Take Five, il classico dei classici in 5/4

Imparare a suonare Take Five è un’occasione divertente per fare pratica su un tempo in 5/4. In questo articolo esamineremo tema, accordi e ritmica di questo celeberrimo brano.


Storia e nascita del brano

Take Five, titolo evidentemente riferito al metro ritmico utilizzato, è stato composto da Paul Desmond; sassofonista del quartetto di Dave Brubeck che lo inserisce nella track list dell’album Time Out inciso nel 1959 per la Columbia Records.

Pare sia nato da un’improvvisazione del sax su un’improvvisazione in 5/4 del batterista Joe Morello proprio durante i lavori di produzione del suddetto album. Nato il tema è stato costruito l’arrangiamento con la ovvia e consistente partecipazione di Mr Brubeck. 

Take Five è quasi sicuramente il brano più suonato utilizzando il 5/4. È un po’ come il 5/4 per antonomasia ma non per questo perde il suo fascino e le sue peculiarità originali.

Per chi non fosse comunque avvezzo a questo tempo andiamo a vedere da vicino alcuni esercizi progressivi di base.


Il tempo in 5/4

La misura di 5/4 può essere pensata in due modi ritmici fondamentali: 3 + 2 o 2 + 3.

È un po’ come se alternassimo una misura di 3/4 ad una di 2/4 nel primo caso e viceversa nel secondo.

Nel caso di Take Five la divisione della misura è 3 +2 e questo lo capiamo anche dal cambio e dalla durata dei due accordi presenti nella misura, infatti il primo accordo di ogni misura del brano dura tre movimenti ed il secondo due movimenti. Unica eccezione è il Gmaj7 della sezione B che occupa un’intera misura. 

Vediamo subito un semplice esempio utilizzando gli accordi della sezione A: Ebm7 e Bbm7.

Sopra il TAB ho indicato i 5 movimenti della misura in 5/4 e sotto il TAB la suddivisione 3 + 2.

Suonate i due accordi con le dita pollice, indice, medio e anulare della mano destra, pizzicando simultaneamente le quattro corde indicate. Si possono naturalmente eseguire le ritmiche dei prossimi esempi anche col plettro e in questo caso potete suonare anche un maggior numero di corde; ciononostante per questo articolo ho eseguito le parti ritmiche con le dita e il tema con il plettro.


Nel prossimo esempio cominciamo ad avvicinarci maggiormente alla ritmica che ho scritto prendendo spunto da quella originale del pianoforte suonato da Brubeck  e che sfrutteremo per accompagnare l’intero tema con i relativi cambi di accordo.

Come vedete, adesso, sul primo e sul quarto movimento, cioè in corrispondenza del cambio di accordo, si suona solo il basso corrispondente alla tonica. Le altre note dell’accordo vengono suonate simultaneamente dalle dita indice, medio e anulare e sempre sulle corde seconda, terza e quarta.


Vediamo ora la ritmica da utilizzare per il brano e due sue piccole variazioni. Tenete presente che l’esecuzione delle duine di crome è swing; dunque è come se si trattasse di un quarto e un ottavo di una terzina di crome. Non è questa la sede per approfondire un argomento così importante come lo swing quindi ascoltatevi bene le esecuzioni dei prossimi audio di riferimento. In tutti e tre i prossimi esempi tra il pentagramma e il TAB ho indicato solo la suddivisione 3 + 2, che mi sembra più chiara rispetto al conteggio totale dei cinque movimenti, per mantenere correttamente il tempo.


In questa prima ritmica fate attenzione a staccare le dita dall’accordo per eseguire correttamente la pausa in battere sul secondo movimento. Questo vale anche per la prossima variazione dove l’unica differenza è l’inserimento del pollice della mano destra che suona insieme alle altre dita sul quinto movimento per arricchire la linea del basso. Questa specifica variazione vale solo per i due accordi della sezione B.


Nella prossima ed ultima variazione, che vi consiglio di approcciare solo dopo avere bene assimilato le prime due, sul battere del secondo movimento in corrispondenza della pausa appoggiate con decisione le dita pollice, indice, medio e anulare sulle corde suonate sul primo movimento per ottenere un effetto percussivo che viene qui indicato con l’abbreviazione “perc.”.

Questo effetto potete utilizzarlo su tutti gli accordi che occupano i primi tre movimenti di ogni misura sempre sul battere del secondo movimento.


Tonalità e struttura

La tonalità del brano è MIb minore per la sezione A mentre la sezione B è più evidentemente interpretabile come un’apertura a SOLb, sua relativa maggiore, con un ritorno a MIb minore nell’ultima battuta con gli accordi di Fm7 e Bb7. Interessante notare che le prime sette misure della sezione B contengono tutti e sette gli accordi della armonizzazione della scala maggiore di SOLb disposti per quarte ascendenti o quinte discendenti che dir si voglia. Fa eccezione il secondo accordo, il Abm6, che però risulta essere un primo rivolto del Fm7(b5) ed allora i conti tornano perfettamente. Qui sotto indico i sette accordi con il rispettivo grado di appartenenza.

    IV               VII             III           VI            II           V             I

Cbmaj7    Fm7(b5)    Bbm7    Ebm7    Abm7    Db7    Gbmaj7

                   (Abm6)

Le due tonalità relative di MIb minore e di SOLb maggiore hanno ben 6 bemolle in chiave; sono abbastanza rare e di non facile lettura fino a che il brano non viene imparato a memoria o come si suol dire “by heart” senza più bisogno di riferirsi allo spartito.

Un altro celeberrimo standard con 6 bemolle in chiave per chi volesse cimentarsi con la lettura è  ‘Round Midnight  del pianista Thelonious Monk.

