Scritto da: Alessio Lottero - Categorie: blues / guitar stories

Howlin' Wolf: il colosso del blues targato Chess Records

Cantante ruggente, chitarrista e abile armonicista; il principale artefice dei fasti commerciali del blues made in Chicago, si spegneva il 10 Gennaio del 1976


Dai campi ai sobborghi

Chicago Urban Blues

Howling Wolf è uno dei protagonisti del processo di migrazione del delta blues, dalle zone rurali degli Stati Uniti meridionali, fino agli agglomerati urbani delle grandi città dell'east coast. Abbiamo già affrontato il fenomeno dell'urbanizzazione del blues, nel nostro articolo dedicato ai suoi personaggi cardine. Il pellegrinaggio dei bluesmen neri dagli stati segregazionisti verso le metropoli del nord, è ciò che ha caratterizzato lo scenario musicale statunitense di inizio secolo.


Parliamo di uno dei periodi più cupi della storia americana, in cui la popolazione di colore versa in condizioni tragiche: dolorosa costante che si prolungherà tristemente per decenni e che continua tutt'oggi in frequenti recrudescenze. Le deprecabili condizioni socio-culturali degli afroamericani dell'epoca hanno però favorito lo sbocciare di eccezionali scene musicali cittadine, figlie della contaminazione degli avventori, in cerca di miglior fortuna. L'elettrificazione degli strumenti, in quegli anni in fase pionieristica, fa sì che ogni aspetto stilistico della nuova onda blues diventi assolutamente fresco e innovativo.


La scena di Chicago

Ogni grande città del nord est degli USA sviluppa dunque, soprattutto intorno ai primi anni 40, una propria scena di musica blues, delineando diverse scuole indipendenti. Realtà eccellenti come New York e Detroit disegnano il sound della parte più progressista degli Stati Uniti, dove il riverbero della segregazione razziale è decisamente più flebile. Se si cerca, tuttavia, il principale approdo dell'esodo blues, della sua elettrificazione e declinazione urbana, la capitale è certamente Chicago.

La metropoli dell'Illinois si guadagna il titolo di primo palco del blues urbano, sviluppando uno scenario vivacissimo, caratterizzato da un'intensa attività live e dalla nascita di locali dedicati esclusivamente alla musica dal vivo. Tale opera di rifondazione, iniziata fin dal primo dopoguerra, vede i musicisti rieditare il sound del blues, raffinandolo e rendendolo maggiormente fruibile al pubblico locale. Personaggi come Muddy Waters e Howlin' Wolf propongono un sound aggressivo e graffiante, che rievoca la vita della city, lasciando però un inconfondibile retrogusto southern.

I migranti che si insediano a Chicago negli anni 40, finiscono per occupare le zone periferiche e degradate della città, concentrandosi in ghetti dalle scarsissime prospettive economiche. La crescente popolazione di colore si ammassa dunque nella zona ovest, unendosi alla prima generazione di migranti, approdati negli anni 30. Il Windy City West Side, diviene dunque il fulcro del blues di quel periodo, rendendo l'area suburbana di Chicago la Mecca dei musicisti blues.


La Chess records

La Chess Records è un'etichetta musicale, attiva a Chicago dagli anni 40, che ha il merito di aver scoperto e portato alla ribalta un grande numero di artisti di colore. A questa casa discografica, fondata dai due fratelli ebrei polacchi Czyz, si devono molte delle più note personalità del Blues, del r&b e del rock and roll: Muddy Waters, Little Walter, Howling Wolf, Chuck Berry, Etta James, per citare alcune delle scoperte Chess. Con l'apporto di Willie Dixon come autore, la Chess Records firma alcuni dei più celebrati capolavori della musica afroamericana.

Per chi volesse approfondire il discorso sul Chicago blues, sulla Chess Records e sui suoi epici protagonisti, le fonti letterarie e discografiche si sprecano. Anche il cinema contribuisce a raccontare quel momento cosi importante nella storia del blues, con un film apprezzatissimo che ha sdoganato l'argomento. Cadillac Records, uscito nel 2008 e caratterizzato da un cast strepitoso, tratta la nascita, l'affermazione e il declino della Chess Records e dei suoi artisti.


