Scritto da: Alessio Lottero - Categorie: blues / guitar stories

Robert Johnson: the king of delta blues singer

La breve storia di Robert Johnson, personaggio chiave del delta blues, è da sempre avvolta da mistero e sinistre suggestioni


Introduzione

Come abbiamo avuto modo di sottolineare nei nostri articoli, la storia del blues è da sempre legata alle rocambolesche esistenze dei suoi grandi protagonisti. Il percorso di questo essenziale "mondo" musicale, dai suoi esordi nel Mississippi rurale fino alle luci della ribalta urbana, ha perciò assunto i connotati narrativi di una sorta di epopea.

Proprio la genesi remota del blues, che ne custodisce le storie miticizzate senza spesso riscontri storici attendibili, fa sì che i grandi esponenti del genere assumano le sembianze di veri e propri eroi mitologici.

Non sorprende dunque come il blues, primaria suggestione di molte encomiabili realtà musicali tutt'ora in auge, sia avvolto da un certo velo di antico mistero e da vicende che cadono talvolta nell'esoterico.

I grandi bluesmen della storia affascinano gli appassionati, oltre che per l'inestimabile contributo alla musica del ventesimo secolo, anche per le loro incredibili vicissitudini personali. Come doveroso, nell'ambito di una musica così viscerale, le vicende personali e sociali dei pionieri del blues, sono parte integrante del suo sviluppo.

Il blues: inesauribile spunto per il chitarrista moderno

Sebbene il blues, per la sua distanza anagrafica, possa sembrare qualcosa di ormai scollegato dalla scena musicale odierna, abbiamo più volte sottolineato come si possano facilmente trovare marcate tracce di esso nei nuovi eroi della sei corde.

Non è dunque solo antologico l'interesse che spinge i nuovi chitarristi a ripercorrere a ritroso le tappe di questo genere: l'apporto didattico del blues è riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori.

Per gli aspiranti bluesmen desiderosi di carpire il linguaggio di questo stile proponiamo Chitarra blues - Guida completa ad ascolti ed esercizi pratici.

Tanti sono i grandi nomi del blues presenti nelle nostre stories accomunati, come detto, dal prezioso lavoro di divulgazione musicale che ha svolto un ruolo principe nel design del rock moderno.

Oggi cerchiamo di raccontare, con tutte le speculazioni storiche e letterarie del caso, la breve misteriosa vita di colui che è considerato il vero padre del blues: Robert Johnson.


Robert Johnson

Robert Johnson
Photo by TuttoRock Magazine

Robert Johnson nasce l'8 maggio 1911 a Hazlehurst, località rurale del Mississippi; questa la data considerata esatta dalla maggior parte degli storici. Anche sulla semplice data anagrafica di Johnson non si ha un riscontro assolutamente certo.

Quello che è certo è che, nel brevissimo arco della sua vita, Johnson è stato in grado di dettare lo stile del delta, inserendosi nel già florido panorama dei performers afroamericani; tutto nonostante un vissuto drammatico ed oltremodo impietoso, sebbene comune a molti neri figli di mezzadri dell'epoca.

La sua vocalità particolare e il suo inedito finger picking ne fanno uno dei più originali performer del delta, oltre che un ispiratissimo autore, capace di miscelare eventi quotidiani con una certa dose di esoterismo.

Un certificato di matrimonio prova la sua travagliata esperienza familiare, ed il certificato di morte ne chiude inesorabilmente l'impietosa epopea.


"Il segugio infernale è sulle mie tracce"

La leggenda che aleggia intorno alla figura di Robert Johnson è, al contempo sinistra e quasi poetica ed è ciò che ha contribuito a crearne il mito: quello di aver venduto l'anima al diavolo.

In un periodo storico carico di superstizioni e timori filo religiosi, è facile intuire come ogni strana peculiarità o comportamento fuori dall'ordinario venisse interpretato come qualcosa di ultra terreno.

In mancanza di testimonianze ufficiali, la fonte principale degli accadimenti legati a Johnson è il grande bluesman Son House. Proprio il contemporaneo e mentore di Robert svolge il ruolo di storico involontario, raccontando ai posteri i più importanti momenti della vita di quest'ultimo.

Lo stesso House si è sempre detto stupito dal repentino ed innaturale miglioramento di Johnson come performer, passato in appena un anno, da chitarrista mediocre a talento eccezionale, accaparrandosi la scena dei blues club del delta e costruendosi una fama enorme per quei tempi.

Proprio questo fatto ha alimentato il mito dell'incontro di Robert Johnson con il diavolo in persona, avvenuto in un imprecisato crocevia del Mississippi. Durante questo mitologico incontro, Johnson avrebbe barattato la propria anima con un ineguagliabile maestria sullo strumento.

Son House riporterà, fino alla sua morte nel 1988, tutta una serie di ulteriori racconti sulla vita del collega, fatti di drammatiche vicende matrimoniali, di alcol e sconvenienti frequentazioni amorose, una delle quali è considerata la chiave della morte del musicista.

La morte di Robert Johnson

Tree Forks a Greenwood in Mississippi è lo scenario dell'ultimo atto della vita di Robert Johnson. Il locale di musica dal vivo era all'epoca un punto di riferimento per gli amanti del blues nel delta. Johnson era stato ingaggiato per una serie di concerti.

