Una guida all'ascolto di brani intramontabili, che hanno fatto la storia del rock e sono rimasti nell'immaginario collettivo
Rock e classic rock
Ogni genere musicale è segnato da eventi che ne condizionano l'evoluzione e ne tracciano il percorso: brani ed interpreti che creano le speciali caratteristiche di uno stile.
Nel rock si è sempre assistito ad un incessante susseguirsi di nuove idee, figlie delle suggestioni dei suoi illustri artefici, capaci di influenzare il sound di un'epoca.
Il risultato di questo fenomeno è un dedalo di subculture e sotto generi, in cui è difficile suddividere le varie scuole sotto una specifica definizione. Quali sono dunque i parametri che ci permettono di annoverare una band o un brano sotto la dicitura di classic rock?
Una proposta innovativa, atta a modificare il flusso stilistico precedente, che raggiunga il mainstream, il picco di notorietà e il successo commerciale, dettando nuove regole stilistiche, può dirsi classic rock. Così come in letteratura, uno scritto rivoluzionario in grado di divenire un best seller, è considerato un classico, a prescindere dalla sua scuola narrativa. Questa lista cronologica non è una selezione dettata dai gusti personali, che possono fuorviare un giudizio obiettivo, bensì una lista stilata sulla base del successo commerciale, dell'impatto sul pubblico e della notorietà che questi brani hanno raggiunto grazie ai loro riffs intramontabili.
Ritchie Valens: La Bamba (1958)
Richard Valenzuela, meglio conosciuto come Richie Valens, è un artista attivo negli Stati Uniti alla fine degli anni cinquanta. La sua prematura scomparsa ha contribuito ad alimentarne il mito e a dare risonanza alle sue poche ma ispirate composizioni.
Poco più che teenager al momento della morte, iniziava a raccogliere seguito tra il pubblico ispanico dei sobborghi di Los Angeles, dove lui stesso nacque.
La Bamba (1958) lo lanciò in classifica e gli diede un successo repentino, permettendogli di affermarsi sulla scena musicale, proponendo un sound peculiare per il target dell' epoca. Il disastro aereo che ne segnò la fine, coinvolse altri celebri nomi del panorama musicale, tra cui Buddy Holly, e concluse anzi tempo alcune tra le carriere più promettenti. Sebbene il contributo musicale di Valens sia troppo scarno per poter parlare di una propria discografia, La Bamba lo colloca meritatamente nei nostri 10 riff celebri.
Rolling Stones: (I Can't Get Now) Satisfaction (1965)
Uno dei gruppi più famosi ed influenti della storia del rock, che non ha certo bisogno di presentazioni. Jagger, Richards e compagni sono da sempre apostrofati come una delle più autorevoli band, atte a disegnare il classic rock, partendo da una spiccata matrice blues.
Un successo planetario mai deteriorato, il loro; circa un ottantina di album ed EP pubblicati, lungo il corso di una carriera lunghissima, che li vede in auge ancora oggi. I dischi dei Rolling Stones sono un deposito di riffs memorabili, senza alcuna eccezione da questo punto di vista.
Proprio a tal proposito, gli interessati possono approfondire la conoscenza della loro produzione nell' articolo, che tratta i 50 anni dall'uscita di Sticky Fingers. Ma se parliamo nuovamente di immaginario collettivo e di notorietà al pubblico globale, questo è di certo il brano più famoso degli Stones. Complice il riff di chitarra nell'intro, (I Can't Get No) Satisfaction è riconoscibile sin dalle prime note e tutti possono dire di conoscerla anche solo marginalmente. Questa icona del classic rock ed il suo riff, entra di diritto nella lista dei 10 riffs celebri e senza tempo.
The Beatles: Day Tripper (1966)
John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr: The Beatles, considerato da moltissimi critici, intenditori e musicisti, il gruppo più significativo della musica moderna, almeno nella sua accezione pop e rock più marcata. Non si contano gli autori ispirati dai loro arrangiamenti; i musicisti folgorati dal loro sound; i sostenitori, appassionati ai limiti del maniacale e i tentativi di emulazione. Difficile anche solo definire lo stile dei Beatles, che vantano un fittissimo substrato di generi e suggestioni.
Al di là delle mere classificazioni di genere, pochi possono rivendicare legittimamente un posto nell'olimpo del classic rock come i quattro di Liverpool. La discografia dei Beatles è sconfinata, ricchissima, incredibilmente eterogenea ed ancora sorprendentemente attuale; molti sono i brani rimasti indelebili nelle orecchie di intere generazioni. Come altri nomi della lista, meriterebbero un approfondimento più ampio, l'analisi di un' intera produzione musicale che potrebbe essere inserita in questa sede.
La scelta cade su Day Tripper, brano pubblicato come singolo nel 1965, che è una delle accreditate testimonianze della premiata ditta Lennon- McCartney. Questo pezzo, nel corso dei decenni, è stato omaggiato, riarrangiato, stravolto ed utilizzato in ogni ambito, dalla pubblicità alla televisione. Queste caratteristiche ne fanno un brano mitico, provvisto di uno dei suddetti riffs intramontabili.