Chitarristicamente si può utilizzare anche la tonalità di Mi minore, spostando tutto un semitono sopra, come ha scelto di fare il grande George Benson di cui esiste una spettacolare versione dal vivo che trovate su YouTube. (https://www.youtube.com/watch?v=Tn27IcAapPI) Se volete suonare in questa tonalità alternativa spostate semplicemente tutti gli esercizi e le trascrizioni di questo articolo un tasto avanti.

La struttura di Take Five utilizza la forma  A B A. Ciascuna delle tre sezione è di 8 misure per un totale di 24. L’ultima A è identica alla prima sia per la parte armonica che per il tema.

La sezione B può essere a sua volta suddivisa in due gruppi di quattro misure identici armonicamente nelle prime tre misure mentre il tema si ripete uguale nelle prime due misure e nei primi tre movimenti della terza misura dei due gruppi di quattro. Osservate bene lo spartito allegato per chiarire meglio quanto appena detto.

L’analisi della struttura ci permette di memorizzare meglio il brano e anche di studiarlo più velocemente.

Studiamo adesso la successione degli accordi applicata a tutta la struttura del brano che ci servirà anche come base per il  tema o per eventuali prove di improvvisazione.

Nell’esecuzione registrata ho aggiunto due misure di basso e quattro misure sui due accordi della A per creare una breve e semplice intro, che trovate più avanti inclusa nella trascrizione del tema, e alcune misure finali, non scritte, sempre sui due accordi di Ebm7 e Bbm7 per una breve coda di chiusura dove ripeto alcune volte la sesta e la settima misura della A alternando le quartine di sedicesimi che partono alternativamente dalla nota Db e F.

Nella trascrizione seguente sono presenti solo una A e una B. Ovviamente alla fine della sezione B, chiamata anche bridge in quanto sezione di collegamento tra le due A, ripetete la A in modo identico alla prima volta.


Improvvisazione

Nel caso voleste provare ad improvvisare tenete presente che normalmente si improvvisa solo sulla sezione A ripetuta ad oltranza prima di riprendere il tema. Come prima semplice scelta potete utilizzare una pentatonica di MIb minore o una scala blues sempre di MIb minore. Queste due scale sono evidenti anche dalle note del tema nella sezione A che messe in fila dalla più bassa alla più alta contengono esattamente le note di queste due scale più la nota F. Eccole qui in ordine ascendente con indicata la loro funzione:

 T              9               3m             4           4aum           5            7m           

Eb             F               Gb             Ab             A              Bb           Db           

In seguito provate ad usare un MIb dorico, praticamente una scala di REb maggiore a partire dalla nota Eb, suo secondo grado. L’utilizzo di questa scala è a mio gusto preferibile a quello della scala di MIb minore naturale, della quale Ebm7 e Bbm7 sono primo e quinto grado. Gli accordi di Ebm7 e Bbm7 sono per coincidenza anche primo e quinto grado dell’armonizzazione a quattro voci della scala appunto di MIb dorico, anch’essa da considerare come scala minore per la presenza al suo interno della terza minore, la nota Gb.

Quanto appena detto è evidenziato dalla seguente comparazione: 

Scala di Eb minore naturale:

I * II * III * IV * V * VI * VII *

Ebm7 Fm7b5 Gbmaj7 Ab7 Bbm7 Cm7b5 Dbmaj7

Scala Eb minore dorico:

I * II * III * IV * V * VI VII

Ebm7 Fm7 Gbmaj7 Ab7 Bbm7 Cm7b5 Dbmaj7

Ho indicato con un asterisco gli accordi delle due armonizzazioni utilizzati su Take Five.

Vince la scala di Mib naturale 7 a 5 ma resto comunque convinto che nella sezione A suona meglio il Mib dorico!

Ci sono ovviamente altre possibili scelte di scale d’uso ma per chi inizia quelle indicate sono più che sufficienti e un buon punto di partenza.


Tema 

Studiamo ora il tema. Attenzione ad iniziare la sezione A sugli ultimi due movimenti dell’intro in corrispondenza dell’accordo di Bbm7. Il tema della sezione B inizia invece in battere sull’accordo di Cbmaj7. Questo accordo è enarmonicamente uguale a un Bmaj7 ma teoricamente è più corretto, e così è indicato sul Real Book, indicarlo con la tonica di Cb che è il quarto grado della scala di SOLb maggiore. Fate nuovamente attenzione a rientrare sull’ultima A dove il rispettivo tema entra ancora una volta sui due movimenti precedenti l’inizio della sezione, questa volta però in corrispondenza del Bb7, ultimo accordo del bridge.

Rispetto alla scrittura del Real Book il tema è stato spostato tutto un’ottava sopra. Ho sostituto il Ebm col Ebm7 e ho aggiunto inoltre alcuni slide, hammer on e pull off, chiaramente indicati nella trascrizione, e anche le diteggiature della mano sinistra e qualche indicazione sulle soluzioni di pennata da me utilizzate, ovviamente non vincolanti.

Andiamo quindi a vedere il tema senza l’accompagnamento e registrato nel file audio senza metronomo per favorire un semplice apprendimento della melodia e delle diteggiature. Ho aggiunto anche la breve coda spiegata sopra. 


E infine l’esecuzione delle due parti insieme. Per entrambe, e anche per tutti gli esercizi precedenti, ho utilizzato una chitarra classica Yamaha silent modello SLG200NW.


Conclusioni

Il brano non è poi così difficile come può sembrare ma è certamente impegnativo per un principiante e comunque utile per apprendere alcune diteggiature di base di accordi a quattro voci tratti dall’armonizzazione di una scala maggiore o da quella della sua minore naturale relativa.

Buon studio e divertimento a tutti i chitarristi di buona volontà!


fine
Luigi Gagliardi -