Semplici sostituzioni diatoniche che ci consentono di estendere e variare leggermente il sound degli accordi in modo pratico e veloce.
Sostituzioni diatoniche? Cosa sono
Le sostituzioni diatoniche sono ampiamente utilizzate anche da chi ancora non lo sa. Probabilmente può bastare leggere la progressione di accordi un brano, così come ricordarne altri che sapete già a memoria, per incappare in ricorrenti sostituzioni diatoniche.
Il principio è molto semplice: si tratta di sostituire l’accordo che stiamo suonando con un altro accordo della stessa scala senza utilizzare note che vengano da altri universi armonici.
La funzione armonica dell’accordo, inoltre, non viene variata.
Ecco per quale motivo si definiscono diatoniche.
Il significato del termine diatonico
Molto spesso l’aggettivo diatonico, che può servire nel gergo a fugare dei dubbi sulle note da utilizzare, viene sottovalutato.
La diatonia è semplicemente il passaggio diretto da un suono all’altro della scala senza utilizzare note esterne alla scala stessa. Infatti, come sappiamo, le famose scale maggiori (e non solo) vengono definite anche scale diatoniche.
Sono scale eptafoniche, cioè di 7 suoni, che si sviluppano seguendo un rigido schema costituivo. In questo modo, a prescindere dalla tonalità, il rapporto tra le note sarà sempre lo stesso.
Gli accordi diatonici, dunque, sono gli accordi costruiti sulle note della stessa scala o della stessa tonalità.
Vien da sé la considerazione che l’armonizzazione degli accordi di una scala, dato che si impiegano le stesse note, è un processo praticamente automatico. Si tratta di una successione verticale di terze diatoniche, appunto.
Diatonico e cromatico
Come sappiamo, la scala maggiore presenta al suo interno due semitoni: ovvero tra il III e il IV grado e tra il VII e VIII, la nuova tonica.
Sono davvero dei cromatismi? Dal punto di visto sonoro sì, ma dal punto di vista teorico sono pur sempre note diatoniche. Sono generate automaticamente dallo schema costitutivo della scala. Avremmo dunque un semitono diatonico.
I cromatismi invece, o semitoni cromatici, sono note fuori dalla scala che colmano la distanza tra uno o più gradi della stessa.
Basti pensare inoltre che ogni nota della scala ha un nome proprio: in una scala maggiore non possiamo avere due MI, due FA o due SOL, ecc.
Dato l’inserimento dei cromatismi invece, si generano successioni di note anche con lo stesso nome: es FA- FA# - SOL, SOL #, LA, ecc.
E’ bene non sottovalutare queste basilari nozioni teoriche ed armoniche.
Sappiate che esistono anche sostituzioni cromatiche, ma non ne parleremo qui!
Le famiglie degli accordi
Per usare bene le sostituzioni diatoniche e non creare disastri nell’armonia funzionale del brano, bisogna conoscere le famiglie degli accordi.
Esattamente: bisogna sapere che dentro una tonalità ci sono tre gruppi di accordi che sono tra loro legati da un rapporto di parentela.
Possiamo dire che sono legati dalla stessa funzione armonica. Andiamo a vedere quali sono queste famiglie di accordi diatonici:
FAMIGLIA DI TONICA: Imaj7 – IIImin7 - VI min7
Es. Cmaj7 – Emin7 - Amin7
FAMIGLIA DI SOTTODOMINANTE: IIminj7 – IV maj7
Es. Dmin7 – Fmaj7
FAMIGLIA DI DOMINANTE: V7 – VII min7b5 (semidim)
Es. G7 – Bmin7b5
La funzione armonica
La divisione degli accordi in tre famiglie suggerisce una diversità, a volte più esplicita a volte meno, della loro funzione armonica.
Basti pensare a quanto i tre accordi della famiglia di tonica, che è infatti la nota che dà il nome alla scala di riferimento, comunichino un senso di stasi, di riposo.
Al contrario, i due accordi della famiglia di dominante esprimono la tensione armonica degli accordi di dominante che necessitano di risolvere infatti.
La famiglia di mezzo, quella di sottodominante, solitamente è famosa per fungere da preparazione alla dominante: ad esempio nelle cadenze IV - V- I o II – V - I.