Cream: Sunshine Of Your Love (1967)
I Cream sono una realtà molto importante nel panorama rock inglese e non solo: abbiamo avuto modo di parlarne diffusamente in articoli precedenti. Tra i capostipiti del filone inglese del rock psichedelico, condussero su sponde mai battute prima, il british blues revival.
Il power trio era una specie di all star team, vantando tre tra i più apprezzati musicisti in quel momento nel Regno Unito. Nei poco più di due anni di attività, sfornarono 4 album di grande impatto internazionale, capaci di rimescolare le regole della musica d'avanguardia.
Il lavoro in studio più significativo dei Cream, per molti motivi non solo musicali, è Disraeli Gears del 1967. Il brano di apertura del disco è il pezzo di maggior successo della band, considerato l'artefice del distacco dal pop rock iniziale, verso sonorità più ponderate.
Le note iniziali del riff di Sunshine Of Your Love, che Bruce e Clapton eseguono insieme con chitarra e basso, sono un must del classic rock. Dalla sua uscita, fu chiaro a tutti, che il rock inglese non sarebbe stato più lo stesso.
The Jimi Hendrix Experience: Purple Haze (1967)
Jimi Hendrix è il chitarrista più idolatrato della storia del rock, considerato ancora oggi un punto di riferimento ed uno dei musicisti più influenti del secolo. Come purtroppo sappiamo, il suo enorme genio non pote' esprimersi, zittito bruscamente da una morte improvvisa, che lasciò sgomento l'entourage musicale americano e mondiale. Una discografia assai snella dunque, ma sempre sorprendente, dalle sue fasi iniziali, fino alle ultime registrazioni sperimentali, rimaste incompiute e racchiuse in alcune raccolte postume.
L'avventura musicale di Hendrix vanta collaborazioni illustri con i musicisti più quotati del momento, ammaliati dalla sua destrezza alla chitarra e dal suo estro compositivo. Sono quindi moltissimi i riffs intramontabili, usciti dalla testa e dalle mani di Jimi; decretare il migliore sarebbe un compito a dir poco arduo. Proponiamo allora uno dei più conosciuti, uno tra quelli degli esordi, con cui fece scalpore nella sua iniziale avventura nei club londinesi nel 1967.
Purple Haze, traccia dalla versione americana di Are You Experienced, è uno dei grandi classici di Hendrix, oltre che brano nevralgico del suoi Experience. Difficile trovare un avventore della chitarra elettrica rock blues che non si sia cimentato con il riff celebre di questo pezzo epico.
Led Zeppelin: Whole Lotta Love (1969)
I Led Zeppelin sono considerati i designers del rock moderno, i precursori del hard rock e muse ispiratrici di tutto il filone di genere più "spinto". Tra i fans e i critici musicali non manca chi addirittura li etichetta come la più importante band rock di sempre.
Gusti personali a parte, l'enorme contributo di Page e compagni alla causa del rock è indubbio e la loro generosissima produzione musicale vanta pochissime realtà paragonabili. Il brano proposto è uno dei più osannati dai loro seguaci, che seguendo la discografia della band inglese, non sono certo rimasti a digiuno di capolavori. Classico dei Led Zeppelin e chiave della loro affermazione nel mainstream rock, Whole Lotta Love possiede tutti i requisiti necessari per entrare nella nostra lista. Un riff di chitarra potente che caratterizza il brano e ne fa il pezzo fondamentale, conosciuto sia dagli appassionati che dagli estranei al mondo del rock. Whole Lotta Love è il pezzo di apertura del secondo studio album dei Led Zeppelin: disco fondamentale che ne consolida il successo internazionale.
Abbiamo avuto modo di parlare di Led Zeppelin II la scorsa settimana in questo spazio dedicato, in occasione dell'anniversario della sua pubblicazione, nell' Ottobre del 1969. Whole Lotta Love si colloca a pieno titolo tra i più apprezzati brani dei Led Zeppelin, evergreen conclamato della band e inno per gli addetti ai lavori.
Deep Purple: Smoke On The Water (1972)
Quando si parla di riff intramontabile della storia del rock, parlare di questa band e di questo brano è quasi obbligatorio. Esempio azzeccato di riff famigerato, successo commerciale e brano conosciuto oltre i confini del classic rock, anche dai fruitori di generi musicali differenti.
Legittimi contendenti dei Led Zeppelin allo scettro di padri fondatori del rock moderno, i Deep Purple iniziano nel 1968 quella che sarà una discografia monumentale.
Ma è nell'album Machine head del 1972 che la band pubblicherà il brano che più di tutti li identifica, ancora oggi.
Smoke On The Water diventa, con stupore degli stessi Deep Purple, un successo strepitoso, grazie al riff di Richie Blackmore e Jon Lord.
