Scritto da: Alessio Lottero - Categorie: guitar stories / rock

Woodstock 1969: il festival che cambiò la musica

L'11 maggio 1970 usciva l'album soundtrack di Woodstock, il leggendario raduno: 3 giorni di pace, amore e musica che cambiarono il mondo


La scena rock di fine anni sessanta

Woodstock 1969
Woodstock Music Festival; 15/17 agosto 1969

Già dalla fine degli anni 50, la direzione musicale statunitense sembra attraversare una sorta di stimolante irrequietezza. Il sound americano,il rock in particolare, vive un profondo rinnovamento che, nei suoi contenuti e sottogeneri, abbraccia il malcelato desiderio di cambiamento delle masse. La musica del decennio successivo, figlia del delta blues nelle sue scuole maestre americana e inglese, si appresta ad inaugurare uno dei sui periodi d'oro, cosa che abbiamo costantemente preso in esame. Per chi volesse riprendere il concetto di scambio musicale nel rock blues riproponiamo, come di consueto, il nostro articolo dedicato. Woodstock è una delle grandi vetrine di questo florido momento.



Il fenomeno del festival musicale

Da quando esiste, la musica è sempre stata “consumata” in gruppo, agevolando l'interazione tra le persone che si ritrovavano nello stesso posto, mossi dallo stesso interesse, in aggregazione pacifica e stimolante. Nei primi decenni del '900 la musica è ascoltata nei locali, nelle sale da ballo, nei bar dei sobborghi delle città americane, da avventori desiderosi di sentire i brani preferiti non dai loro grammofoni, ma apprezzandoli in performances live. Possiamo dunque affermare che da sempre la musica e il concerto dal vivo siano la più longeva e frequentata forma di socializzazione della storia.

Le "carovane musicali"

Gli anni 50 e 60 sono stati caratterizzati da concerti e lunghe tournée di artisti che venivano idolatrati e seguiti da folle immense, che si riversavano nei cinema riconvertiti a sala concerto per l'occorrenza. Usualmente si trattava di concerti solisti, dove l'artista con la band proponeva il proprio repertorio, in uno show personale e senza l'intervento di altri. Solo in seguito iniziano a formarsi le “carovane musicali”, cioè diversi musicisti in voga che si uniscono in gruppo, condividendo i palchi, i mezzi di trasporto, gli alberghi e le date in programma, creando una road family. Questa è la prima forma di concerti con una scaletta di diversi artisti che si susseguono on stage.

Dalla metà degli anni 60, questa formula inizia a piacere e prende piede, spesso supportata da retroscena sociali o culturali: si iniziano ad organizzare concerti sempre più grandi, destinati a folle sempre più numerose, coinvolgendo sempre più artisti. Qualche anno prima questi eventi sarebbero stati catalogati come blues o rock and roll, ma la musica dei sixties aveva molte più contaminazioni; diventa dunque possibile connotare gli spettacoli live in molti diversi generi. Con i repentini cambiamenti culturali e sociali dell'America dell'epoca e con la crescente contestazione da parte dei giovani studenti, i maggiori consumatori di musica di allora, il concerto inizia ad essere anche strumentalizzato e a
volte politicizzato, per attirare folle da indottrinare con il pretesto della musica.

I festival leggendari

La storia della musica, nei suoi eventi epocali, è strettamente legata al successo dei suoi raduni storici. Sono essi considerati dei capitoli imprescindibili per declinare il sound delle varie "ere", quando le mode di massa erano indubbiamente più sensibili al contesto sociale e alla qualità del prodotto musicale, piuttosto che al mero fine commerciale.

Oltre al più che noto festival di Woodstock, tuttora considerato epocale, i decenni di evoluzione musicale hanno visto la nascita e lo sviluppo di altri storici eventi live. Il Newport Folk Festival, che ha portato in auge i "black singers" del blues e lanciato carriere stellari come quella di Bob Dylan .
Il Monterey Pop Festival, che ha visto approdare al mainstream mostri sacri come Jimi Hendrix e The Who.
Il Festival dell'Isola di Wight, che propone la versione inglese di raduno musicale, contendendo a Woodstock lo scettro di festival storico più importante.


Le infelici rievocazioni

Se il festival di Woodstock del 1969 resterà indelebile nella storia come evento culturale nevralgico, sarà anche ricordato come un'operazione di marketing musicale disastrosa. Al netto dell' impatto sull'immenso pubblico accorso nei tre giorni, il buco finanziario degli organizzatori è ampiamente riportato in tutti i documentari trattanti questo episodio.

Auspicando un diverso risultato economico, incoraggiato dallo scalpore che il nome Woodstock ha sempre suscitato, il management ha nel tempo riproposto due edizioni del festival. La prassi con cui queste commemorazioni sono state impostate era quella originale: chiamare le band più in voga del momento, operanti nei generi più apprezzati: una organizzazione monumentale e nomi illustrissimi, a discapito del contenuto sociale, del tutto inesistente. Gli eventi ci mostrano un esito delle manifestazioni tutt'altro che positivo: deludente nel 1994; disastroso nel 1999.


Woodstock 1969: la soundtrack

Woodstock: Music from the Original Soundtrack and More
Photo by Amazon Music

Il risultato discografico dei 3 giorni di festival è uno strabiliante album raccolta, testimonianza sonora del passaggio dei più grandi musicisti del periodo: una soundtrack dell'America di fine anni sessanta, un manifesto del cambiamento musicale che ci ha portato al rock contemporaneo, nelle sue infinite sfaccettature.

Il disco, pubblicato l'11 maggio del 1970 in 3 distinti LP, ripercorre il palinsesto del concerto, in parte già sottolineato nel film documentario di un giovane Martin Scorsese. Il successo del disco è enorme ed immediato e dà modo ai seguaci del sixties rock di avere una panoramica illustre dell'onda di grandi artisti operanti al tempo.

Guida all'ascolto: Jimi Hendrix Live At Woodstock Festival (1969)

Jimi Hendrix Live At Woodstock
Photo by Amazon Music

L'ascolto consigliato di oggi ripropone la più iconica performance del festival, da parte di uno dei personaggi più amati del palinsesto di Woodstock. Jimi Hendrix si esibisce la mattina del terzo ed ultimo giorno, davanti ad uno sparuto stuolo di irriducibili fans. Una dedizione premiata con alcuni momenti che restano negli annali, come la reinterpretazione di Hendrix dell'inno americano, contestazione sonora delle politiche belligeranti degli USA.

L'audio di questo album non rende certo giustizia alla performance e sia band che pubblico superstite appaiono esausti. Si possono tuttavia apprezzare alcune esecuzioni assolutamente eccezionali. La smagliante forma dell'Hendrix di Monterey due anni prima appare decisamente lontana, ma la prestazione "Woodstockiana" resta un must.


In conclusione

Woodstock: 3 giorni di pace, amore e musica: uno slogan che apostrofa un'epoca. Nel corso di 3 giorni dal palinsesto a dir poco serrato Bethel, una piccola località dello stato di New York ha saputo tramutarsi nella capitale della rivoluzione musicale. Dopo Woodstock il rock non è stato più lo stesso; il festival è considerato un autentico spartiacque tra passato e futuro del genere. Il palco ha visto alternarsi le più affermate realtà della musica, oltre ai più promettenti esordienti di quel tempo.

Molti di quegli artisti sono oggi dei veri giganti e hanno firmato pagine importanti nella storia del rock. Impossibile dunque non considerare Fiera della Musica e delle Arti di Woodstock del 1969 un evento fondamentale che merita la riconoscenza di tutti gli appassionati.


fine
Alessio Lottero -