Scritto da: Luca Gelli - Categorie: tutto il resto

John Scofield: una chitarra jazz che attraversa i generi

Il 26 dicembre 2021 John Scofield, sicuramente uno dei chitarristi più influenti del panorama jazz mondiale, compie 70 anni. Cerchiamo di orientarci nella discografia di una leggenda vivente della chitarra.


John Scofield

John Scofield e il suono della sua chitarra attraverso i generi

Di solito ad un ascoltatore di musica jazz bastano poche note per riconoscere John Scofield in una registrazione. A questo di solito seguono parole di apprezzamento o, al contrario, commenti sfavorevoli. Spesso risulta troppo rocchettaro per i puristi del classic jazz. In circa 50 anni di attività Scofield ha pubblicato una cinquantina di dischi a proprio nome in ambito jazz, fusion, blues, funk. A questi si devono aggiungere tantissime collaborazioni, in svariati ambiti. In tutte queste occasioni il suo sound è rimasto intatto e personale. Come tutti i grandi musicisti di jazz, ha imposto il proprio suono su tutta la musica che si è trovato a suonare, e non ha mai perso quel tratto di sincerità proprio dei grandi artisti.


La fusion degli anni 80

Attivo fin dagli anni ’70, Scofield trovò la consacrazione nei primi anni ’80 quando fu chiamato a suonare in tour da Miles Davis. Seguirono alcune pubblicazioni a proprio nome in ambito jazz rock. Segnalo tre dischi usciti uno dopo l’altro: Still Warm (1985), Blue Matter (1986) e Loud Jazz (1987). In tutte queste incisioni si può capire come l'incontro con Miles sia stato determinante per il chitarrista. Come esempio di questo periodo vi propongo il brano Protocol, contenuto nel primo dei tre album. Il tema è un esempio della tecnica combinata di string skipping e legato, molto usata da Scofield in questo periodo. In questa versione dal vivo, dopo un'intro in guitar solo, il tema inizia a 2:17.


Gli anni 90

A partire dal 1990 John Scofield realizza alcuni dischi con Joe Lovano, per la Blue Note Records. In queste incisioni il sound generale è più marcatamente jazzistico in senso canonico, grazie alla presenza di molti brani swing. Come ho già scritto, Scofield mantiene intatto il proprio sound anche in questo ambito, come potete sentire in questa esibizione in quartetto del 1992.

Nel 1994 è la volta dell’album I Can See Your House From Here, realizzato insieme ad un’altra leggenda della chitarra jazz: Pat Metheny. Il brano che vi propongo in questo caso è The Red One.

Il 1994 è anche l’anno in cui esce Hand Jive, un ottimo album con sonorità soul jazz, a cui farà seguito Groove Elation, in cui suona anche la chitarra acustica.

La chitarra classica e gli arrangiamenti sono invece alla base di Quiet, un album diverso da tutti gli altri in quanto Scofield si cimenta in brani molto soft in cui suona la chitarra classica. É curioso come si possa apprezzare come resti fedele a se stesso anche cimentandosi con un sound molto distante da quello abituale.

Gli anni 90 si chiudono con un ritorno al funk. Per l’album A Go Go Scofield si fa accompagnare dal trio Medesky, Martin & Wood. Il risultato è un vero disco cult per gli amanti del jazz funk. Ascoltate questa versione live di Hottentot del 2007.


Gli anni 2000

La produzione di Scofield non si arresta nemmeno negli anni 2000, continuando a incidere uno o più dischi l’anno. Ripeto che il mio intento in questo articolo non è appunto quello di stilare una lista completa, piuttosto di dare qualche spunto per esplorare questa discografia molto nutrita. Tra i vari segnalo un tributo a Ray Charles (2005), poi il curioso Piety Street del 2009 in cui si cimenta con il blues e il gospel in stile New Orleans.

Notevole l’album di ballad A Moment’s Peace del 2011 in cui compare una splendida versione di Lawns, brano di Carla Bley, che vi propongo in una versione dal vivo al Blue Note di Milano.

Nel 2014 Scofield incide un altro disco con il trio Medesky, Martin & Wood, dal titolo Juice.

A questo fanno seguito gli ultimi album in cui continua a esplorare varie sonorità, sempre filtrate attraverso il proprio sound, come in Country For Old Men (2016).


Un musicista che non si ferma mai

E’ evidente che stiamo parlando non solo di un chitarrista, ma anche di un compositore in costante produzione di nuovo materiale. E chi di voi scrive e incide dischi sa quanto questo non sia ne facile ne scontato. Tutto questo mentre continua ad essere in tour costantemente, con varie formazioni, anche da solo o in duo.


Alcune parole di John Scofield

Voglio chiudere questo omaggio citando alcune parole dette dallo stesso Scofield in un'intervista del 2015: “... io sono stato fortunato, perché ho sempre avuto un’attività live molto intensa. In questo modo negli anni ho potuto suonare con tanti grandi musicisti di jazz, alcuni di loro erano i miei idoli. Inoltre ho anche potuto incontrare tanti giovani musicisti di grande talento. Per fare tutto questo dobbiamo studiare molto. Passare tanto tempo a fare pratica. Non c’è un’altra strada. La crescita è una combinazione dello studio personale e delle esperienze che si fanno poi nella vita professionale. I giovani musicisti devono cogliere qualsiasi occasione per suonare dal vivo, e così incontrare altri musicisti.

In questo mondo in cui possiamo tutti produrre facilmente dischi a casa propria, l’incontro tra le persone suonando dal vivo resta un’esperienza insostituibile. Un’altro fattore importante è pensare alla musica della band, senza restare intrappolati nel proprio ego riguardo al fatto di suonare meglio o peggio di un altro. C’è stato solo un musicista che mi ha detto di essere il migliore sul proprio strumento e poi alla prova dei fatti aveva ragione: Jaco Pastorius. Ma è un’eccezione. Torno a dire che per crescere i giovani devono essere umili, disponibili, e mettersi in gioco nelle band”.

Se volete cimentarvi in qualche lick di John Scofield in stile funk provate a dare un'occhiata qui.

Ciao alla prossima!

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Luca Gelli -