Anche i retroscena della canzone non mancano di stupire; il testo infatti si riferisce ad un incidente avvenuto nel 1971 al Montreaux jazz Festival, l'incidente pirotecnico che rischiò di ridurre in cenere la sede del festival, durante il concerto di Frank Zappa: le liriche di Smoke On The Water narrano esplicitamente questo fatto.
J J Cale: Cocaine (1976)
John Weldon Cale è un cantautore americano, affermatosi prevalentemente negli anni settanta e ottanta, ma attivo fino alla sua morte, nel 2013. Potrebbe sembrare fuori posto, nella nostra lista costellata di leggende del rock; ma l'enorme contributo di JJ Cale al panorama folk rock statunitense resta innegabile. Molti chitarristi e cantanti di indubbia fama ne riconoscono la profonda influenza sul proprio sound e gli devono alcune delle più significative sfumature dei propri stili.
Mark Knopfler e Eric Clapton, due celeberrimi chitarristi rock britannici interessatisi al ramo country rock made in USA, sono tra i suoi massimi estimatori. Proprio Eric Clapton ha spesso inserito negli anni, nei lavori in studio e nel palinsesto delle sue performances live, molti brani del cantautore dell' Oklahoma. Quello che maggiormente riecheggia nell' immaginario collettivo è indubbiamente Cocaine: pezzo firmato da JJ Cale e contenuto nell' album Troubadour del 1976.
L'omaggio Claptoniano aprirà invece il disco Slowhand, un anno più tardi e proporrà al pubblico di mainstream il riff più celebre della produzione di Cale.
ACDC: Back In Black (1980)
Altro fulgido esempio di gruppo leggendario, i fratelli Young e soci sono stati capaci di entrare a pieno titolo nella storia del rock. Con centinaia di copie vendute nei decenni ed esibizioni dal vivo dai connotati biblici, impreziosite da una verve sul palco senza uguali, hanno fatto incetta di premi. Il pubblico affezionato agli ACDC non ha età e racchiude tutte le fasce, dai vecchi nostalgici, sostenitori di Bon Scott, fino ai patiti dell'era Brian Johnson. Molti addetti ai lavori considerano l'operato di questa band al pari di mostri sacri, come Led Zeppelin, Deep Purple e Black Sabbath.
Tra i più amati prodotti discografici della band c'è Back In Black, album del 1980, da cui gli ACDC estrapolano l'omonimo singolo. Il riff graffiato dello stimatissimo chitarrista Angus Young è tra i più nitidi nella memoria dei rockettari incalliti: impossibile non venirne trascinati.
Brano che è ancora apprezzabile live, per i fortunati avventori di uno dei concerti degli interminabili tour mondiali che la band continua a perpetrare.
Guns'n Roses: Sweet Child Of Mine (1987)
E' uno dei fenomeni più dirompenti nella scena rock di fine anni 80; band chiacchieratissima e di certo anche molto criticata, segnata da vite sregolate e sfrenati egocentrismi. I Guns n' Roses sono stati certamente accesi fomentatori di quella scena street rock californiana, caratterizzata da testi espliciti e influenze punk. Nella loro breve ma intensa carriera sono stati apprezzatissimi dal vivo, sebbene le loro performance live fossero spesso intaccate dai numerosi eccessi dietro le quinte.
L'anno della grande ribalta dei Guns n' Roses è il 1987 e l'album che ne scaturisce è il mitico Appetite For Destruction. Il disco , crudo ed irruento, ha ben poco scalpitato per poter finire repentinamente in cima alla classifica americana di classic rock.
Gli anni che seguono l'uscita del LP sono un melting pot di incassi da record, hits osannate, concerti oceanici e numerosi ricoveri in ospedale. Nonostante la band di Los Angeles abbia sempre perpetrato il dogma di sex, drugs and rock & roll, musicalmente ha sempre mostrato una grande abilità. I brani contenuti in Appetite sono un chiaro esempio di una capacità compositiva eterogenea e vivace, già dalle prime stesure. Come il brano preso in esame nella nostra lista, uno dei cavalli di battaglia dell'album d'esordio, e della band stessa, la cui notorietà è immensa. Il riff melodico introduttivo, un lungo lick di chitarra che Slash compose per gioco, è diventato subito il tipico tormentone, grazie anche al marcato retrogusto commerciale del pezzo. A detta di molti, non certamente il migliore dei G'n'R, ma di sicuro tra i primi in ordine di vendite ed apprezzamento.
Un quadro generale
10 riffs celebri di classic rock da scoprire: difficile poter fornire un quadro attendibile, per un argomento cosi vasto, in una lista cosi asciutta. Questa guida all'ascolto si limita pertanto a sottolineare quei momenti musicali, divenuti talmente famosi, da risultare quasi epici.
Si tratta di un primo capitolo a cui seguiranno altri appuntamenti, per analizzare altri riff leggendari, entrati nell'immaginario collettivo. Una specie di percorso a tappe, nella storia del rock, attraverso i brani che lo hanno declinato classico: i riffs intramontabili della Storia del Rock.