Non mancano volte in cui il passaggio alla tonica è più morbido direttamente con un IV – I. Possiamo dunque pensare di sostituire tra di loro, con i giusti accorgimenti, accordi che fanno parte della stessa famiglia armonica. Potrà variare leggermente il sound o il colore, ma non la funzione armonica.
Il rapporto di terza delle sostituzioni diatoniche
Come vediamo dagli esempi, gli accordi che fanno parte della stessa famiglia sono sempre collegati da un rapporto di 3a
diatonica: Dm7 –Fmaj7 / G7 – Bbmin7b5.
Questo ci aiuta a comprendere come effettivamente l’accordo che si trova sulla 3a diatonica successiva serva principalmente ad estendere quello che stiamo sostituendo.
Sembrerebbe infatti, che non si tratti allora di una vera e propria sostituzione, ma di una estensione. Utilizzando l’accordo una 3a diatonica sopra, aggiungeremo la 9a
all’accordo che stiamo sostituendo-estendendo.
La famiglia di dominante, come detto, è composta da 2 accordi: il V e il VII grado.
Tuttavia è bene fare due precisazioni:
Innanzitutto, nel caso della scala maggiore, il VII grado è evidentemente una estensione del V7 che acquisisce in questo modo anche la sonorità della 9a.
In secondo luogo, bisogna ricordare che, se riferito a tonalità d’impianto minori, il semidiminuito è costruito sul II grado e funge da sottodominante.
Facendo parte di una famiglia armonica diversa, sarà bene stare attenti nell’operare con le sostituzioni diatoniche.
In ogni caso, in questo articolo ci occupiamo nel mondo della scala maggiore.
Nel caso della famiglia di tonica, essendo 3 gli accordi che troviamo, è bene pensarli come delle estensioni del I grado in senso ascendente o discendente. Noteremo ancora meglio il rapporto di 3a diatonica.
Essendo Cmaj7 il I grado della scala, sta nel mezzo delle due possibili sostituzioni-estensioni.
Chiaramente nel caso del Amin7 al posto del Cmaj7 guadagniamo il sound della 6a maggiore anche verso il basso. Essendo però una estensione della famiglia tonica, cioè di qualcosa che dovrebbe essere un punto d’arrivo, bisogna stare attenti. Dobbiamo scegliere con il giusto criterio quando cambiare drasticamente l’arredamento di casa.
La sigla dell’accordo ha sempre ragione
Attenzione a non commettere il solito errore. Possiamo operare tutte le sostituzioni-estensioni che vogliamo ma tenendo conto della sigla dell’accordo. Insomma, dobbiamo rispettare ciò che sarebbe l’accordo vero sul quale stiamo suonando in quel momento, nonostante le nostre sostituzioni. Inoltre, molto spesso un bassista gentile ci offre la fondamentale degli accordi, il che fa tanto bene all’anima ed alle orecchie.
La presenza del basso dell’accordo e la nostra consapevolezza della sua funziona armonica, ci permettono di giocare con l’armonia dentro la scala.
Attenzione però a restare dentro la stessa famiglia armonica inerente all’accordo sostituito.
Se esageriamo con i salti diatonici di 3a possiamo rischiare di attraversare sbadatamente più famiglie armoniche ed utilizzare accordi non adeguati.
Tante possibili applicazioni sullo strumento
Questi principi fondamentali ci accompagneranno per la vita sul nostro strumento, e per attuarli potremmo utilizzare diverso materiale. Così come si parla di queste sostituzioni in termini di comping, con accordi a 4 o più voci, si potrebbe fare lo stesso nel fraseggio. Potremmo usare i relativi arpeggi a 4 voci per intrecciare piccole frasi estendere l’armonia dell’accordo su cui improvvisiamo.
Possiamo inoltre essere più chirurgici ed utilizzare piccoli frammenti o riduzioni essenziali di accordi.
Nei prossimi paragrafi vi suggerisco alcuni dei principali utilizzi delle sostituzioni diatoniche.
Comping - Quadriadi e sostituzioni diatoniche
Durante il nostro comping, cioè il nostro accompagnamento creativo, può capitare tantissime volte di usare delle sostituzioni diatoniche per variare il sound. Inoltre, oltre a pensare alla possibilità di variare soltanto, possiamo prendere una sostituzione diatonica come collegamento tra posizioni dello stesso accordo.
