stesso Hendrix, a cui va la dedica di Stills in questo LP.
E' questo un prodotto discografico da passare al setaccio, consci di essere davanti ad un disco che segna un punto d'incontro tra mondi musicali, non necessariamente complementari.
In conclusione
Stephen Stills è indubbiamente un personaggio nevralgico per approfondire la conoscenza del folk rock americano, a cavallo tra sessanta e settanta.
Non solo folk però nella sua produzione, ma influenze che abbracciano diverse correnti, come si evince dall'ascolto dell'album in esame.
Certamente il picco della sua notorietà, almeno nell'immaginario dei fruitori di folk music, rimane legato a filo doppio ai celebri gruppi che contribuì a fondare.
Ma è forse dall'ascolto delle proposte soliste, rimaste un po' nella nicchia rispetto alle hit inflazionate, che possiamo scoprire un lato celato molto interessante.