Scritto da: Gregorio Panerai - Categorie: recensioni / sound and gear

Il mitico sound di Dark Side of the Moon

Conosciamo meglio il sound di questa pietra miliare del rock e come i Pink Floyd si sono approcciati alla sua registrazione.


Uno dei più grandi dischi di sempre nella storia del rock, pietra miliare per generazioni intere di musicisti Dark Side of the Moon è passato alla storia oltre che per i capolavori che contiene anche per il suo sound incredibile. Oltre alla cura dei suoni dei singoli strumenti, la band insieme ad Alan Parsons, ha utilizzato tecnologie all'avanguardia e nuovi espedienti tecnici. Vediamo insieme alcune curiosità sul sound di Dark Side of the Moon.


La genesi di Dark Side of the Moon

Buona parte del materiale presente in Dark Side of the Moon fu concepito e creato durante il tour del 1971 del precedente disco, Meddle. I temi trattati dai Pink Floyd sono numerosi e meriterebbero tutti un trattato a parte. Tuttavia possiamo citarne alcuni come il conflitto interiore, lo scorrere del tempo, il rapporto con il denaro e la morte. Il materiale prodotto venne in seguito provato e migliorato nel tour omonimo prima ancora di entrare in studio per la registrazione del disco.

Pink Floyd 1971_ Dark Side of the Moon

La band arrivò così nel 1972 con le idee molto chiare su i pezzi, gli arrangiamenti e la struttura del lavoro. Per la registrazione di Dark Side of the Moon decidono di affidarsi ai leggendari Abbey Road Studios di Londra e di mettersi nelle mani del produttore Alan Parsons.


Gli Abbey Road Studios

Senza dubbio uno degli studi di registrazione più celebri al mondo, non necessitano introduzione. Sono stati costruiti negli anni 30 nell'aristocratico quartiere londinese di St John's Wood, e prendono il loro nome dall'omonima via in cui si trovano. Tra gli artisti che vi hanno registrato non possiamo non citare i Beatles che, con il disco Abbey Road, hanno contribuito alla creazione del mito dello studio.

Dark Side of the Moon, Abbey Road Studios

I Pink Floyd erano frequentatori abituali di Abbey Road già dal 1967, e incideranno dischi fino a Wish You Were Here proprio nello studio londinese.


Alan Parsons

A dare un grosso contributo alla band nella definizione del sound di Dark Side of the Moon fu certamente il produttore Alan Parsons. Anche per lui non servirebbero grandi presentazioni. Nel 1965 inizia a lavorare per la EMI, dove quasi subito inizia ad avere a che fare con i nastri delle incisioni di Sgt. Peppers Lonely Hearts Club dei Beatles. Sempre con la mitica band di Liverpool lavorerà su Let It Be e Abbey Road. I primi contatti con i Pink Floyd iniziarono nel 1970 per Atom Heart Mother e proseguirono anche per Meddle. In seguito sviluppò anche una carriera solista e insieme al The Alan Parsons Project.

Alan Parsons

Per ammissione degli stessi Pink Floyd ebbe un ruolo molto attivo nella registrazione e nell'arrangiamento di Dark Side of the Moon.


La strumentazione di Dark Side of the Moon

Per la registrazione e la produzione di Dark Side of the Moon vennero utilizzate tecnologie e strumenti all'avanguardia. Alla base delle registrazioni ci sono due macchine allora veramente innovative; il mixer EMI TG12345 creato appositamente per gli Abbey Studio e lo Studer Ab80 Taper Recorder per la registrazione su nastro. In questo modo la band potè gestire l'incredibile numero di 16 tracce audio. Per questa sessione di studio i Pink Floyd poterono utilizzare alcuni dei microfoni utilizzati anche dai Beatles tra cui Neumann 47, 67 e 87. Un'altra delle innovazioni apportate in questo disco è il largo impiego di sintetizzatori tra cui il EMS VCS 3 che possiamo sentire in Brain Damage e Any Colour You Like e il Synthi A utilizzato in Time e On the Run.

VCS 3 Pink Floyd

Per quanto riguarda Gilmour, senza scendere troppo in dettaglio, possiamo ricordare l'utilizzo dell' Univox Uni-Vibe, Kepex Tremolo Processor, Dallas Arbiter Fuzz Face utilizzato principalmente su Time e Money, oltre al Fuzz Face e al Vox Wah. Come amplificatore principale è stato usato un Hiwatt DR103 All Purpose 100W e come chitarra principale la sua Stratocaster nera.


Tecniche di registrazione e montaggio

Tra gli espedienti messi in atto dalla band e soprattutto dall'esperienza di Alan Parsons possiamo certamente citare il grande lavoro di montaggio eseguito. Basti pensare agli intro di Time e Money realizzati registrando dei suoni di orologi per il primo e di registratori di cassa per il secondo, e assemblati sapientemente. Notiamo anche in numerose parti del disco l'utilizzo di rumore ambientale e di voci parlanti.

Sempre sulla voce non possiamo non citare la grande performance in The Great Gig in the Sky di Clare Torry. Molto spesso si sente l'utilizzo di effetti di doubling, ovvero una sovraincisione della voce principale, tecnica utilizzata anche per le chitarre di Gilmour.

Tra i numerosi effetti utilizzati possiamo notare chiaramente l'utilizzo di flanger, phase shifting e un magistrale uso dei layer di riverberazione e di delay. Un ottimo esempio di queste tecniche è certamente il solo di Money, in cui durante le tre sezioni del solo percepiamo dei cambi netti nel livello di ambiente (riverbero + delay) e della massa sonora (doubling).

Non basterebbero 100 articoli per parlare della complessità sonora di un disco come Dark Side of the Moon. Ciononostante spero però di aver dato qualche spunto per approfondire e riascoltare con più attenzione questo capolavoro. Potete trovare un ulteriore approfondimento sull'album in questo articolo, e se volete potete cimentarvi nel solo di Money.

Ciao, al prossimo articolo!

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Gregorio Panerai - 
guitar prof Testa e Scritta

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