Ciò che potrebbe cambiare nella nostra mente è la facilità di visualizzare più velocemente del materiale armonico adeguato alla sigla sulla nostra chitarra. Inoltre, è superfluo indicare quanti e quali siano i benefici del nostro orecchio che d'ora in avanti apprezzerà meglio ogni piccola e leggera modifica all'armonia. Chiaramente esistono tantissime altre possibilità di estendere, sostituire, ampliare e colorare un accordo: noi ci stiamo concentrando, come detto, su sostituzioni diatoniche di 3a.
Di seguito trovare alcuni esempi di utilizzo o semplice presa visione delle sostituzioni diatoniche.
Ecco come si può intervenire su un accordo Maj7 di tonica:
La sigla dell'accordo è quella da tenere come riferimento, cioè Cma7, primo grado della tonalità di C.
Nonostante il basso resti lo stesso, sempre nota C, giusto per rendere più semplice l'esempio, gli accordi sopra si muovono.
Oltre a variare leggermente l'armonia, l'obiettivo è quello di trovare gli accordi per armonizzare le note al canto. Questi accordi, come detto in precedenza, devono essere compatibili con il Cmaj: devono, cioè, fare parte della famiglia di tonica.
Ecco che infatti abbiamo usato Cma7, Emin7 e Amin7, ovvero i gradi I, III e VI della tonalità di C.
In questo caso si tratta di quadriadi, ovvero accordi a 4 voci, spesso combinati nei vari rivolti in drop.
Comping - Shell voicings e sostituzioni diatoniche
Facciamo un altro esempio coin gli shell vocings, accordi più compatti e tecnicamente maneggevoli:
Nell'esempio qui sopra, ho voluto usare gli accordi in forma di shell voicings, cioè usando solo fondamentale, 3a e 7a.
Questi accordi, essendo più compatti, formati da poche note e quasi sempre su 3 corde adiacenti, sono spesso molto utili.
Il primo voicing può essere visto in due differenti modi:
1) come 1° rivolto di Amin7 - se vogliamo restare fedeli nel pensare alle quadriadi.
2) come stato fondamentale dello shell voicing di C6 - se vogliamo pensare in modo più intuitivo e veloce.
Probabilmente ognuno troverà la sua strada nel costruire il proprio pensiero creativo sulla tastiera dello strumento e non.
Vi confesso che, in base al contesto, penso questo accordo in entrambi i modi.
Consiglio di dare un'occhiata all'articolo dedicato agli shell voicings per fugare eventuali dubbi.
Sostituzioni diatoniche sul II V I non alterato
In questo paragrafo propongo due esempi di sostituzioni diatoniche usare per condire un II V I non alterato.
Abbiamo già detto in precedenza che essendo le sostituzioni diatoniche, non usano note esterne alla scala e di conseguenza non generano accordi di dominante alterati.
Chiaramente, una volta che ne sapremo di più, potremmo operare le adeguate modifiche per trovare con pochissimo sforzo le alterazioni più o meno tensive che vogliamo. Non saranno più sostituzioni diatoniche ma il modo di pensare questa che vediamo oggi ci aiuterà a semplificare il pensiero. Ma questa è un'altra storia!
Nel primo esempio uso le quadriadi: da notare l'uso dell'accordo semidiminuito, ovvero min7(b5) costruito sul VII grado per aggiungere la 9a maggiore al V7. E' lo stesso meccanismo usato su II e IV ma posso capire che un accordo semidiminuito possa destare stupore quando iniziamo ad utilizzarlo in questo modo. Niente di più naturale!
Da notare l'alternanza dei due accordi nella seconda battuta per garantire il disegno melodico che comprende la nota LA, che in questo caso si presenta soltanto nell'accordo Bmin7(b5).
Nell'esempio successivo vengono impiegati gli shell voicing ed una semplicissima triade di C nella terza battuta dove avviene la risoluzione sul I grado.
Giocosamente, precedo la vera sigla dell'accordo con la sua sostiutuzione diatoniche che funge da enstensione.
Sostituzioni diatoniche e spunti per il fraseggio
Pensare ad accordi imparentati che si sommano e si susseguono può migliorare la nostra capacità di sviluppare il fraseggio. Avere 2 o più arpeggi da usare su un solo accordo ci dà la possibilità di arricchire il suono e conferire diversi tipo di forma alla frase. Ovviamente, come ho già specificato in precedenza, queste sono le sole sostituzioni diatoniche. Ci saranno tantissime altre possibilità oltre a queste.
