Esploriamo insieme le possibilità della scala diminuita semitono-tono, inserendole all’interno del fraseggio blues moderno. Cinque licks da studiare e applicare durante l'improvvisazione.
Se da qualche tempo abbiamo la sensazione che il nostro linguaggio solistico sia ripetitivo e scontato, una buona strategia può essere quella di introdurre nuovo materiale melodico.
Con l’obiettivo di dare un tocco di freschezza e novità ai nostri assoli, in questo articolo impareremo ad utilizzare la scala diminuita semitono-tono. Se siete interessati alle diteggiature di questa scala, qui c'è un articolo dedicato all'argomento. Si tratta di una scala ottofonica utilizzata principalmente nel jazz, ma che vede la sua applicazione anche in altri contesti, fra cui appunto la parte più moderna del blues. Questa scala può essere utilizzata su tutti gli accordi di dominante e contiene le seguenti tensioni: 13, 9b, 9# e #11.
Altri modi di rinnovare il nostro fraseggio possono essere l'utilizzo della scala alterata, o più in generale dei cromatismi.
Prima di iniziare, vi indico la backing track sul quale esercitarvi durante lo studio di queste idee.
Arpeggio diminuito e scala semitono-tono
Molto probabilmente, il suono dell’arpeggio diminuito ci è già familiare, dato che lo possiamo sentire in molti contesti che spaziano dalla musica classica al metal più aggressivo. È proprio dall’arpeggio che prende forma il primo esempio, suonato a cavallo fra quarta e quinta battuta di un giro blues. L'esempio è costruito utilizzando la scala semitono-tono di MI. La parte interessante però arriva dopo, quando l’arpeggio viene proseguito dalla scala semitono-tono. L’arpeggio ci aiuta ad evidenziare il RE (settima minore), il SOL# (terza maggiore) – toni guida dell’accordo di E7 - e il FA (nona minore), mentre la scala svolge il compito di trasportarci più velatamente verso A7. La frase termina con un approccio cromatico al DO#, terza maggiore di A7, seguito immediatamente dalla fondamentale dell’accordo.
Scala semitono-tono ascendente
In questa seconda frase, suoniamo invece la scala in senso ascendente partendo dal RE (settima minore), puntando verso il DO#, che è una nota interna alla scala ma anche terza maggiore di A7. Il SOL naturale sarebbe in realtà un FA## (nona aumentata di E7): ho scritto SOL per facilitarne la lettura. L’esempio si conclude quasi allo stesso modo del precedente, ma stavolta dopo il DO# suoniamo il MI. Sarete voi a scegliere quale soluzione vi piace di più!
Fraseggio a velocità elevata
A causa della sua sonorità particolare ed aggressiva, solitamente preferisco utilizzare la scala semitono-tono in passaggi a velocità medio/alta, per evitare di soffermarmi troppo a lungo su un’alterazione: non che sia sbagliato in senso assoluto, ma dipende dai contesti.
Affrontiamo dunque questo lick, che si occupa invece della cadenza finale del giro blues, ovvero quando dal quinto grado ritorniamo sul primo. La frase discendente costruita sulla semitono-tono di SI si conclude sul MI, fondamentale dell’accordo di arrivo, dal quale parte il relativo arpeggio.
Per quanto riguarda la parte tecnica, oltre a essere una difficoltà aggiuntiva, plettrare tutte le note non è la scelta più indicata per un contesto blues moderno. Questo vale per questo esempio come per qualsiasi tipo di fraseggio in generale: a mio parere, la sonorità sarebbe troppo aggressiva.
Nell’immagine qui sotto vi ho riportato il mio personale modo di affrontare una frase simile, utilizzando le legature subito prima del cambio di corda, che come sappiamo è il punto più critico per la mano destra. Spero possa aiutarvi!
Sfruttare la simmetria della scala
La caratteristica principale della scala diminuita, sia semitono-tono che tono-semitono, è sicuramente quella di avere una struttura intervallare simmetrica. La scala S-T di SI corrisponde infatti ad altre tre scale a distanza di una terza minore: quella di RE, FA e SOL# (o LA bemolle). Questo ci permette di trasportare le nostre frasi di una terza minore avanti o indietro, ottenendo lo stesso effetto “out” che stavamo ricercando. Per noi chitarristi è un vantaggio da non sottovalutare, dato che la geometria degli intervalli rimane sempre la stessa. Ovviamente la simmetria si ripete infinite volte, e infatti in questo lick siamo saliti di una 5b – due terze minori – rispetto all’esempio precedente. Se prima concludevamo il pattern sulla fondamentale di E7, ora andiamo a cadere proprio sul SI, quinto grado dell’accordo.
Arpeggi e triadi della scala semitono-tono
L’ultimo esempio è sicuramente il più difficile, sia dal punto di vista tecnico che concettuale. Non lasciamoci spaventare: con un po’ di tenacia sono certo che riusciremo a eseguirlo alla perfezione.
L’idea che sta alla base del lick è quella di cercare di sfruttare i vari arpeggi nascosti all’interno della scala semitono-tono.
Saltiamo un attimo la prima nota dell’esempio, e andiamo diretti al DO in battere sul primo movimento di B7. Dopodiché suoniamo RE#, FA# e SI: se mettiamo queste 4 note insieme cosa otteniamo? Esatto, nient’altro che una triade maggiore di SI anticipata dalla nona minore!
A questo punto, sfruttando la simmetria della scala semitono-tono di cui abbiamo parlato in precedenza, procediamo con lo stesso ragionamento a distanza di una terza minore sotto. Suoniamo infatti la triade maggiore di SOL# con aggiunta la solita nona minore.
Ripetiamo un’altra volta il concetto, usando stavolta la triade maggiore di FA più il SOLb.
Dopodiché usiamo una porzione di scala suonando RE#, DO## (scritto come RE naturale), DO naturale, per poi approcciare il SI della battuta successiva con un cromatismo su LA#. Una volta giunti a E7, facciamo un ampio uso dei cromatismi per rendere la nostra frase più interessante e in linea con la battuta precedente.
Suggerimenti
La prima cosa che consiglio di fare è sicuramente lo studio approfondito delle varie diteggiature della scala semitono-tono: una volta capaci di visualizzarla sulla tastiera, sarete in grado di applicarne i concetti visti assieme.
Cercate inoltre di non studiare frettolosamente tutto il materiale, ma apprendete una singola frase alla volta, provando ad implementarla nelle vostre improvvisazioni.
Altra cosa molto importante è senza dubbio la trasposizione in altre tonalità. A mio parere, è meglio sapere una frase in dodici tonalità, piuttosto che dodici frasi in una tonalità!
Ascolti consigliati
Quando studiamo nuovo materiale melodico un ulteriore fattore importante è l’ascolto: il nostro cervello deve assimilare le nuove sonorità per poterle riutilizzare a proprio piacimento. Prendere spunto e trarre ispirazione dagli altri è un passaggio da non trascurare. Non posso esimermi dal consigliarvi la leggenda Robben Ford, oltre al funambolico Scott Henderson, senza tralasciare altri grandi chitarristi come il brasiliano Artur Menezes o l’israeliano Oz Noy.
Buon ascolto e buono studio, alla prossima!