Lou Reed, il cantante e chitarrista di New York considerato un'icona musicale della "Grande mela" ci lasciava il 27 ottobre del 2013
Introduzione
Nella nostra rubrica abbiamo spesso citato i luoghi cardine del rock: locations musicali considerate fondamentali per l'evoluzione del genere. La scuola statunitense, mondo autonomo in contrapposizione alla contemporanea scena inglese, si è sempre divisa in west e east coast, delineando due distinti filoni stilistici.
Quando però si parla di scena alternativa, con le sue numerose sfaccettature urbane in risposta allo stile californiano, New York è il vero melting pot del rock. Da sempre la "Grande Mela" ha dato i natali o offerto asilo a molti grandi nomi, che proprio a NYC hanno gettato le basi per carriere epiche ed interminabili.
I sobborghi metropolitani sono sempre stati l'habitat ideale per lo sviluppo di uno specifico filone di musica rock, le cui sonorità aspre e le tematiche profonde rispecchiavano il duro e travagliato stile di vita della city. Alcuni più di altri sono stati in grado di raccontare la quotidianità di New York, nel bene e nel male, dimostrando una peculiare sensibilità verso le difficoltà spesso conosciute in prima persona.
Le tribolazioni della giungla d'asfalto, con le sue insidie e tentazioni, sono al centro del lavoro di uno dei grandi musicisti newyorkesi, vera icona della città ed onesto ritrattista di una realtà urbana selvaggia ed alienante.
Oggi rendiamo omaggio a Lou Reed, l' autentico figlio dannato di New York City.
Lou Reed
Lewis Reed nasce a Brooklyn nel 1942. Trascorre la sua infanzia nella penisola di Long Island, alle porte di NYC. Sebbene la sua vita artistica sia legata a filo doppio alla realtà cittadina di NY, il giovane Lou trascorre molto tempo in giro per lo stato prima di approdare nella metropoli.
Dopo i trascorsi universitari e le prime incursioni nel mondo della musica, interrotti da alcuni episodi familiari infelici, Lou Reed si trasferisce a New York City nel 1964. Qui inizia a lavorare come autore e muove i primi passi sulla vivida scena urbana dell'epoca.
La figura di Reed è emblematica del periodo newyorkese di inizio sixsties: le sue relazioni iniziali lo suggestioneranno e ne influenzeranno lo stile. L'amicizia con Andy Warhol in particolare e il coinvolgimento con l'entourage artistico di Manhattan, daranno il via al suo primo autentico progetto, fondamentale per capire il periodo di forte transizione culturale.
Lou Reed e i Velvet Underground
Dalla collaborazione di Lou Reed con i giovani e promettenti musicisti newyorkesi nascono i Velvet Underground. Tra i vari personaggi coinvolti nel progetto, quello decisamente preponderante nello sviluppo del sound e dei contenuti della band è indubbiamente John Cale. Il musicista gallese, considerato all'avanguardia già all'epoca, sarà il vero compagno di Reed nella band, curandone anche l'aspetto della produzione artistica.
I Velvet Underground sono considerati capostipiti di un rock psichedelico ed alternativo, esplicito prodotto della costa orientale americana. Ancora oggi, al netto di un incostante e breve periodo di attività, sono apostrofati dalla critica come capitolo essenziale per l'evoluzione del rock.
All'interno di questo gruppo di belle speranze, il giovane Lou Reed svolge i primi esperimenti compositivi degni di nota plasmando, di fatto, il suo tocco personale. E' questo il suo trampolino da cui si lancerà poco più tardi per iniziare la sua carriera solista.
Carriera solista
La carriera solista di Lou Reed collezionerà negli anni un gran numero di successi, consegnando il suo nome al mainstream dei grandi autori americani. Non mancheranno però, soprattutto negli ultimi anni, alcuni scivoloni, che i fans perdoneranno prontamente constatando un deterioramento fisico e mentale del personaggio, ormai prossimo alla dipartita.
Ciò nonostante, la discografia di Lou Reed mantiene quella che era da sempre la promessa dell'autore. Il forte legame con NYC e le forti tematiche di cui narra non mancheranno mai di rivelare un profondo retroscena autobiografico.
Non fa eccezione il disco proposto come ascolto consigliato: Transformer del 1972. L'album, tra i più apprezzati dell'artista, contiene alcune delle sue pietre miliari, conosciute ed omaggiate ancora oggi da cinema, televisione e musicisti contemporanei.
In conclusione
Lou Reed è uno degli ultimi dannati del rock and roll, diapositiva di un'epoca ed uno stile ormai considerati estinti. La sua brutale onestà nell'affrontare i più feroci demoni della natura umana lo ha reso un personaggio in grado di prevaricare la definizione di cantautore.
Reed è infatti considerato un poeta contemporaneo, un attento osservatore di una sottocultura spesso celata dalla società americana, ma indiscutibilmente radicata da sempre nel suo underground.
La dedizione di Lou Reed alla sua città e il suo impegno a raccontarne gli scomodi retroscena sono stati ampiamente ripagati negli anni dall'immenso affetto dei newyorkers di 3 generazioni.
Chi vi scrive era a NY il 27 ottobre 2013 e ricorda bene il giorno in cui il cuore di Brooklyn si è spezzato. Nelle strade riecheggiava la musica di quello che era uno dei preziosi figli di una città affranta.
Da sempre i newyorkesi idolatrano gli artisti che dimostrano di amare la città, di carpirne l'essenza e pagare per questo un alto tributo. E' successo con nomi del calibro di Bob Dylan e Paul Simon; questo caso non fa eccezione.
Lou Reed è NYC, con le sue assurdità, le sue contraddizioni e le sue psicosi; schietto ambasciatore musicale della città che non dorme mai.