In ambito jazz, non di rado accade di accompagnare alla chitarra un* cantante o comunque di suonare in formazioni ridotte nelle quali manca il contrabbasso. Attraverso 8 semplici esercizi, oggi impariamo ad accompagnare utilizzando la tecnica del walking bass, la quale può tornarci particolarmente utile nelle situazioni sopra indicate.
Imparare a suonare un accompagnamento convincente è spesso un argomento tralasciato da molti chitarristi, i quali si concentrano soltanto sull’aspetto solistico del proprio strumento.
Per avere una maggiore efficacia, il chitarrista deve avere in serbo diverse strategie di accompagnamento ed essere in grado di mescolarle e alternarle con sapienza.
Nella musica jazz, saper accompagnare utilizzando il walking bass può essere una valida arma da inserire nel nostro arsenale, capace di dare pienezza e varietà al nostro modo di suonare.
Attraverso 8 esercizi, vedremo come costruire un accompagnamento basato sul walking bass che, mescolato agli accordi, risulta applicabile in diverse situazioni.
Oggi parleremo dei primi quattro esercizi, utili a fornirci la base necessaria per affrontare il secondo articolo dedicato a questo argomento.
Pronti? Via!
Walking bass su accordo maggiore
La prima cosa da fare è immaginare un’ipotetica linea di basso che sia in grado di esaltare l’accordo (o gli accordi) su cui dobbiamo suonare. Generalmente, dobbiamo far cadere una nota dell’accordo sui tempi forti (primo e terzo della misura), mentre sui tempi deboli (secondo e quarto) possiamo suonare delle note di passaggio (note appartenenti alla tonalità ma non all’accordo).
Nel primo esempio ho scelto come accordo di riferimento il GMaj7, che ci permette di lavorare su posizioni comode sulla tastiera. Si può notare come le note appartenenti alla triade dell'accordo - SOL, SI, RE - siano suonate nei tempi forti della misura.
La linea di basso, posta nell’immagine sottostante, è forse la più basilare di tutte, ma allo stesso tempo ci è utile per comprendere i concetti base dell’accompagnamento in walking bass con la chitarra. Essenzialmente suoniamo per semiminime una scala di SOL maggiore che parte dalla tonica (SOL), arriva alla 5ª (RE) e poi torna indietro fino al punto di partenza.
Dato che la chitarra è uno strumento armonico, inseriamo adesso alcune forme di accordo, tutte ovviamente legate al GMaj7 di partenza. Per ogni nota dell’accordo che incontriamo durante la nostra linea di walking bass, inseriamo un voicing diverso. Quando abbiamo il SOL al basso utilizziamo un G6, con il SI – 3ª maggiore – al basso usiamo il primo rivolto di GMaj7 in drop 3, e quando al basso troviamo il RE – 5ª giusta – suoniamo un Gmaj9 senza la fondamentale.
Per quanto riguarda la mano destra, è possibile suonare questo tipo di accompagnamento sia utilizzando soltanto le dita, cosa che spesso preferisco, sia con plettro e dita. In realtà niente vieta di usare solamente il plettro, però la gestione della suddivisone ritmica, che vedremo più avanti, diventa assai più complessa. Provate le diverse soluzioni e vedete quale faccia al caso vostro!
Walking bass su accordo minore
Adesso riapplichiamo lo stesso concetto di prima, ma stavolta l’accordo di riferimento è un Gm7. Suoniamo adesso la stessa scala del primo esempio, ma la terza da maggiore diventa minore: suoniamo infatti SIb invece di SI naturale.
Ripetiamo il solito procedimento, e aggiungiamo gli accordi alla linea di walking bass. Quando abbiamo il SOL al basso utilizziamo un Gm6, con il SIb – 3ª minore – al basso usiamo il primo rivolto di Gm7 in Drop 3, e quando al basso troviamo il RE – 5ª giusta – suoniamo un Gm9 senza la fondamentale.
Sfruttare la suddivisione in ottavi
In questo esempio riutilizziamo l’accompagnamento che abbiamo imparato a suonare poco fa, ma stavolta ci stacchiamo dall’andamento in semiminime. Per dare quel senso di swing e trascinamento tipico del jazz, dobbiamo sfruttare la suddivisione della pulsazione ritmica in ottavi. Possiamo suonare l’accordo su tutti e due gli ottavi, solamente sul primo oppure solamente sul secondo. Di seguito ho inserito alcune possibilità, sia su Gmaj7 che su Gm7, cercando di dare un po’ di varietà al nostro accompagnamento in walking bass. Mescolando le semiminime con gli ottavi, provate a trovare le combinazioni che più vi piacciono!
Attenzione: è preferibile che la nota al basso rimanga sempre una semiminima, facendo sì che gli accordi e la linea di basso siano due cose ben separate.
Accordo maggiore:
Accordo minore:
Suoniamo una sequenza di accordi
Adesso che abbiamo un po’ di confidenza con il walking bass, proviamo ad applicarlo su una sequenza di accordi molto comune nel jazz (e non solo). Gli accordi che troviamo sono Am7, D7, Gmaj7 e E7, che scritti in gradi diventano IIm7-V7-IMaj7-VI7.
La linea di basso adesso è leggermente più complessa rispetto agli esempi precedenti, avendo infatti smesso di seguire l’andamento diatonico della scala. In questo esempio vengono utilizzate maggiormente le note di passaggio e i cromatismi, sfruttati a cavallo dei cambi di accordo (come avviene fra Am7 e D7 oppure tra E7 e Am7).
Per Am7 usiamo la forma in drop 3 con la fondamentale al basso; per D7 usiamo la forma in drop 2 di D9 (proposta anche con la quinta al basso al posto della fondamentale); per GMaj7 sfruttiamo le stesse forme degli altri esercizi; infine per E7 usiamo due forme in drop 2 con sia la 9# che la 9b (rispettivamente FA##/SOL e FA naturale).
La stessa cosa avviene per lo stesso giro armonico stavolta proposto in tonalità di SOL minore.
Per Am7b5 usiamo prima la forma in drop 3 in stato fondamentale e in seguito il secondo rivolto in drop 2; per D7 utilizziamo le stesse forme di accordo del E7 suonato poco fa, quindi con 9# e 9b; per Gm7 usiamo la forma in drop 3 in stato fondamentale e in primo rivolto; infine per EbMaj7 utilizziamo un voicing drop 2 con la 9ª (FA) al canto. Come ultimo accordo, suoniamo un Gm6 in drop 3.
Consigli per lo studio
Vi suggerisco, come sempre, di imparare lentamente i concetti espressi in questo articolo, in modo da assimilare veramente l’argomento trattato. Inoltre, quando avrete preso un po’ di confidenza con gli esempi da me proposti, provate a crearne altri, cercando nuove soluzioni che possano piacervi. Provate anche a prendere spunto dai grandi del passato, sia per i voicings degli accordi che per la linea di basso: Joe Pass può essere un'ottima fonte di ispirazione!
Ultima cosa ma non meno importante, non studiate sempre nella stessa tonalità, ma cercate lentamente di provarle tutte e dodici.
Infine, ogni tanto date un’occhiata al portale di Guitar Prof perché a breve uscirà il secondo articolo dedicato al walking bass nella chitarra jazz. Fino ad allora, potete gustarvi altri articoli molto interessanti.
Buono studio, alla prossima!