Howlin' Wolf

Howlin' Wolf, al secolo Chester Burnett, nasce nel 1910 in Mississippi, ennesimo figlio del delta a lasciarsi suggestionare dalla "musica del diavolo". Trascorre l'infanzia vagabondando nell'area del delta, alternando il duro lavoro agricolo allo studio della chitarra, diventando allievo del grande Charlie Patton. Attirato da migliori prospettive di vita, arriva a Chicago alla fine degli anni 40, deciso ad imporsi sulla già consolidata scena blues locale. Nel giro di pochissimo diviene uno dei più apprezzati performer della scena di Chicago e, insieme a Muddy Waters, la punta di diamante dell'eterogenea produzione Chess.

E' proprio l'aspra rivalità tra i due musicisti, spesso non solo musicale, a portare allo sviluppo di due distinti filoni di blues elettrico. Sebbene il sound di Waters sia indubbiamente più elegante,"ruffiano" e mirato al successo commerciale, in molti pensano che quello di Wolf rimanga il più autentico. L'inquietudine del campagnolo alle prese con la grande città traspare dal suo stile e ne costituisce l'elemento distintivo. La superstizione, il sospetto e una certa dose di esoterismo contribuiscono ad alimentare l'alone di mistero intorno al suo personaggio. Il suo è un approccio al canto e alla armonica selvaggio, che prende le distanze dal blues più pettinato.


La carriera

Proprio la forte connessione con le sue origini fa si che Wolf non si lasci mai forviare dalla fama e dal successo, mantenendo una gestione della carriera lucida e ponderata; cosa che non si può dire di molti illustri colleghi alle prese con eccessi, problemi finanziari e spesso implicati in drammatiche vicende personali. L'esempio calzante è la triste epopea di Little Walter. Questa rigida sobrietà manageriale farà sì che Howlin' Wolf divenga l'unico artista della scuderia Chess a raggiungere e mantenere un grande e duraturo successo commerciale.

Come molti musicisti dell'entourage cittadino di quegli anni, Wolf affida la stesura di numerosi brani al contrabbassista e paroliere Willie Dixon, già coinvolto nella scrittura per Waters e altri illustri nomi. Oltre all'arrangiamento dei brani, i due antagonisti del blues necessitano di un nutrito gruppo di sessionmen per le registrazioni in studio. Musicisti che Waters e Wolf finiscono per condividere e scambiarsi, contribuendo a creare un team di eccellenze nella Chess Records. Il chitarrista Hubert Sumlin è uno di questi.


Ascolto consigliato: Moanin' In The Moonlight (1959)

Howlin'Wolf - Moanin'In The Lightning

L'album è il primo vero LP di Howlin' Wolf, anche se tecnicamente è una raccolta di brani, usciti come singoli prima del 1959. E' una panoramica fedele dello stile del musicista, che mostra il suo tocco aspro e "sporco", che è il blues elettrico secondo Wolf. Certamente si percepisce una certa influenza del Chicago style; non a caso il disco è ricco di grandi successi di vendite. Ma quell' impronta primordiale, che è il biglietto da visita di questo figlio del delta, continua a persistere, anche nei pezzi più posati. La sua voce, tagliente, potente e ruvida è uno dei tratti inconfondibili di Wolf. All'interno dell'album, oltre a brani classici, alcuni pezzi che hanno fatto la fortuna di Howling Wolf, come la celeberrima Smokestack Lightning, uno dei suoi cavalli di battaglia. Un ascolto tra quelli, consigliatissimi per assaporare la vera atmosfera della Chicago anni 40.



In conclusione

Howling Wolf

Howlin' Wolf è la vera incarnazione del blues hero: colui che lascia le sue umili radici contadine, per cercare fortuna in città e ottiene consenso, raccontando il suo Mississippi. Tutto nella vita del musicista è un inno al blues; la superstizione, lo scetticismo, l'attaccamento al delta. Il tributo che i grandi del rock blues gli hanno pagato nel corso dei decenni è immenso, quanto l'influenza di questo artista sui musicisti americani ed inglesi. E' un fuoriclasse, un outsider della scena, capace però di essere l'artefice della sua fortuna.

Il 10 Gennaio 1976, Chester Burnett muore per l'aggravarsi di condizioni di salute da tempo critiche. Muore nell' Illinois, in quello stato che gli ha dato fama e successo e lo ha riscattato da una vita da bracciante nel south side. A testimonianza del grande impatto che Howlin' Wolf ha avuto sui big del blues, Eric Clapton si offrì di sostenere le spese funerarie e di sepoltura. Il lupo di Chicago continua ad ululare e la sua preziosa eredità sembra inesauribile.


fine
Alessio Lottero -