Il riconoscimento degli intervalli, nell’ambito dell’Ear Training, implica saper riconoscere anche intervalli di tipo armonico. Dunque una coppia di suoni, comunemente definita intervallo, suonati però contemporaneamente. Questa è indubbiamente una abilità necessaria da acquisire, se vogliamo in seguito cimentarsi nel riconoscimento di triadi ed accordi a quattro o più voci.
Intervalli armonici e intervalli melodici: cosa sono
Gli intervalli armonici e gli intervalli melodici, condividono la stessa base a livello teorico. Se non vi ricordate la classificazione degli intervalli, qui un articolo dedicato all’argomento. L’unica differenza è la modalità con la quale vengono suonati. Gli intervalli melodici sono una coppia di note, suonate singolarmente, in direzione ascendente o discendente. Gli intervalli armonici sono una coppia di note, suonate contemporaneamente.
In questo articolo, ho trattato in modo specifico il riconoscimento degli intervalli melodici tramite incipit musicali. Se non siete in grado di riconoscere ad orecchio ogni tipo intervallo melodico, ascendente o discendente, tramite la tecnica sopra citata; non andate avanti nella lettura. Solo successivamente, quando sarete in grado di riconoscere bene tutti i tipi di intervalli melodici, affrontate gli argomenti contenuti di seguito.
Come riconoscere gli intervalli armonici ad orecchio
Una delle tecniche più immediate per riconoscere gli intervalli armonici ad orecchio, è sempre quella degli incipit musicali. Lo step in più che dovrete imparare, sarà di riuscire a dividere le due note che sentite suonate contemporaneamente. Per farlo dovrete usare la voce. Sarà dunque necessario, in una fase iniziale, fare due ascolti per ogni intervallo armonico. Con il primo ascolto dovrete individuare la nota più bassa delle due e poi cantarla. Con il secondo dovrete individuare invece quella più alta, e poi cantarla. Cantando le due note in sequenza, vi troverete in presenza di un intervallo melodico ascendente; a quel punto sarà semplice capire di che intervallo si tratta.
Attenzione: per esperienza diretta con i miei allievi, vi dico che non sempre è semplice cantare prima la nota bassa. L’orecchio tende a percepire più facilmente le frequenze alte, dunque vi capiterà spesso di individuare prima la nota alta delle due. Non spaventatevi, con la pratica riuscirete ad individuare e cantare facilmente anche la nota bassa dell’intervallo. In ogni caso, se individuate prima la nota alta e poi la bassa, cantandole in sequenza vi troverete in presenza di un intervallo melodico discendente.
Intervalli ampi e stretti
Come gli intervalli melodici, anche gli intervalli armonici possono essere ampi o stretti. Quindi possono contenere al loro interno un numero alto o basso di note. Facciamo due esempi:
Il primo intervallo DO-LA è un intervallo di sesta maggiore, quindi contiene sei note al suo interno. Il secondo intervallo RE-FA ne contiene solo tre.
Se questi intervalli vengono suonati melodicamente la differenza è facilmente percepibile; si sente chiaramente che il primo intervallo è più ampio. Quando vengono suonati armonicamente invece, la differenza la si percepisce peggio. Provate a suonarli al pianoforte (o alla chitarra) e ve ne renderete subito conto.
Questo è il motivo per cui vi dovrete abituare da subito a riconoscere se un intervallo armonico è ampio o stretto, ancor prima di capire che intervallo sia o di cantare le singole note da cui è composto. Capire se un intervallo armonico è ampio o stretto vi aiuterà a riconoscerlo e a non sbagliare.
Attenzione a non confondere l’intervallo con il suo rivolto
Prendiamo in esame il seguente intervallo armonico:
L’intervallo è di sesta maggiore, composto dalle note DO-LA. In fase di riconoscimento, capita a volte di sbagliare; di cantare la nota bassa un’ottava sopra (perché magari troppo bassa per la vostra voce), il risultato sarà il seguente:
Quello che state cantando è un intervallo di terza minore, LA-DO, esattamente il rivolto dell’intervallo iniziale. Fate attenzione in fase di studio.
Intervalli armonici dissonanti
Esistono alcuni intervalli armonici particolarmente dissonanti, motivo per il quale diventa abbastanza semplice riconoscerli ad orecchio, a volte anche senza cantare le singole note da cui sono composti. Gli intervalli in questione sono la quinta diminuita, la settima maggiore e la seconda minore.
Ecco tre esempi:
Provate ad eseguirli al pianoforte (o alla chitarra) e vi renderete subito conto della dissonanza presente in queste coppie di note.
Come e dove studiare
Inizialmente, il mio consiglio è di fare delle sessioni da non più di 5 minuti su teoria.com. Qui trovate un articolo dedicato al portale.
Per quanto riguarda le tipologie di intervalli armonici; partite da terze maggiori e minori, quarte e quinte giuste, ottave. Poi aggiungete le seconde maggiori e minori e le seste maggiori. Infine settime maggiori e minori, seste minori e quinte diminuite. Il portale ha la possiblità di impostare l’estensione usata per gli intervalli sui vari range vocali; è un’opzione utile, sfruttatela.
Dopo un po’ di pratica non solo sarete in grado di riconoscere tutti i tipi di intervalli armonici, ma alcuni li riconoscerete al primo ascolto senza dover necessariamente cantare le singole note da cui sono composti.
Buon lavoro.