Scritto da: Sergio Casabianca - Categorie: improvvisazione

Improvvisare su una corda sola: una pratica sottovalutata

Un espediente importantissimo, spesso tralasciato, per aumentare le nostre capacità melodiche e di visualizzazione.


Improvvisare su una corda sola ci permetterà di affinare diverse abilità e migliora la nostra visualizzazione sullo strumento. Si tratta di un processo di studio spesso citato da Mick Goordick nel suo celeberrimo metodo The Advancing Guitarist.
Si rintraccia spesso lo sviluppo lineare su corda singola nell’improvvisazioni di grandi chitarristi jazz come Pat Metheny, Joe Pass, John Abercrombie ed altri ancora. Inoltre questo modo di suonare è certamente utilissimo per la comprensione di semplici frasi melodiche e vari incisi nel mondo della chitarra Rock e Pop.


La corda singola

Improvvisare su una corda sola apre le strade ad un processo di conoscenza dello strumento che, semplificando, approfondisce ed arricchisce la nostra conoscenza.
Come sappiamo la chitarra ha una particolare accordatura dovuta anche alla necessità di porre diverse corde in senso verticale per avere più note a disposizione in modo comodo.
Idealmente avremmo potuto avere una corda lunghissima su cui trovare tutte le note, ma le misure del manico sarebbero state letteralmente gigantesche!
Tuttavia, nello stretto ma comodo spazio che lo strumento ci concede, sarebbe riduttivo non utilizzare anche dei frammenti lineari su una corda singola. 
Sarà probabilmente più scomodo su grandi estensioni ma ci darà due grandi vantaggi: visualizzare realmente le note che cerchiamo; non spezzare il fraseggio in funzione di una diteggiatura poco flessibile. 
Sui cambi di accordo, inoltre, improvvisare su una corda sola migliorerà la nostra consapevolezza sulle differenze armoniche della progressione.


Come fare ad improvvisare su una corda sola?

Per chi non è abituato a gestire la melodia anche in questo modo, l’approccio di cui stiamo parlando potrebbe risultare inizialmente scomodo e limitante. Poco male! Ci accorgeremo ben presto che è tutto il contrario ed è decisamente complementare alle diteggiature studiate.
Il primo step da affrontare è quello di scegliere una scala maggiore o un modo della scala maggiore e memorizzare su ogni singola corda le note appartenenti.
E’ dunque consigliabile eseguire questo sano esercizio di ricerca con l’ausilio di una backing track su accordo singolo, o giro armonico privo di sostituzioni ed alterazioni.
Questo è solo il primo passo per affinare questa tecnica: ci serve la giusta sicurezza e libertà di muoverci, nonostante già in questa fase si potrebbero differenziare le note sul giro armonico. Ma ne parleremo più avanti.
Proviamo a ricercare le note della scala di DO maggiore sulle varie le corde.

Improvvisare su una sola corda.
Scala di Do maggiore sulla 2a corda

Qui sopra ecco l'esempio sulla 1a corda, di seguito lo stesso principio su corda 2 e 3:

Scala di Do maggiore sulla 2a corda. Guitarprof blog
Scala di Do maggiore sulla 3a corda. Guitarprof blog

Scegliere le note 

Iniziando a famigliarizzare con questa visualizzazione orizzontale aumentiamo la nostra consapevolezza sulla posizione delle note e dunque la nostra possibilità di scelta delle stesse. 
Ci trasformiamo, dunque, in chitarristi da strumento monodico, come se fossimo quasi dei trombettisti, dei sassofonisti o dei trombonisti.
Se suoniamo dunque la scala di DO maggiore su di un semplice turn around in DO senza sostituzioni o alterazioni, potremmo esercitarci a rintracciare le note di triadi o arpeggi.
Ovviamente, allo stato di studio, si riducono le possibilità data la necessità di focalizzarci su alcuni intervalli e magari tralasciare quelli meno agevoli. Ecco due esempi di triadi diatoniche per gli accordi di DO e LA minore.

Triade di Do maggiore diteggiata solo sulla 2a corda.
Guitar prof blog
Triade di La minore sulla 2a corda
Guitar prof blog

Tutte queste restrizioni però decadono e concorrono ad un grande passo in avanti quando facciamo entrare in gioco anche le estensioni dell’accordo. Viene così premiato anche il grado congiunto dal punto di vista melodico: ovvero ci spostiamo tranquillamente per toni o semitoni diatonici toccando anche 9a, 11a e 13a dei vari accordi. L’importante è scegliere! 


Improvvisare su una corda sola enfatizzando i cambi

Adesso che siamo più consapevoli sulla scelta delle note e sullo snodo melodico di semplici e brevi frasi, possiamo scegliere ancora meglio le note per possibili sostituzioni diatoniche, armoniche ed alterazioni degli accordi di dominante.
Ad esempio sullo stesso turn around di DO che abbiamo esaminato potremmo incontrare dominanti secondarie o accordi alterati.
Basterebbe anche andare a scegliere le nuove scale da sommare, o semplicemente alcuni frammenti di esse per avere una sonorità più ricca e completa anche su una corda sola.
Ad esempio, potremmo enfatizzare la 3a maggiore delle dominanti secondarie su VI7 e II7 e configurare la visualizzazione della minore melodica di Ab per alterare il V, ovvero G7 superlocrio.
E’ ovviamente possibile abbellire il tutto con approcci cromatici ed enclosure, ma queste sono skills da studiare a parte.

Improvvisare su una corda sola. Le note di Ab minore melodico sulla 1a corda per avere il sound di G7 superlocrio.

Improvvisare su una sola corda in ambito modale

Improvvisare su una corda sola è decisamente importante anche per i brani cosiddetti modali: ovvero quei brani in cui l’armonia si riferisce costantemente ad uno più modi piuttosto che allo sviluppo tonale della progressioni.
Già basti pensare a quanto è utile collegare in senso orizzontale, su di una corda, alcune forme di arpeggio dello stesso accordo. 
Molto spesso sulla 1a e sulla 2a corda si verifica la necessità di allungare ed allagare la frase aggiungendo una o due note in più. Inoltre, la ricerca nota per nota su una singola corda ci aiuterà a focalizzare ancor di più le estensioni 9a, 11a e 13a molto spesso caratteristiche di alcune sonorità modali.
Perché non sfruttare dunque questo modo di suonare anche per essere più lirici sullo strumento?
Senza dubbio potrebbe essere interessante anche nell’imitazione di alcuni grandi dell’improvvisazione jazz pensata e misurata come Miles Davis, Chet Baker o Paul Desmond.


Sviluppi e flessibilità di studio

Avere intenzione di affinare questo approccio allo studio è senza dubbio nobile, ma bisogna essere pazienti e flessibili. In primo luogo è ovvio che ci potrebbe essere una grande discrepanza tra la soddisfazione ad eseguire una frase, magari complessa, con diteggiature miste e suonare, invece, soltanto poche note su una corda sola. Attenzione: potrebbe sorprendervi l’incredibile controtendenza di volere essere chiari e concisi e improvvisare su una sola corda.
Essere flessibili, inoltre, vuol dire capire bene quando è efficace o necessario combinare varie possibilità.
Ad esempio, incrementando la consapevolezza sulle singole corde, potremmo decidere di usare una coppia di corde adiacenti con criteri simili. Avremo così più note possibili, più combinazioni e vedremo ancora altro materiale man mano che indaghiamo.
Mick Goodrick, inoltre, ci invita ad attuare questo pratica anche educare la mano a scoprire movimenti nuovi e diteggiature inconsuete: addirittura con un solo dito!

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Sergio Casabianca -