Scritto da: Alessio Lottero - Categorie: guitar stories

Eric Clapton live in Italia: Slowhand is back

A undici anni dall'ultima apparizione, Eric Clapton torna in Italia per tre attesissimi eventi live.
La recensione del concerto del 9 Ottobre a Bologna


Introduzione

Eric Clapton

Un' attesa lunga ed estenuante, protratta da rinvii causa covid può dirsi finalmente terminata: Slowhand is back!
Altro non volevano sentirsi dire i numerosissimi fan che hanno preso d'assalto l'Unipol Arena di Bologna per l'attesissimo ritorno di Eric Clapton in Italia.
Due repliche a cui si aggiunge l'appuntamento al Mediolanum Forum di Milano del 12 Ottobre che sanciscono l'agognato ritorno di uno dei chitarristi più idolatrati di sempre.
Ben undici anni sono trascorsi dall'ultimo palco italiano calcato dal musicista inglese, in una serata magica a Cava Dei Tirreni al fianco dell' amico Pino Daniele;
un arco di tempo durante il quale Eric Clapton ha continuato l'attività live in tutto il mondo, con il consueto serratissimo tenore.
World tour infiniti che hanno però finito per logorarlo fino a fargli preannunciare il ritiro con il concerto di addio all'Hyde Park di Londra nel 2018.
Ma niente da fare: Slowhand non ha in realtà mai smesso di esibirsi, seppur asciugando molto il calendario delle sue date in programma.
Eric Clapton live in Italia sembrava una chimera ormai.
Questo ritocco del suo palinsesto, ha portato Clapton lontano dai nostri palasport fino alla programmazione di nuove date italiane, previste all'origine nel 2020.


Lockdown e rinvii

L'interesse e l'aspettativa per il ritorno di Eric Clapton sono altissimi: l'artista, nel nostro paese, gode storicamente di un enorme seguito.
Ecco però che il covid ci mette lo zampino e i concerti previsti vengono cancellati.
Durante il primo lockdown la scena musicale si interrompe bruscamente, come del resto ogni altro aspetto sociale della vita di tutti noi.
Eric Clapton segue una linea a riguardo piuttosto dura e certamente opinabile, mostrando aspra contestazione alle severe restrizioni imposte su scala globale.
Ciò nonostante, l'inattività forzata crea le condizioni per la realizzazione di un lavoro in studio tutto acustico particolarmente ispirato.
The Lady In The Balcony: Lockdown Sessions è una sorta di intimo concerto da camera con rivisitazioni di brani storici che non manca di essere riproposto dal vivo al ripristino delle attività live post quarantena.
I concerti italiani vengono rinviati altre due volte nel 2021, sempre a causa della pandemia, e nell'estate 2022 per contagio diretto dello stesso artista.
La paura per le sue condizioni si mitiga presto, appena diviene chiaro che Clapton sia stato contagiato in forma lieve, tanto da poter mantenere le date seguenti.
La pazienza degli ormai scoraggiati sostenitori nostrani viene però finalmente ripagata, con tre date a dir poco meritate; notizia ufficiale: i concerti sono confermati.
Nonostante l' incognita legata al livello della sua performance, negli ultimi anni spesso inficiata da infauste condizioni di salute, il pubblico spera in un grande show.
Uno di quelli a cui Eric Clapton ci ha abituato per oltre cinquant'anni insomma, prima che gli acciacchi e gli eccessi di gioventù iniziassero a presentargli il conto.
Quella che segue è dunque la recensione del primo live, del 9 Ottobre, con cui Slowhand rompe il ghiaccio.


Eric Clapton live in Italia: la recensione del 9 Ottobre All'Unipol Arena di Bologna

Live

La serata si apre con l'esibizione di Robben Ford che scalda magistralmente gli animi delle oltre diecimila persone intervenute.
Eric Clapton prende posizione sul palco alle 21 spaccate, con vera puntualità inglese.
Al suo fianco una band formata da alcuni affezionati compagni di lungo corso, piu qualche volto di recente assunzione.
Immancabili, con pochissime eccezioni da quasi quarant'anni, Nathan East al basso, Chris Stainton alle tastiere e la corista Katie Kissoon.
Come sempre da più di vent'anni, la chitarra gregaria è affidata al suo pupillo, Doyle Bramhall II.

