In De Visu, il chitarrista siciliano ci racconta in prima persona un mondo privato fatto di istinti musicali impossibili da sopire
I lettori più affezionati di guitarprof conoscono bene il nome di Sergio Casabianca. Oltre ad essere un eccelso chitarrista e didatta, Sergio è infatti uno dei collaboratori storici del nostro blog e ne cura da anni, alcune tra le più interessanti pubblicazioni. Per chi volesse approfondire il suo lavoro all'interno delle nostre pagine, ecco la raccolta dei suoi interventi.
Il 6 ottobre scorso è uscito De Visu, il nuovo disco del musicista catanese. E' un album dedicato ai luoghi cardine della carriera di Casabianca, che ne hanno segnato il percorso musicale e ispirato questa pregevole "fatica discografica".
Sergio Casabianca
Sergio Casabianca nasce a Catania nel 1990 e inizia presto ad interessarsi alla musica ed in particolare alla chitarra. Sebbene il suo approccio allo strumento passi attraverso diversi stili e generi musicali, è nel jazz che si consolida la passione di Sergio, che lì incentra il prosieguo del suo intenso percorso accademico.
La costante ricerca musicale ed il desiderio di affinare il suo linguaggio personale portano Sergio ad intensificare gli studi, dentro e fuori la sua Sicilia, con illustri mentori quali Paolo Sorge, Alessio Menconi e Luca Galeano, per citarne alcuni.
Diplomatosi in chitarra jazz presso l'Istituto Bellini di Catania e al Conservatorio Scarlatti di Palermo, inizia a partecipare a prestigiosi concorsi, nazionali ed esteri. Il denso percorso di specializzazione passa poi attraverso seminari e masterclass come quelle di Kurt Rosenwinkel, Alex Sipiagin e Seamus Blake.
Quel che segue per Sergio è un assiduo spendersi nel panorama nostrano, coinvolto in progetti a tutto tondo. Non mancano dunque autorevolissime collaborazioni nel suo pellegrinaggio musicale, perpetrato tra esibizioni, insegnamento e pubblicazioni varie.
nel 2017 arriva il suo primo lavoro da leader dal titolo Out Of Cage, dove Casabianca fornisce il suo personale punto di vista sulla musica di Charlie Parker.
Oggi prendiamo in esame l'ultimo lavoro in studio di Sergio Casabianca, fresco di pubblicazione: De Visu edito da TRP Music.
De Visu: il disco
In De Visu, Sergio Casabianca concentra tutti le componenti di quella che è la sua visione della musica jazz: una visione personale ed innovativa che incorpora dettami conclamati, lasciandosi però sedurre da contaminazioni moderne ed attuali. Il tutto è confezionato in una chiave propria e personale, che ha il pregio di proporre sonorità dal retrogusto familiare ed inedito al tempo stesso.
L'album è dunque un prodotto che richiede un ascolto concentrato ed attento, per non lasciarsi sfuggire le molte gustose sfumature che ne fanno la grandezza. Perchè se, come detto, non mancano i preziosi rimandi alla tradizione, De Visu è di certo ricco di riferimenti a "mondi" musicali limitrofi al jazz, che si legano a meraviglia nel raggiungere lo scopo primario di un viaggio intimo e rivelatore.
Tutto nel disco, dagli arrangiamenti all'interplay tra i musicisti, alla scelta dei suoni della chitarra, sottolinea l'apertura a suggestioni esterne, talvolta quasi hip hop. Elemento preponderante di questo prodotto discografico è chiaramente la chitarra, protagonista discreta che Casabianca usa con un'estrema raffinatezza anche nei brani più vivaci, ponendola al centro senza mai egocentrismo.
L'obiettivo di De Visu è quindi centrato in pieno dal suo autore: un disco in grado di appagare i desideri degli amanti della sei corde e di coinvolgere anche ascoltatori non addetti ai lavori.
La track list
01- Dreams in a Spiral
02- Sire
03- De Visu
04- Birds of san Marco
05- Milo Crew
06- Supposed Teachers
07- Desk of Love
08- Fondamenta nuove
09- Raining in My House
Per De Visu, Casabianca sceglie la formula del trio, avvalendosi di Riccardo Grosso al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. La scelta dell'autore si rivela azzeccata. L'ensemble ridotto infatti è il tramite ideale per raccontare le sue storie, talvolta sussurrate e dolci, talvolta energiche e coinvolgenti. Le sonorità dell'album, dunque, non appaiono mai scarne o sguarnite. Al contrario, il sound snello e fresco del trio garantisce evoluzioni imprevedibili all'interno dei brani, contribuendo a mantenere un mood dinamico nel disco.
Il suono è affidato alle cure del fonico Riccardo Samperi, che rende giustizia alle atmosfere ricercate di Casabianca e colleghi, estremamente varie proprio grazie alla già citata "migrazione " attraverso i vari stili. E' questo un particolare apprezzabile lungo tutta la track list, che si presenta ricca e capace di disegnare ambientazioni molto varie e cangianti.
Per concludere
Con De Visu, Sergio Casabianca ci apre le porte di uno scenario inaspettato frutto di un'onesta introspettiva, che rivela una pressante esigenza di esprimersi nel raccontare "aneddoti musicali" ispirati ad un vissuto personale.
Non certo una sperimentazione sregolata e selvaggia la sua dunque; piuttosto una ponderata, seppur libera, esplorazione di suoni e stili con cui contaminare la matrice jazz del disco, creando una versione esclusiva ed autentica.
Casabianca ha indubbiamente il merito di aver tradotto le proprie sensazioni private in un prodotto musicale eterogeneo ed originale, ma che profuma di tradizione. Parlando con l'autore, che ci ha confidato i suoi intenti compositivi, abbiamo compreso come De Visu sia album capace di coinvolgere nell'ascolto anche i profani del jazz, senza per questo disattendere le aspettative degli appassionati.
I sapienti arrangiamenti dimostrano la capacità di creare una miscela raffinata tra gli elementi, senza sminuire la profonda naturalezza di fondo che traspare in ogni singola traccia dell'album. Ascoltando De Visu si ha l'impressione che tutto si svolga in modo molto fluido. La chitarra, protagonista mai ridondante, si mette al servizio dei brani impreziosendoli con melodie decisamente ispirate.
Sergio Casabianca, del resto, non manca mai di rivendicare un viscerale amore per i grandi nomi della chitarra jazz che lo suggestionarono negli anni di studio. Impossibile, quindi, non riscontrare nel disco analogie stilistiche con i suoi eroi musicali, cui ha spesso reso omaggio proprio dalle pagine di guitarprof.
De Visu è dunque un album che riesce a raccontarci storie e luoghi che sono la profonda suggestione della musica dell'artista. L'autore, profondamente legato alle sue radici, ma non per questo impantanato in dettami preimpostati, ci offre un risultato sorprendente e decisamente non scontato.