Il prossimo esempio rappresenta una successione ordinata di arpeggi desunti dalle famiglie armoniche di una tonalità.
Non c'è una regola stilistica per cui gli ultimi siano discendenti. Si tratta di un esempio utile a comprendere quanto materiale in realtà c'è.
Pensiamo a quanto possa essere utile anche ritmicamente poter dividere una battuta in due arpeggi di competenza. Anche se molto più complessa, questa era già una prassi molto usata nell'epoca del Bebop; si pensi a Parker o Coltrane.
Nell'esempio seguente la frase che utilizza le sostituzioni diatoniche è a tratti più rilassata. Non bisogna per forza usare tutto il materiale: nel caso del II grado minore abbiamo utilizzare semplicemente l'arpeggio del IV maj7.
Si noti inoltre come tutto questo materiale armonico all'interno delle famiglie è fortemente collegato. Nella battuta di risoluzione di Cmaj7 si vede come il posizionamento delle note degli arpeggi sia abbastanza elastico. Ovviamente, dopo un po' di esperienza, riconosciamo il materiale sia come unione di arpeggi che come note compatibili con l'accordo ed il suo modo.
Inutile aggiungere che nell'utilizzo di questo materiale è possibile inserire tutto quello che sappiamo in termini di cromatismi, anticipi, aggiramenti, cucitura melodica, legame armonico. Si tratta di argomenti più che celebri e presenti sia nei dischi che nei libri.
Spunti su arrangiamento e composizione
Qui di seguito vi propongo un piccolo esempio in cui possiamo scovare l'utilizzo delle sostituzioni diatoniche durante l'arrangiamento di un brano. Parliamo dunque di un'attività che è più profonda e rischiosa di comping e improvvisazione . L'arrangiamento e l'eventuale ri-armonizzazione vanno eseguiti a priori, con calma e con criterio.
Il brano preso in esame è Fotografia di A.C.Jobim.
Vediamo cosa succede nelle prime due misure:
Ciò che avviene nelle prime misure di Fotografia è il cambiamento di tonalità da C a Cmin, anche se durante la struttura del brano, questa variazione ha un carattere decisamente momentaneo.
Cambiando da C a Cmin chiaramente stiamo cambiando l'universo armonico ma riferendoci al sistema della scala maggiore ricordiamo che Cmin è la relativa minore di Eb.
Ecco che interviene un meccanismo più avanzato che si chiama interscambio modale, ovvero quella possibilità di prendere in prestito un'accordo apparentemente fuori tonalità da una tonalità parallela.
C ------ paralella a Cmin
Va fatta un'altra considerazione però: essendo Ebmaj7 posto una 3a diatonica avanti rispetto a Cmin7 ed essendo della stessa famiglia armonica - cioè quella di tonica della tonalità di Eb - lo abbiamo usato come semplice sostituzione diatonica.
Chiaramente potevamo semplicemente pensare all'interscambio modale, ma durante lo svolgimento del brano, aver contezza di questa sostituzione diatonica ci permetterà di aver più chances in termini di comping e improvvisazione.
Es. su Ebmaj7 possiamo suonare: Cmin7 - Ebmaj7 - Gmin7, cioè VI - I - III grado.
Conclusione
In questo articolo ho voluto porre l'attenzione su piccoli frammenti armonici che abbiamo spesso sotto le mani e magari troppo spesso sottovalutiamo o utilizziamo in modo superficiale.
Gli esercizi da svolgere, la ricerca e lo studio su questo argomento possono richiedere una vita intera.
Non c'è fretta! L'importante è poter apprezzare anche questo punto di vista e magari, quando guardiamo la tastiera del nostro strumento, vediamo qualcosa in più.
Per quanto riguarda l'uso dell'interscambio modale ed i suggerimenti durante l'arrangiamento è chiaro che ho voluto proporre un piccolissimo e carente assaggio.
Ciò che mi preme è far notare come, una volta assimilato un nuovo modo di operare, possiamo plasmarlo e - senza far danno - renderlo ovunque al servizio della nostra creatività.
Buon lavoro sulle sostituzioni diatoniche!
Alla prossima!