Il primo set

la scelta dei brani in scaletta per un artista così prolifico e longevo, non può mai essere esaustiva e certo anche stavolta ha escluso alcuni grandi classici.
Ma le 16 proposte di Eric Clapton per questo rientro in Italia forniscono una piacevolissima panoramica su alcuni momenti salienti della sua monumentale carriera.
Si parte con Tearing Us Apart, brano hit degli anni Ottanta proposto all'epoca in duo con Tina Turner.
Quasi a voler ribadire che, il corpo potrà essere debilitato, ma lo spirito resiste eccome.
Fin dai primi istanti si può apprezzare il tipico sound di Slowhand: il fraseggio essenziale, il tocco raffinato ma sofferto, il suo marchio di fabbrica.
Le mani si scaldano presto e supportano egregiamente un cantato particolarmente ispirato nella notte di Bologna.
Arrivano in successione due classici del blues, genere che lo consacrò eroe del British Revival: Key To The Highway e il classico di Willie Dixon Hoochie Coochie Man.
Il padrone di casa si mostra a suo agio, se la prende comoda, le recenti vicissitudini non hanno intaccato il playing viscerale che lo rese celebre.
River of Tears spezza letteralmente il cuore al pubblico, con un continuo e perpetuo incalzare che sfocia in un assolo urlato e commovente.
I Shoot The Sheriff di Bob Marley chiude il primo set elettrico, per gli amanti dell' Eric eterogeneo di metà anni settanta che strizzava l'occhio al Reggae.

La sessione acustica

La sessione centrale del concerto, consuetudine da alcuni anni, è tutta acustica.
Eric propone un mini unplugged, con inevitabili rimandi al celebre speciale di MTV del 1992 che gli fece fare incetta di Grammy Awards.
Honey Bee di Muddy Waters lascia spazio alla nuova indovinatissima versione di After Midnight riarrangiata nelle Lockdown Sessions.
Nobody Knows You When You're Down And Out, cover di Jimmy Cox ricorda gli sfarzi del periodo folk blues e mostra la totale disinvoltura di Eric Clapton nell' approcciare al repertorio americano classico di quel genere.
Layla, la cui versione acustica del 92 è ormai quasi famigerata, è attesa dal pubblico fin da quando Eric imbraccia la sua Martin e scatena un boato tra la folla.
Folla che invece ammutolisce rapita sulle inconfondibili note del super classico Tears In Heaven, che non manca di strappare qualche lacrima.

Il finale

Concluso il set acustico, la band dà il via ad un finale incalzante che è rapida rassegna di alcuni dei più importanti brani di Clapton.
Si inizia con Badge, unica testimonianza del periodo Cream della serata, anche se l'arrangiamento è quello ormai conclamato degli anni ottanta.
Wonderful Tonight chiude la lista degli evergreen personali, soddisfa le aspettative dei più nostalgici e lascia spazio ad un finale col botto.
Eric Clapton torna nuovamente ad un inno del delta blues, di colui che forse lo ha ispirato maggiormente: Cross road blues del grande Robert Johnson.
La sensazione è che, per quanto riguarda il blues, Slowhand non sia invecchiato di un giorno: il tutto è fluido e non ci sono inciampi: è a casa.
Con The Sky Is Crying, capolavoro di Elmor James, Eric coglie l'occasione per presentare i suoi colleghi, lasciando un giro completo di improvvisazione a ciascuno.
L'epilogo, obbligatorio, è l'ennesimo tributo all'amico e mentore J.J. Cale: Cocaine irrompe dopo una breve intro di East al basso e l'Unipol Arena è in tripudio.
La band si inchina e saluta una platea ancora fremente, prima del consueto rito dell'uscita dal palco, lasciando tutti soddisfattissimi ma speranzosi nel canonico bis.
L'ultimo brano è affidato alla voce del secondo tastierista Paul Carrack; Clapton si limita alle parti corali e alla chitarra, suonando l'ultimo assolo della serata.
Eric Clapton, ad ultimo un pò stanco, si congeda cosi da un pubblico felice ed appagato da un grande concerto, intenso e intimo; e poco importa che non sia stato lunghissimo.



In conclusione

Slowhand is back

Eric Clapton live in Italia nuovamente e, quello che si evince dalla serata bolognese del 9 Ottobre, e certamente dalle due seguenti, è che Eric Clapton goda ancora dell' affetto del pubblico di casa nostra.
La serata assume il mood di una chiacchierata con un vecchio amico, certo poco loquace, ma affettuoso e che non si risparmia, al netto delle sue energie.
Del resto i Claptoniani irriducibili lo sanno: Slowhand è di poche parole, parla la musica.
Quello che resta è anche una punta di malinconia dei più sfegatati, che si chiedono se riusciranno a rivederlo dal vivo.
E certo in quale stato di forma potrebbero trovarlo.
Eric Clapton è sempre stato un figlio della strada, un pellegrino musicale e ad oggi non sembrerebbe avere la minima intenzione di andare in pensione.
Sulla sua salute scherza con malcelata ironia ammettendo che, ricordando lo stile di vita che aveva a vent'anni, il solo fatto di poterne parlare di persona oggi ha del miracoloso.
Quello che ci auguriamo è dunque di vederlo calcare altri grandi palchi, per molti altri anni: Come on Slowhand... One More Car, One More Rider.


fine
Alessio Lottero -