Analizziamo alcuni licks sul modo dorico con alcune particolari idee di costruzione armonica e melodica
Il modo dorico è un modo da esplorare che allarga sempre di più si suoi confini. Troppo spesso restiamo ingabbiato nella primissima soluzione disponibile: suonare semplicemente la scala diatonica del modo dorico avanti e indietro. Ovviamente ci siamo spesso accorti di quanto questa pratica possa essere a volte divertente ma, a lungo andare, monotona e lacunosa.
In questo articolo e nel video, analizziamo alcuni accorgimenti legati a questioni ritmiche, armoniche, tecniche e strutturali per avere le idee più chiare su come suonare sul modo dorico.
Il modo dorico: colleghiamolo alla scala maggiore di riferimento
Il modo dorico è una scala modale che deriva direttamente dal naturale sviluppo di una scala maggiore. Per la precisione è la scala costruita a partire dal secondo grado.
Il risultato, per ovvia costruzione utilizzando le stesse note diatoniche della scala maggiore di riferimento, sarà una scala minore con la sesta maggiore. Si tratta dunque di una una sonorità davvero particolare ed accattivante.
L’associazione alla scala maggiore di riferimento è di grande importanza per due fattori :
1) Non avere troppi problemi a configurare tutte le note che fanno parte del modo dorico.
2) Ricordare che la scala maggiore di riferimento è il grande contenitore: è ricco di triadi, quadriadi, sostituzioni diatoniche. Di conseguenza, è fonte di piccoli trucchetti mentali utili per liberarci di un po’ di stress durante l’improvvisazione. Questo approccio si chiama derivativo: ovvero facciamo derivare la nostra conoscenza del modo dorico direttamente dalla scala maggiore collegata.
Dorico come misolidio: un trucco usato spesso
Il modo dorico è spesso associato al modo misolidio, ovvero quello del V grado per diversi motivi.
1) Molto spesso si susseguono nelle usuali cadenze II - V.
2) Alcune note molto importanti sono in comune: ad esempio la terza maggiore del misolido corrisponde alla sesta maggiore delle modo dorico correlato; oppure la terza minore del dorico è la stessa settima minore del misolidio. Insomma esistono varie correlazioni che rendono queste visualizzazioni intercambiabili durante l’improvvisazione.
Molti grandi musicisti e didatti dell’era bebop hanno ammesso di pensare quasi esclusivamente al modo misolidio quando si trovano a suonare sul modo dorico correlato.
Nella frase che segue, infatti, il pensiero è simile.
L’esempio è in DO dorico e, di conseguenza, il suo V grado correlato sarebbe F7. Non a caso la frase inizia sulla nota LA che sarebbe contemporaneamente la sesta minore del Cmin7 e la terza maggiore dell’accordo di dominante F7.
Analisi più approfondita e consigli sul cromatismo
Come detto in precedenza, alcuni dei dettami più interessanti rimangono quelli dei musicisti dell’era bebop. In questa frasi mi sono ispirato a grande pianista Barry Harris.
Quando si suona sul modo dorico, Harris spesso consiglia di pensare al V grado correlato piuttosto che allo stesso IImin7 e suggerisce di creare frasi discendenti.
Ovviamente non è una regola fissa, ma può essere un punto di partenza
Partendo dalla nota LA, discendo cromaticamente fino alla nota MI bemolle.
Il cromatismo segue una regola molto semplice da memorizzare: ogni volta che si giunge ad una nota che diatonicamente dista soltanto un semitono dalla prossima, è bene aggirarla con una enclosure. Faccio così per arrivare al RE.
In questo modo avremmo un fraseggio ricco di cromatismi ma ritmicamente più ordinato sulle note della scala.
In questa frase uso questo espediente due volte ma separando i due momenti con l’arpeggio della triade di Gmin.
La triade minore costruita sulla quinta dell’accordo del modo dorico
Per completare quanto detto sulla frase precedente vorrei segnalare quanto sia importante arricchire l’improvvisazione sul modo dorico utilizzando almeno questo espediente: la triade minore costruita sulla quinta dell’accordo del modo dorico.
Si tratta di una prassi comune usata da grandissimi musicisti dell’era bebop come Dexter Gordon, Sonny Rollins ma anche nel cool di Miles, Bill Evans ed altri. Inoltre possiamo sicuramente affermare che Wes Montgomery fosse un campione di lirismo sull'utilizzo di questa triade.
Si tratta di una semplice triade diatonica, come ce ne saranno altre, che arricchisce il suono dell’accordo del modo dorico della sua nona maggiore. La correlazione armonica e poi melodica tra gli arpeggi di Cm e Gm sarà espressa più volte in questi esempi.
Pensare il modo dorico come Min6
Nel prossimo esempio, collegando trucchi e pensieri della frase precedentemente proposta, ho puntato particolarmente sul suono della sesta maggiore del modo dorico: su Cm si tratta della nota LA. Ho cercato dunque di esprimere nella maniera più chiara e concisa la sonorità dell'accordo Cmin6.
Prendo come riferimento due grips a me molto cari:
1) Il primo nasce dallo sviluppo degli accordi quartale sul modo dorico. Abbiamo le note b7, b3 e 6.
2) Il secondo grip è molto simile ma contiene, all’ottava più bassa, rispettivamente: fondamentale dell’accordo, b3 e 6. Si tratta di una sorta di accordo shell del min6.
Questa frase di seguito persenta sia l’uso del cromatismo con enclosure, sia la triade costruita sulla quinta dell’accordo del modo dorico: Gmin.
