L'11 Aprile 1961 andava in scena, in un club del Village di Manhattan, la prima performance live di Bob Dylan
Bob Dylan
Robert Zimmerman Nasce a Duluth, città industriale del Minnesota, il 24 maggio 1941, ma abbandonerà presto il suo nome in favore di quello che ancora oggi è uno dei più altisonanti della scena americana. Iniziando la sua carriera giovanissimo infatti, lo cambia in favore di Bob Dylan, esplicito omaggio al poeta gallese Dylan Thomas, sua grande fonte d'ispirazione. La carriera di Dylan è una sorta di epopea moderna, un girovagare instancabile attraverso il suo tempo, che descrive senza fronzoli, denotando un grande talento per la scrittura, piuttosto che per l'esecuzione chitarristica.
Bob Dylan è infatti considerato un poeta, un cantastorie più che un musicista; un menestrello moderno in cerca costante di ispirazione. Il suo vagabondare lungo il Mid-west lo porta ad iniziare la carriera ancora adolescente, ma già con la forte necessità di esprimersi. La regione dei grandi laghi non è certo il posto più indicato per emergere e farsi notare. Il giovane Zimmerman decide allora di approdare nella Mecca della folk music dell'epoca nella east- coast: New York City.
Gli esordi del cantautore nella grande mela non sono certo agiati, sembrano piuttosto il perpetuo tentativo di sbarcare il lunario di un Tom Sawyer contemporaneo. Lo stesso Dylan parla di quel periodo come un momento estremamente provante per lui, capace però di regalargli innumerevoli spunti per i suoi componimenti: un racconto di serate al freddo, esibendosi nei locali del Village in cambio di cibo o del permesso di dormire sul pavimento.
Il pellegrinaggio a New York
Interrotti gli studi universitari a Minneapolis, Dylan entra nella scena folk che, a fine anni cinquanta, vive l'inizio del suo picco ed inizia un incessante pellegrinaggio nei luoghi dove nascono le sue suggestioni musicali. Possiamo definire questo momento il suo tirocinio artistico, durante il quale Bob si reca a Chicago per visitare la capitale del blues, suo grande amore giovanile. Si reca però anche a Denver e in altri capisaldi della musica folk, affinando l'uso della chitarra acustica e dell'armonica, sue inseparabili compagne.
Il passaggio a New York avviene naturalmente, seguendo la scia dei suoi interessi, primo tra tutti, conoscere il suo eroe: lo storico cantautore Woody Guthrie. Questa gavetta, fatta di esibizioni, street performances e comparsate in radio minori è la genesi del fenomeno Bob Dylan: un fenomeno capace, nei 5 decenni a seguire, di incantare il pubblico mondiale, affascinato e disarmato da un incessante rinnovamento artistico.
L'esordio al Greenwich Village
Se la New York di inizio sessanta è la capitale della nuova folk music, il Greenwich Village può dirsi il quartier generale del suo restiling. Uno dei più attivi artefici della scena è proprio Bob Dylan. Nel giro di pochi anni il nome del cantautore cresce di notorietà e si fa largo sulla scena, grazie ad un sound schietto che strizza l'occhio alla tradizione, ma dai contenuti lirici assolutamente inediti. E' questa la forza del primo Dylan, quello delle canzoni d'amore e di protesta, quello del festival di Newport, ispirato autore che muove le masse.
Questa prima fase della carriera di Bob Dylan, quella delle poesie in musica e dell'intima formula chitarra e armonica, rimane una delle più amate dai suoi sostenitori. Alcuni aspetti nevralgici, come la sbalorditiva abilità di scrittore e il coinvolgimento sociale, rimarranno cardini imprescindibili della sua produzione. L'irrequietezza del personaggio, tuttavia, fa sì che il suo percorso sia caratterizzato da costanti cambi di rotta musicale. Perfino la sua voce subirà variazioni significative, a seconda del periodo artistico vigente. Non tutti i fans apprezzeranno questa sorta di "schizofrenia stilistica" e Bob Dylan collezionerà critiche feroci per il suo abbandono dello stile folk, apostrofato come traditore di genere.
La prima esibizione ufficiale di Mr. Zimmerman
Il battesimo sulle scene musicali professionali resta tuttavia quello della folk music, l'inizio del suo cammino artistico e del soggiorno a New York. Il 14 aprile 1961 un semisconosciuto "Bobby" Dylan sale sul palco del Gerde's Folk City, una delle locations protagoniste della scena di Manhattan. L'occasione è quella dell'apertura di uno degli idoli indiscussi di Dylan: John Lee Hooker. Il bluesman, vera icona della musica afroamericana, è uno dei protagonisti della nostra guida all'ascolto sul delta blues. Sebbene questa primissima gig professionale sia decisamente un esordio di basso profilo, segna l'inizio di una notorietà crescente a ritmi rapidissimi. New York City si innamora presto del menestrello di Duluth, portandolo al successo e lanciandolo al mainstream nazionale.
