Scritto da: Daniele Vettori - Categorie: tutto il resto

Scala minore armonica e melodica: riconoscerle ad orecchio

Essere in grado di riconoscere una scala ad orecchio può risultare utile sia per trascrivere linee melodiche come soli o riff di chitarra, che per improvvisare in modo più consapevole. Avere un orecchio allenato nel riconoscimento di una determinata scala vuol dire averla interiorizzata e studiata in modo approfondito, sopratutto per quanto riguarda gli intervalli. Questo articolo è dedicato al riconoscimento di due particolari scale: la scala minore armonica e la scala minore melodica, entrambe usate trasversalmente in molti generi, dal rock al jazz.


Prima di iniziare: quanto è allenato il vostro orecchio?

Prima di imparare a riconoscere la scala minore armonica e melodica ad orecchio, è necessario essere certi di saper riconoscere la scala maggiore e la scala minore naturale. Possibilmente sarebbe meglio saper riconoscere, più in generale, tutti i modi della scala maggiore ad orecchio.

Con gli appositi esercizi di ear training contenuti in questo articolo e l’ausilio della piattaforma teoria.com sarete in grado di farlo. Dunque il mio consiglio è: se non vi sentite pronti per queste due scale dalle sonorità particolari, prima lavorate bene sugli argomenti di cui sopra. Se invece non vi sentite sicuri neanche sul riconoscimento degli intervalli, ripartite da qui. Per quanto mi riguarda il riconoscimento degli intervalli è propedeutico a qualsiasi tipo di riconoscimento scala.


Riconoscere la scala minore armonica e melodica, mettendole in relazione alla scala minore naturale 

Il primo passo da fare per riconoscere la scala minore armonica e melodica ad orecchio è metterle in relazione ad una scala minore naturale (o modo eolio); analizzando gli intervalli interni alle tre scale. Quando si parla di intervalli interni, ci si riferisce sempre agli intervalli che si generano tra la tonica della scala e le altre note. Ecco un esempio delle tre scale, che originano tutte dalla nota La:

riconoscere scala minore armonica e melodica

Come possiamo vedere dall’immagine, la scala minore armonica differisce dalla scala minore naturale per quanto riguarda l’intervallo di settima, che nel caso dell’armonica è maggiore, mentre nella minore naturale è minore. Ciò fa si che si crei anche un salto di un tono e mezzo tra la sesta e la settima nota della scala minore armonica. Questa caratteristica, già di per sè, rende la scala minore armonica facilmente riconoscibile ad orecchio. La scala minore melodica, invece, differisce dalla scala minore naturale sia per l’intervallo di sesta che per quello di settima, che nella scala minore melodica sono entrambi maggiori.

Ciò che dovete fare a questo punto, durante gli esercizi di ear training, è focalizzare l’attenzione proprio su questi intervalli: la sesta e la settima. Sono quest’ultimi che vi diranno se siamo in presenza di una scala minore armonica o melodica. Come in tutti gli esercizi di ear training, dovrete prima cantare correttamente tutte le note della scala, poi focalizzarvi sulla sesta e la settima. Se necessario cantate solo quelle due note e mettetele in relazione alla tonica della scala: cantante dunque tonica-settima e tonica-sesta. In questo modo saprete con certezza se tali intervalli sono maggiori o minori. Consiglio per esercitarsi sempre la piattaforma teoria.com, inizialmente consiglio di limitarsi al solo riconoscimento di queste tre scale minori, senza aggiungere nient’altro.


Un altro modo di pensare la scala minore melodica e un’altra tecnica per riconoscerla ad orecchio

Adesso mettiamo in relazione la scala maggiore di La con la scala minore melodica di La, utilizzando la seguente immagine:

scala minore melodica e scala maggiore

Come possiamo notare, le due scale differiscono per un solo intervallo: quello di terza. Ebbene sì, anche se a livello teorico non è del tutto corretto, posso pensare alla scala minore melodica come ad una scala maggiore che contiene un intervallo di terza di minore, al posto di un intervallo di terza maggiore. Sotto il profilo teorico è più corretto far rientrare la scala minore melodica sotto la categoria delle scale minori, e dunque non pensarla come derivata da una scala maggiore.

A livello di Ear Training però, potrebbe risultare semplice riconoscere la scala minore melodica in questo modo. Pensare dunque ad una scala maggiore, che contiene però un intervallo di terza minore. In questo caso focalizzeremo l’attenzione, durante gli esercizi, proprio sull’intervallo di terza. 

Spero che questo articolo vi sia stato utile e non mi resta che augurarvi buon lavoro!

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Daniele Vettori -