Tutti noi, o quasi, abbiamo iniziato a improvvisare utilizzando la scala pentatonica minore e la scala pentatonica maggiore. Sfruttando le posizioni che già conosciamo, è possibile aggiungere nuove sonorità al nostro fraseggio grazie alle sostituzioni pentatoniche. In questo articolo vedremo insieme cosa sono e il loro utilizzo più comune.
Se già conosci molto bene le varie posizioni delle scale pentatoniche principali - maggiore e minore - ma sei in cerca di nuove soluzioni da applicare al tuo fraseggio, allora questo articolo potrà sicuramente tornarti utile. Oggi cercheremo di sfruttare le conoscenze che già abbiamo acquisito per espandere le nostre idee solistiche attraverso le sostituzioni pentatoniche principali.
Sostituzioni pentatoniche?
La sostituzione pentatonica è un'imposizione di una scala pentatonica differente da quella relativa all’accordo, come se noi ci immaginassimo un accordo diverso da quello che realmente è presente nell’armonia.
Questa sovrapposizione armonica/melodica, ci permette di aggiungere nuovi colori rispetto a quelli che il nostro orecchio già conosce, creando varietà all’interno del fraseggio.
Prendendo come fondamentale il DO, in questo articolo tratteremo gli accordi principali sui quali è possibile applicare questo concetto: Cmaj7 e Cmin7 (con qualche extra che vedremo più avanti). Per il primo useremo la pentatonica originale più due sostituzioni (dalla 9a e dalla 5a), mentre per il secondo useremo la pentatonica originale e una sostituzione soltanto (dalla 9a... poi ne vedremo il motivo).
Per ogni caso che affronteremo, ho deciso di non inserire dei licks da imparare, ma piuttosto ho optato per suonare in modo libero. L'obiettivo è cercare di captare la sonorità della sostituzione - suonando anche lentamente nota per nota - per essere poi in grado di gestirla al meglio scegliere se suonarla o meno.
Accordi maggiori: pentatonica dalla fondamentale
Iniziamo con una sonorità che già dovremmo conoscere: la pentatonica maggiore di DO su Cmaj7.
In questo caso la scala suona ovviamente bene, ma non aggiunge nessuna varietà. Come in tutti gli esempi audio che ho inserito, inizialmente verrà suonata la scala pentatonica in senso ascendente, per poi sganciarmi verso un fraseggio più libero.
Accordi maggiori: pentatonica dalla 9a
Adesso le cose iniziano a farsi più interessanti. Utilizziamo la pentatonica maggiore di RE su Cmaj7, composta dalle note RE (rispetto all’accordo una 9a), MI (3a), FA# (#11), LA (13a) e SI (7a). Questa sostituzione richiama decisamente una sonorità appartenente al modo lidio, come se l’accordo sottostante fosse un Cmaj7#11. In ogni esempio ho però preferito lasciare l’accordo con la quadriade originale, in modo che sia il nostro strumento ad aggiungere tutti i colori desiderati.
Accordi maggiori: pentatonica dalla 5a
Stavolta suoniamo la pentatonica maggiore del quinto grado, ovvero SOL. Le note che compongono la scala sono SOL (rispetto all’accordo una 5a), LA (13a), SI (7a), RE (9a) e MI (3a).
In questo caso il fraseggio suona molto in linea con l’accordo, riuscendo però a far uscire il colore di due estensioni (9a e 13a).
Accordi minori: pentatonica dalla fondamentale
Passiamo adesso al secondo accordo – Cm7 – e suoniamo la sua pentatonica minore. Come prima per l’accordo maggiore, anche in questo caso la scala suona ovviamente bene ma non aggiunge nessun colore particolare.
Accordi minori: pentatonica dalla 9a
Stavolta suoniamo la pentatonica minore di RE, sempre su Cm7. Le note sono RE (9a), FA (11a), SOL (5a), LA (13a) e DO (F). Questa sostituzione mette in risalto la sonorità del modo dorico, grazie alla nota LA, come se l’accordo sottostante fosse un Cm6.
Accordi minori: pentatonica dalla 5a?
Giunti a questo punto, se provassimo a suonare la pentatonica minore del quinto grado (SOL), noteremmo qualcosa di strano. Le note sarebbero SOL (5a), SIb (b7), DO (F), RE (9a), FA (11a), e se siete degli acuti osservatori vi renderete conto che mancherebbe il grado più importante di un accordo: la terza! Per questo motivo preferisco suonare la pentatonica del quinto grado su un accordo sospeso (C7sus) piuttosto che su un minore settima.
Ancora accordi sospesi
In realtà quando parlavamo degli accordi minori e della pentatonica dalla 9a ho volutamente tralasciato un dettaglio. Riapplicando il ragionamento fatto nell’esempio precedente, ci accorgiamo subito che anche suonando la pentatonica minore di RE escludiamo il MIb, terza minore di Cm7. Per questo motivo anche questa scala può essere suonata su un accordo sospeso, come potete ascoltare qui di seguito.
La differenza fra la sostituzione con la pentatonica minore di SOL e quella di RE è che quest’ultima utilizza anche la 13a e quindi può avere sonorità doriche.
Qualche piccolo extra
In questa ultima parte dell’articolo ho voluto inserire ancora due esempi (se le scorte di energie non sono finite).
Il primo riguarda l’accordo C7#9, sulla chitarra reso famoso dal leggendario Jimi Hendrix. L’accordo è formato dalle note DO (F), MI (3a), SOL (5a), SIb (b7) e RE# (#9). Ciò che dobbiamo fare è interpretare il RE# come fosse un MIb: questo ci “autorizza” a suonare su questo accordo la pentatonica minore di DO, ignorando il MI naturale.
L’ultimissimo accordo che trattiamo è un C7alt, sul quale andremo a suonare la pentatonica minore una terza minore sopra (quindi Eb) oppure, se vi permette di orientarvi meglio, la pentatonica maggiore dal tritono (Gb).
Dato che la prima scala con cui io abbia mai improvvisato è la pentatonica minore, quando suono preferisco pensare questa sostituzione in relazione al MIb. La scala è composta da MIb (meglio vederlo come RE#, #9 di C7alt), SOLb (o FA#, #11), LAb (o SOL#, #5), SIb (b7), REb (b9).
Come possiamo constatare, questa pentatonica contiene tutte le note significative dell’accordo alterato, permettendoci a pieno titolo di poter applicare questa sostituzione. Dobbiamo però fare attenzione a come utilizzare questa scala, dato che si basa esclusivamente su note molto tensive.
Consigli per lo studio
Come detto all’inizio dell’articolo, vi consiglio di provare ogni singola sostituzione lentamente, in modo da comprendere a fondo il peso di ogni singola nota e la relazione che possiede rispetto all’accordo sottostante. Anche se si possono utilizzare le stesse posizioni delle scale pentatoniche, i nostri punti di riferimento saranno assai diversi, perciò è necessario procedere con un po' di cautela.
Buono studio, alla prossima!