Scritto da: Paolo Sartori - Categorie: accompagnamento

I power chord: formazione, siglatura ed esempi pratici

Il power chord è l’accordo per eccellenza del rock e non solo, dato il suo ampio utilizzo. Nell’articolo troverai tutte le basi necessarie per padroneggiare questo accordo, per poi proseguire con delle variazioni interessanti.


Data la sua semplicità e il suo vasto impiego, il power chord è uno dei primi accordi al quale ci si approccia. La sua peculiarità nasce dal fatto che viene utilizzato, per la stragrande maggioranza dei casi, con il suono distorto. Infatti è anche per questo che lo troviamo presente in molti celebri riff, come constaterai tu stesso dopo la lettura di questo articolo.


Come si costruisce il power chord

Pur essendo formati solo da due note, i power chord vengono comunque considerati  accordi. Oltre alla nota fondamentale, sono costruiti sovrapponendo un intervallo di quinta e, molto spesso, si tende anche ad aggiungere l’ottava per arricchire il suono. 

Qui sotto troverai due esempi di power chord: nel primo utilizzerai due dita (nota fondamentale, quinta) e nel secondo invece ne userai tre (nota fondamentale, quinta e ottava). Per quanto riguarda la diteggiatura è consigliabile utilizzare le dita in quest’ordine: indice, anulare, mignolo.


Come si siglano i power chord

La siglatura di questo accordo risulta piuttosto semplice: basta scrivere il nome della nota fondamentale, seguito dal numero 5 che indica, come detto in precedenza, l’intervallo di quinta di cui è composto. Quindi, ad esempio, il power chord di SOL verrà siglato G5. 

Qui di seguito troverai una progressione di power chord, con le relative siglature. Ricordati che per suonare  l’accordo nel punto giusto della tastiera è sufficiente trovare la nota fondamentale con l’indice (sulla sesta o sulla quinta corda) e suonare la posizione imparata in precedenza. 

La tab in questa trascrizione è stata omessa di proposito, per allenarsi a trovare i power chord solo leggendo la sigla.

Progressione power chord

Il rivolto con la quinta al basso

Come accade per le triadi, anche i power chord si possono rivoltare. In questo caso si otterrà il quinto grado come nota più grave e la fondamentale come nota più acuta. Per suonarlo è solamente necessario utilizzare un dito che andrà a premere due corde e questo ci permetterà di fare dei cambi veloci tra power chord.

I riff creati utilizzando questo rivolto sono tantissimi, basti pensare a Smoke On The Water o Seven Nation Army.  Vediamo ora un esempio pratico con il riff di Monkey Business, della celeberrima hard rock band Skid Row.

Riff principale Monkey Business

I power chord con la nona aggiunta

Per arricchire ulteriormente il suono di un accordo, spesso si usa “estenderlo” aggiungendo ulteriori intervalli e infatti nei power chord accade la stessa cosa. L’estensione più comune ed utilizzata è l’aggiunta dell’intervallo di nona alle due note che compongono l’accordo. Si siglerà aggiungendo add9 al power chord (es. G5add9). Per quanto riguarda la diteggiatura è consigliabile utilizzare, in ordine, indice, medio e mignolo.

Power chord add9

Come esempio pratico non si può non citare Andy Summers, chitarrista dei The Police, il quale ha fatto un gran uso di questa estensione in molti pezzi, rendendolo proprio un suo marchio di fabbrica. Infatti qui sotto potrai imparare l’intro di una delle canzoni più famose della band: Message In A Bottle.

Riff Message In A Bottle

Conclusioni

Come hai potuto notare, conoscere e imparare il power chord è fondamentale, trovandosi praticamente ovunque. Se sei nelle prime fasi del tuo percorso chitarristico, il mio consiglio è quello di concentrarsi sui primi 2 paragrafi. Allenati a far suonare bene l’accordo e prova spostarlo lungo tutto il manico. Poi esegui l’esercizio del secondo paragrafo con un metronomo impostato ad una velocità per te comoda all’inizio, per poi aumentare progressivamente.


Ciao e buon lavoro!

fine
Paolo Sartori -