La musica di bob Dylan
La carriera di Bob Dylan, e di conseguenza la sua discografia, è il manifesto di una continua ricerca musicale, che ha i connotati di una introspettiva personale. Nel corso dei decenni le fasi transitorie nella produzione del cantautore si sono susseguite, lasciando spesso in braghe di tela i più fedeli sostenitori. La contestazione al suo passaggio al rock elettrico, da parte degli irriducibili dell'era folk, ha fatto storia. Il personaggio di Bob Dylan sarà del resto sempre preso di mira per il suo atteggiamento decisamente anticonvenzionale.
Mr. Zimmerman firma una serie di dischi che segnano l'epoca musicale in cui vengono pubblicati, dai primi lavori fino alla svolta religiosa che spiazza i seguaci. Ciò che sembra essere immune ai suoi mutamenti stilistici è l'ispirazione e il desiderio di dissenso. Ogni album dell'artista propone una rivisitazione di un elemento della cultura americana; la politica, la religione, il razzismo e la morale negli Stati Uniti.
Album consigliato: The Freewheelin' (1963)
Nel mare di proposte discografiche che sono la carriera di Bob Dylan, proponiamo l'ascolto di questo album del 1963; in primis perche segna il consolidamento del periodo folk dell'artista, ma anche per la sua importanza a celebrare il suo primo concerto Newyorkese. The Freewheelin' è un contenitore di brani indispensabili per chiunque voglia percepire la grandezza del primo Dylan, un artista già rifinito nonostante lo stile acerbo di un ragazzo. L'album, il secondo ufficiale in studio, è una pietra miliare e diviene la colonna sonora del Greenwich Village.
Blowin' In The Wind, Master Of War e Oxford Town sono solo alcuni degli inni generazionali presenti in questo LP; un vero e proprio manuale di folk e poesia. Anche per questo, la figura di Bob Dylan è spesso annoverata nel mondo della letteratura, anziché in quello musicale: i suoi meriti nei due campi sono Indiscutibili. La sua voce, la sua chitarra, la sua armonica e le sue parole sono tratti distintivi esclusivi che nessuno è stato in grado di emulare
Assolutamente degna di menzione speciale è Girl From The North Country, brano che verrà portato alla ribalta dal successivo duetto con Johnny Cash, che si presenta qui nella sua prima struggente stesura.
Guida alla discografia di Bob Dylan
Di seguito proponiamo una guida all'ascolto, mirata ad approcciare quella che è una discografia a dir poco imponente. Per fare ciò dobbiamo necessariamente tralasciare gli ultimi lavori. Parliamo di quelli recenti, pubblicati dagli anni 80, a cui seguì un tour infinito, non ancora concluso. Dylan e il suo Never Ending Tour perseverano on the road da allora, alimentati da nuovi recenti dischi dagli spiccati tratti country, non paragonabili ai vecchi fasti, nonostante i buoni riconoscimenti.
The Times They Are A-Changin', che insieme al recensito The Freewheelin' testimonia la prima fase folk che lo vide grande.
Highway 61 Revisited, che segna il passaggio al rock blues elettrico, che vale a Dylan contestazioni e perdita temporanea di audience, ma ne consacra il nome al mainstream globale.
Blonde On Blonde e John Wesley Harding, che sono gli artefici del passaggio del cantautore dal folk rock al country rock.
Nashville Skyline, che consolida la sua passione per il bluegrass americano e che consegna ai posteri il memorabile duetto con Johnny Cash nella riedizione di Girl From The North Country.
Desire, dove Dylan torna a incarnare fortemente il ruolo di paladino contro le ingiustizie: il brano Hurricane ne è l'emblema.
Saved, che testimonia la svolta religiosa del grande scettico.
In conclusione
Il prossimo 24 maggio il menestrello di Duluth compirà 82 anni, la maggior parte dei quali spesi a cambiare per sempre la musica americana. Il personaggio di Bob Dylan è amato o fortemente contestato da sempre e le ragioni sono le medesime. Il suo stile da disobbediente discreto, le sue liriche capaci di estrema ferocia e impareggiabile dolcezza sono la sua più grande forza. Particolarità, queste, che seducono e confondono uniformemente tutti i curiosi che vogliano comprendere una delle più forti contraddizioni della musica. Attivista, anarchico, guerriero, pacifista, ateo, seguace di dio: Bob Dylan è stato ed è tutto questo.
Difficile dunque seguire una linea definita per assimilare il suo operato. Il mito spesso supera la realtà e l'uomo spesso surclassa il musicista, nelle suggestioni popolari. Un premio Nobel che non ritirerà, fans idolatranti che non manca di stranire; Bob Dylan non è mai scontato. Persino negli ultimi anni, quelli dell'apparente realizzazione professionale lo vedono costantemente alla ricerca di qualcosa.
Quello che rimane evidente è l'inestimabile contributo che Bob Dylan dà alla musica, anche nelle sue più evidenti declinazioni rock. Non si contano le rivisitazioni dei suoi brani storici, gli spunti letterari da lui assunti, gli omaggi dei grandi della musica mondiale. Robert Zimmerman: il poeta del Minnesota, il Bohemien di New York, il protettore dei diritti civili, il cantante country, Bob Dylan è tutto questo.