Scritto da: Luca Gelli - Categorie: teoria e armonia

Segni dinamici e di espressione nella notazione musicale

La notazione musicale è un’arte complessa che, da un certo momento storico in poi, si è evoluta insieme alla musica stessa. Oltre all’altezza dei suoni e alla durata di note e pause si è resa necessaria la creazione di simboli e definizioni tecniche che permettessero la rappresentazione grafica di tutta una serie di parametri riguardanti l’intensità, l’espressione e gli abbellimenti con cui vengono suonate le note stesse.


Altezza e durata delle note non sono sufficienti

Sebbene i parametri dei suoni riguardanti altezza e durata siano quelli principali, non sono sufficienti a trasportare su carta una serie di fattori come l’espressione, la dinamica, la pronuncia e gli abbellimenti delle note…. Insomma tutte quelle sfumature che rendono magica e viva la musica. Per questo scopo sono stati creati i segni dinamici e vari simboli accessori. Va anche detto che non è possibile scrivere in notazione tutto fino all’ultimo dettaglio, anche se con dovuta maestria si può codificare quasi tutto.

La musica è un linguaggio, in quanto tale si crea prima nella pratica e poi viene tradotta attraverso una serie di regole. Lo stessa cosa se ci pensate bene accade nel raffronto tra lingua parlata e lingua scritta. La prima è preesistente rispetto alle regole grammaticali e di sintassi. Ma se al giorno d’oggi possiamo trasmettere le nostre idee musicali con molteplici mezzi grazie alla tecnologia, per centinaia di anni l’unico mezzo disponibile per la trasmissione tra persone è stata la notazione musicale. La nascita della notazione moderna può essere attribuita a Guido d'Arezzo, monaco vissuto intorno all'anno 1000.

In ogni caso in molte situazioni professionali la musica scritta è ancora il sistema più utilizzato, anche se a volte affiancato da altri tipi di supporto, come le registrazioni audio. Questo vale non solo, ed in modo più radicale, per la musica classica, ma anche per la musica popolare moderna, come per esempio nelle orchestre dei grandi festival jazz o in quelle che lavorano per i grandi spettacoli televisivi.


I segni dinamici

I segni dinamici indicano i diversi gradi di intensità dei suoni. L’estensione possibile delle dinamiche va dal più che fortissimo al più che pianissimo, diciture che vengono abbreviate tramite apposite sigle, attraverso tutta una serie di livelli intermedi, come possiamo vedere nell'elenco sottostante.

  • ppp - più che pianissimo
  • pp - pianissimo
  • p - piano
  • mp - mezzo piano
  • mf - mezzo forte
  • f - forte
  • ff - fortissimo
  • fff - più che fortissimo


Per passare da una dinamica all’altra possiamo usare le parole crescendo, anche scritto cresc. o diminuendo, anche scritto dim. o i loro simboli grafici, dette forcelle, come vedete nella prossima figura.

Segni dinamici

Staccato e legato

Oltre ai segni dinamici nella notazione musicale esistono altre variabili che possono essere scritte, per esempio riguardo le variazioni di pronuncia e durata delle note. In questo paragrafo parliamo dei casi più comuni riguardanti il legato e lo staccato.

Note diverse possono susseguirsi senza interruzione, in modo morbido. In questo caso parliamo di suoni legati. In altro caso abbiamo lo staccato, caratterizzato anche spesso dall’infondere un carattere più spigoloso alla successione delle note. Il legato viene indicato attraverso delle linee curve che viene posto tra due note di diversa altezza. La prima nota sarà maggiormente accentata rispetto alla seconda, questo sarà possibile grazie alla tecnica strumentale, come un differente colpo dell’archetto dell’arpa, o l’utilizzo del pull off o dell’hammer on su una chitarra. In questo caso parliamo di legatura di portamento, da non confondere con la legatura di valore, già vista in un altro articolo.

Legature di portamento

Esiste anche la legatura di frase, quando tutta una serie di note deve essere eseguita appunto in modo legato.

Legatura di frase

Negli spartiti musicali possiamo anche trovare delle legature di frase più ampie con sotto altre legature di frase più piccole. Questo sistema va inteso come una divisione della musica in periodi, in frasi o mezze frasi. Tutto questo ha a che fare con l’accentazione e la pronuncia delle frasi stesse.

Legatura di frase e periodo

Lo staccato si indica mettendo un punto sopra o sotto la nota. La nota staccata dura più o meno la metà del valora della nota. Inoltre, come abbiamo già detto, avrà un attacco più marcato. Ascoltate le stesse note suonate in modo neutro o staccato.

Staccato

Gli abbellimenti

Adesso che abbiamo visto i segni dinamici e i simboli riguardanti la pronuncia delle note, vediamo gli abbellimenti.

Gli abbellimenti, anche detti note ornamentali, sono suoni, come dice il nome stesso, hanno lo scopo di abbellire e ornare le note di una melodia. Possono essere scritti tramite note più piccole delle cosiddette note reali, cioè quelle della melodia principale, o da simboli grafici. E’ un argomento molto complesso, ogni abbellimento ha molte versioni e l’esecuzione ha un forte carattere di soggettività. In questa parte non ci addentreremo in tutta la casistica disponibile, ma vedremo in sintesi i casi e le applicazioni più comuni.

L’appoggiatura e l’acciaccatura

L’appoggiatura è una nota ausiliaria scritta prima della nota reale con un carattere più piccolo. Nell’esecuzione solitamente sottrae il proprio valore a quello nota successiva.

Appoggiatura

L’acciaccatura è sempre una nota ausiliaria scatta in piccolo cui però viene aggiunto un piccolo taglio. Viene eseguita in modo rapido e può essere in battere o in levare. Nel primo caso sottrae il valore alla nota reale, come l’appoggiatura, nel secondo invece toglie una parte del valore alla nota o pausa precedente. Può essere formata anche da più note. Nell’esempio audio che segue le acciaccature nella prima battuta sono in battere mentre nella seconda sono in levare.

Appoggiatura

Il mordente

Il mordente è un abbellimento formato dalla successione della nota reale e di quella ausiliaria, che può essere superiore o inferiore, viene rappresentato con un simbolo grafico. E’ soggetto a interpretazioni in base al brano da eseguire. Nel seguente esempio nella prima misura abbiamo una nota eseguita con mordente superiore e nelle seconda con mordente inferiore.

Mordente

Il gruppetto

Il gruppetto può essere considerato come l’unione di un mordente superiore con uno inferiore, ed è scritto tramite un simbolo grafico. A seconda che sia diretto o indiretto può iniziare con la nota ausiliaria superiore o inferiore. Vedete e ascoltate rispettivamente i due casi nelle due battute che seguono. Anche in questo caso l’esecuzione dell’abbellimento è fortemente soggetto ad interpretazione in base al brano musicale.

Gruppetto
Gruppetto

Il trillo

Il trillo è rappresentato dalle iniziali tre si esegue alternando velocemente alla nota reale la nota ausiliaria superiore. Deve iniziare e terminare con la nota reale, quindi si rende necessario l’utilizzo di un gruppo di note dispari.

Trillo

Come già detto esiste una casistica molto ampia di fattori che possiamo annotare, andando oltre la semplice altezza e durata delle note. L’intento di questo articolo era semplicemente quello di rendere chiari alcuni concetti di base riguardo ai segni dinamici ed altri simboli accessori comunemente utilizzati nella notazione musicale.

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Luca Gelli -