Scritto da: Alessio Lottero - Categorie: blues / guitar stories / rock

George Thorogood: il "cattivo fino al midollo"del boogie blues

George Thorogood, il chitarrista e cantante americano, emblema del rock blues a cavallo tra gli anno 70 e 80, spegne 74 candeline


Introduzione

Abbiamo spesso citato i grandi nomi del rock, legandoli indissolubilmente alla tradizione e al blues da cui tutto è iniziato. Il perpetuo scambio di suggestioni tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra ci ha fornito la genesi per declinare tutte le varie forme di rock blues, dagli esordi sino alle proposte contemporanee.

E' facile notare, dunque, come all'interno di questo vasto e mutevole contenitore, sia possibile perdere la connessione iniziale con il delta, fuorviati dalle molte "variazioni sul tema" attraverso i decenni.

Preservare la tradizione e il sound originale è sempre stata dunque una necessità quasi filosofica. Si tratta di un'irrinunciabile esigenza di conservare per i posteri la matrice musicale del rock blues. E' questa una preziosa missione culturale di cui alcuni eroi del genere si sono storicamente presi carico.

Oggi rendiamo omaggio ad un grande divulgatore della musica americana, nella sua accezione più classica: quella del rock statunitense e delle sue influenze "casalinghe". Un protagonista eccelso della fusione tra boogie, rock and roll, country e delta blues: George Thorogood.


George Thorogood

George Thorogood nasce a Wilmington, nel Delaware il 24 febbraio del 1950. Sebbene distante da quello che è notoriamente considerato il fulcro geografico del blues, il venticinquenne George riesce ad approdare alle cronache musicali. Questo grazie ad un'innata predisposizione per il canto e la chitarra; chitarra che il giovane apprendista bluesman suona da subito emulando i grandi del passato, di cui si invaghisce sin dalla più tenera età.

Nella musica di George Thorogood, sin dalle prime stesure amatoriali, si evince infatti la sua infatuazione per Hound Dog Taylor e Bo Diddley. L'amore per il blues e il rock and roll lo potano a sviluppare uno stile energico e conciso che rende omaggio a John Lee Hooker e Chuck Berry.

Famoso per il suo stile aggressivo e la sua ritmica potente, Thorogood diventa presto un volto noto tra i musicisti rock blues di fine anni 70. Ma è nei primi anni 80 che il chitarrista raggiunge il vero successo, apice di una carriera che lo vedrà oscillare spesso tra alterne fortune e fugaci momenti di spiccata notorietà.

L'arrivo degli anni 90 segna un ritorno alle scene ed al mainstream, riaffermando la sua presenza sulla scena con dischi interessanti, sebbene considerati dagli appassionati, di "routine".


I Destroyers

George Thorogood And The Destroyers
Photo by Brooklyn Paper

I Destroyers sono l' ensemble dei musicisti al fianco di George Thorogood sin dall'inizio della sua carriera. Così come il frontman, anche i membri della band sono provenienti dal Delaware, figli di un'America suburbana che anela alla scena blues, malgrado ne sia culturalmente e geograficamente distante.

La band vede Jeff Simon alla batteria, Ron Smith alla chitarra e Micheal Lenn al basso, poi sostituito in pianta stabile da Bill Blough. Grazie a questi musicisti entusiasti e determinati a rivisitare il delta blues, Thorogood inizierà una carriera felice e meritevole di aver riportato lustro al blues.

Questo lustro che era ormai cosa del passato e aveva relegato il genere ad una sorta di stand by, sin dopo il periodo Johnny Winter.


Ascolto consigliato: George Thorogood - George Thorogood And The Destroyers (1977)

George Thorogood And The Destroyers (1977)
Photo by Wikipedia

Il successo discografico di George Thorogood raggiunge l'apice nel 1982, con Bad To The Bone. Dall' album è tratto l'omonimo singolo che lo porta alla ribalta: il brano che lo consacrerà alla storia del rock blues americano.

L'ascolto suggerito oggi rende invece omaggio all'album di esordio del musicista, inizio della sua carriera votata a perpetrare la tradizione dei bluesmen del passato. Nel primo lavoro in studio di Thorogood, datato 1977, ci sono tutti gli ingredienti originali del sound made in USA.

Il disco, che incorona George come performer di prima grandezza, ne mostra palesemente i tratti salienti del suo stile: un rock blues graffiante e ruvido, che lascia però spazio a momenti più posati ed intimi. La chitarra nervosa, la voce rauca e uno slide sprezzante reinterpretano il classic blues con vena quasi punk.

Sebbene non manchino gli spunti personali ed una certa esclusività stilistica, George Thorogood And The Destroyers è decisamente una dichiarazione d'amore alla musica folk d'oltre oceano e al delta blues. E' un prodotto 100% americano, emblema di un conclamato filone musicale che rimanda ai vecchi fasti.



In conclusione

George Thorogood non può certo dirsi autore innovativo o artefice di profonda rifondazione musicale; il suo prezioso contributo alla scena americana è da ricercarsi altrove. Thorogood è infatti uno degli autentici portavoce della tradizione rock blues, ambasciatore appassionato e meritevole di aver traghettato il genere attraverso due decenni agli antipodi.

Con i Destroyers, fedeli compagni nella sua opera di conservazione della tradizione e la sua Gibson 125, il chitarrista del Delaware ha saputo guadagnarsi un posto nell'albo delle icone musicali statunitensi.

Tacciato talvolta di essere anacronistico e ripetitivo, Thorogood ha invece mantenuto vivido uno stile altrimenti destinato ad essere edulcorato dai dettami del rock anni 80. Per questo motivo rimane uno degli ultimi puristi del boogie blues.

Appare dunque chiaro come, al netto di un' innegabile notorietà, Thorogood abbia pagato la dedizione al blues con una carriera modesta. Destino questo, condiviso con altri grandi "soldati" della tradizione, che lo ha reso da sempre un'icona.


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Alessio Lottero -