Senza dubbio si tratta di una sonorità più aspra e dichiaratamente espressiva del modo dorico ma ho deciso di finire il fraseggio sulla terza minore, un tono guida, per pilotare tutto verso una finale più scarico.
Interessante il cromatismo discendente che passa dalla quarta giusta alla terza minore.
Frase ascendente con attenzione alla sostituzione diatonica una terza avanti
Suonare il modo dorico senza usare le sostituzioni diatoniche o altre elementi diatonici che estendano le sonorità dell’accordo principale sarebbe troppo poco.
Nella prossime frasi sono contenuti due esempi interessanti.
Nel primo caso ho usato una grip abbastanza moderno formato da due intervalli di quinta partendo dalla nota Mi bemolle.
Nello schema che segue si noti come prendo in riferimento l'accordo di Cmin7 per dare un nome agli intervalli delle note; tuttavia a destra descrivo questo grip: R (Root, fondamentale) - 5 -9 pensandolo proprio da Eb: la sostituzione diatonica una terza avanti rispetto al Cm7.
Il MI bemolle sarebbe il quarto grado della tonalità di SI bemolle.
Sappiamo che sul quarto grado si genera il modo lidio: analizzando il frammento ci rendiamo conto che l’ipotetica #11 del lidio è propio la 6 del modo dorico. Ancora una volta tutto si unisce e viene fuori dallo stesso grande contenitore: la scala maggiore.
Può essere interessante usare un cromatismo diatonico (RE - MI bemolle) prima di un salto più ampio.
Da notare come le note LA e RE siano usate appositamente per estendere la sonorità principale dell’accordo di Cmin7. Si tratta di sesta ed nona maggiore.
Arpeggi diatonici ascendenti
Nell’esempio che segue ho cercato di inglobare più arpeggi diatonici possibili nella frase sul modo dorico.
Si tratta di una sonorità tradizionale usata da tantissimi chitarristi come Jesse Van Ruller, George Benson, Peter Bernstein, Pat Martino, solo per citarne alcuni.
Come si può notare, ho suonato in successione gli arpeggi di Cmin7, Dmin7, Eb maj7 per poi legare infine anche l’arpeggio di Amin7b5.
Si tratta di materiale assolutamente diatonico - eccetto quello pochi cromatismi - ed espressamente degli arpeggi dei gradi Iim - IIIm - IVmaj7 e VIImin7b5.
I primi 3 casi estendono progressivamente l’armonia del Cmin7 giungendo fino all’esempio di Ebmaj7 come spiegato marginalmente nel paragrafo precedente: sostituzione diatonica una terza avanti.
L’analogia tra IImin7 e VIImin7b5, invece, rafforza il concetto di dorico come min6.
Amin7b5, infatti,suona come un rivolto di Cmin6. Anche in questo è interessante terminare su due estensioni: la nona maggiore e la sesta maggiore.
Altri esempi - Pt.1
Di seguito vi propongo altre frasi sul modo dorico che contengono elementi simili a quelle finora analizzate.
Nella frase qui di seguito vi segnalo l’utilizzo degli arpeggi diatonici di Gmin7 e Eb maj7. In entrambi i casi la fondamentale di questo arpeggio è preceduta da un approccio cromatico, anche se nel secondo caso di tratta di una nota contenuta nell’arpeggio.
La parte iniziale del lick è probabilmente pensato sulla forma di una triade aperta di Cmin in secondo rivolto.
È interessante il finale della frase: una forma di accordo quartale in forma discendente. Decisamente comune a frasi di Joe Henderson o Wayne Shorter.
Questo prossimo lick sul modo dorico è stato pensato per sfruttare la parte acuta della tastiera della chitarra.
Si gira intorno ad una forma di Gmin con approcci cromatici sia in senso ascendente che discendente per poi finire sulla nona maggiore di DO MINORE in un finale che mischia intervalli di quinta e quarta.
Altri esempi - Pt.2
Ecco un altro lick che usa la combinazione di triadi diatoniche e qualche lieve modifica della pattern armonico oltre ad una parte finale che segue le regole cromatiche dei primi esempi. Finale in perfetto stile modale con la sesta dell’accordo del modo dorico. Ho usato le triadi in successione: Eb - F - Gm - A dim. Quest’ultima viene ripetuta per concludere.
Nell’ultima frase si esalta la tecnica chitarristica del legato.
La prima battuta è ricca di hammer on e pull of per fluidificare gli aggiramenti su alcune note. Successivamente arriva un frammento che ricorda da lontano la sonorità del grande Pat Metheney usando un intervallo di 3a ripetuto, ma che si modifica, andiamo a toccare la nota LA BEMOLLE per un attimo facendo spiccare una lieve sonorità out.
La fine è quasi un richiamo a Wayne Shorter e valorizza le estensioni nona e undicesima dell’accordo di Cmin7 per poi concludere su b7 e fondamentale.
Suonare sul modo dorico in modo libero e creativo
Suonare sul modo dorico, in ogni caso, resterà sempre una grande scommessa. La situazione è estendibile a diverse situazioni modali in cui disegnare una curva melodica ricca e comunicativa non è mai facile.
Si tratta spesso di uno spazio sconfinato e potenzialmente desolato che però, di colpo, può diventare stretto e angusto. Avere la capacità di sapere scegliere elementi e combinazioni, avere una libreria di sonorità, riuscire a modificare il punto di vista e la visualizzazione sono abilità fondamentali per suonare in modo appagante e comodo.
Questo articolo, dunque, non è pensato per consegnarvi la frase fatta da usare quando mancano le idee. Si tratta, invece, di una breve dimostrazione di cosa può darci la motivazione per creare il nostro fraseggio.