Durante i giorni dell'ingaggio, caratterizzati dall'ampio consumo di whisky, Robert Johnson intrattiene, tutt'altro che discretamente, una tresca con la moglie del gestore del Tree Forks, inimicandosi lui e tutti i presenti nel locale.

Stando alla testimonianza dei presunti presenti, tra cui Sonny Boy Williamson, il gestore del blues club portò a Johnson l'ennesima bottiglia di whisky, insolitamente già stappata e priva dell'usuale cera di guarnizione. Particolare, questo, che confermerebbe la versione dell'avvelenamento. Johnson morirà di lì a breve, dopo due giorni di straziante agonia.

Sono dunque la sua misteriosa nascita, la sua drammatica vita e la sua sinistra dipartita a creare il mito del "maledetto" Robert Johnson.

Il punto di riferimento

Come molti autorevoli colleghi, spesso al centro delle nostre cronache, Robert Johnson gode di un'immensa stima tra le nuove leve del rock blues. Il consenso è talmente ampio da farlo figurare come il massimo esponente del delta blues e tra i musicisti fondamentali del ventesimo secolo.

Molti degli artisti, che abbiamo annoverato come eroi della chitarra negli ultimi decenni, non mancano di omaggiare colui che reputano essere l' iniziatore alle loro carriere. Tutti, dai grandi padri del delta, fino ai protagonisti della scena di Chicago devono qualcosa a Robert Johnson.


L'influenza di Robert Johnson nell'odierno rock blues

Eric Clapton - Me And Mr Johnson (cover album)

Dal delta a Londra

Nell'evoluzione del blues e nella sua divulgazione internazionale, la scena londinese dei sixties ha giocato un ruolo fondamentale. Se infatti in patria il blues è inizialmente trascurato, è proprio in Inghilterra che trova una notevole schiera di seguaci.

La rivisitazione inglese del delta blues, conosciuta come british blues revival, è stata spesso citata nei nostri articoli. E' chiaro quindi come i giovani inglesi si siano innamorati dei grandi musicisti afroamericani d'oltre oceano.

Gli esempi di musicisti anglosassoni, saliti alla ribalta grazie ad un'iniziale trance di carriera tra le fila del blues non si contano. Cream, Eric Clapton, Led Zeppelin, e John Mayall sono solo alcuni tra i nomi più altisonanti.

Robert Johnson è di certo uno dei più acclamati esponenti del blues, idolatrato dai musicisti europei che ne diventano portavoce.

L'omaggio americano

Grazie allo scalpore suscitato in Inghilterra, il blues viene riconsiderato anche negli States; questa volta, sdoganandolo ad un pubblico eterogeneo, non necessariamente afroamericano. E' questo il primo momento di divulgazione del blues, finalmente non relegato ad una cerchia di pubblico stilata su base razziale.

Tutti i grandi nomi della musica made in USA iniziano ad approfondire il blues, dalla West Coast all'atlantico. Fenomeno questo che assume livelli imponenti lungo tutti gli anni sessanta e nel decennio successivo. Keb'Mo' Taj Mahal e Ry Cooder sono alcuni nomi tra i tanti grandi estimatori di Johnson.

Questa infatuazione internazionale per il blues finirà per contaminare tutto il rock seguente, arrivando ai giorni nostri con quello che è chiamato contemporary blues. Ancora una volta l'influenza di Robert Johnson è ben visibile e invade settori musicali precedentemente considerati lontani dal blues, in una fusione viva ed incontrollabile.

Tra i molti ambasciatori contemporanei che pagano costante tributo a Robert Johnson ricordiamo Keb'Mo' Taj Mahal Ry Cooder e John Mayer.


Guida all'ascolto:

Robert Johnson - King Of Delta Blues Singers

ventinove storiche registrazioni, effettuate tra il 23 novembre 1936 e il 20 giugno 1937, sono tutto ciò che resta del lavoro di Robert Johnson. Le sessioni si sono svolte in uno studio all'ultimo piano di un albergo di Dallas, Texas.

In questa manciata di incisioni, oltremodo rustiche, è racchiuso il blues di Johnson, la sua grandezza, la sua stessa esistenza. E' questo l'ennesimo nebuloso episodio della musica tradizionale americana, in bilico tra realtà e leggenda, di cui però la musica è emersa ad unica testimonianza dell'accaduto.



In conclusione

Robert Johnson muore il 16 agosto 1938 nel suo Mississippi, succube, al di là delle suggestioni romanzate a lui legate, dell'estrema dissolutezza del suo stile di vita. A noi rimane la sua musica, le sue due iconiche immagini e la gratitudine di generazioni di amanti del blues.

L'eccezionalità di Robert Johnson sta nell'enorme eredità musicale che lascia, nonostante una tribolata e brevissima esistenza. Il mondo del blues tutto, dai frequentatori amatoriali alle icone del genere, hanno riconosciuto la sua grandezza.

Robert Johnson è un gigante della musica, ma certamente anche uno dei più suggestivi capitoli storici legati alla cultura afroamericana e dunque, a quella degli Stati Uniti.

The "moody man" is on the way!


fine
Alessio Lottero -