Scritto da: Alessio Lottero - Categorie: blues / guitar stories

Albert King: Il "re mancino" sul trono del blues

Albert King, figura essenziale del blues elettrico e tra i maggiori ispiratori degli odierni eroi della sei corde, nasceva il 23 aprile 1923


Introduzione

Il nostro viaggio attraverso la storia del blues elettrico continua con un nuovo conclamato artefice della sua evoluzione. Nel corso delle nostre cronache sul cammino della black music, dalla genesi rurale sino alle sue declinazioni più moderne, abbiamo spesso avuto modo di omaggiare i grandi protagonisti del genere, accomunati da storie personali ed artistiche molto simili e spesso connesse tra loro.

Il copione si ripete puntualmente, come successo per tutti gli altri leggendari nomi coinvolti nello sviluppo del blues. Si tratta di un iter perpetuo che pare seguire lo stesso itinerario artistico e delineare una precisa destinazione. Ancora una volta dunque, un figlio del Mississippi spinge il suo pellegrinaggio musicale fino ai sobborghi del South Side di Chicago.

Abbiamo certamente avuto modo di dedicarci a questa "transumanza" musicale, dal delta blues al suo restyling cittadino, nelle storie di coloro che l'hanno resa possibile: Howlin' Wolf, Jimmy Reed, Leonard Chess ecc.

La "Windy City" accoglie dunque un altro aspirante di belle speranze, che arricchisce la già effervescente scena musicale urbana, andando ad infoltire la lunga lista di pionieri del blues elettrico: oggi celebriamo Albert King.


Albert King

Albert King

Albert King nasce in Mississippi, ad Indianola, il 23 aprile del 1923. Nato in una famiglia povera e numerosissima, vede scorrere la sua infanzia tra lavoro nei campi e tribolazioni, come esige l'etichetta di ogni bluesman che si rispetti.

Il primo approccio di Albert alla musica avviene dunque nelle lunghe notti del delta, tra le taverne e il liquore. Erano quelle infatti le medicine dei braccianti di colore per addolcire esistenze ai margini.

Spostatosi in Arkansas, Albert King inizia la sua carriera musicale in varie band locali come chitarrista, finendo per cambiare nome nel 1939, ed iniziando cosi la sua gavetta. Ma è l'arrivo a Chicago, poco tempo dopo, la vera svolta al suo percorso professionale.

King rompe il ghiaccio sulla scena cittadina come batterista nella band di Jimmy Reed. E' questo l'episodio che darà via, oltre che ad un felice periodo per Albert, anche ad una amicizia tra i due, che si rivelerà proficua per entrambi.

Mancino e fingerstylist, Albert King propone un sound particolare e personale, che lo distingue dagli altri bluesmen dell'epoca. Il suo sound è caratterizzato da note lunghe e sofferte, ottenute grazie ad una tecnica decisamente singolare per l'epoca.

Nel corso della sua carriera, terminata con l'improvvisa morte nel 1992, Albert King manterrà viva la fiamma del blues globalmente, passando il testimone a giovani emulatori divenuti poi icone a loro volta.

I "Kings" del blues

Analizzando le carriere dei grandi bluesmen è facile constatare come molti di essi abbiano preferito cambiare il loro nome, mossi da motivazioni personali, prima ancora che artistiche. Proprio grazie a questa prassi, la storia della musica afroamericana rivendica un alto numero di pseudonimi divenuti leggendari.

Albert King è infatti il "nick name" con il quale il giovane Albert Nelson decide di farsi chiamare per approdare sulla scena musicale del sud degli States. E' questo una specie di spartiacque per il giovane Nelson. Il musicista chiude infatti un primo capitolo personale, fatto di lavoro duro e vagabondare notturno, affinché la sua stagione da professionista possa finalmente cominciare.

La conversione di Albert Nelson ad Albert King coincide proprio con il suo esordio ufficiale nel mondo della musica, avvenuto in Arkansas all'inizio degli anni 40.

La scelta anagrafica di Nelson finisce per includerlo nel celeberrimo trio dei "re del blues" insieme a due dei più importanti nomi legati all'evoluzione del blues. I due autentici eroi del genere che con Albert condividono il trono del settore: B.B. King e Freddy King.



Ascolto consigliato: Albert King - Born Under A Dad Sign (1967)

I'album proposto come ascolto consigliato è il secondo lavoro discografico di Albert King. Questo LP, contenente alcuni degli inni del blues, prosegue la discografia di King, iniziata quattro anni prima con il lavoro in studio d'esordio.

Alcuni addetti ai lavori considerano Born Under a Bad Sign il capolavoro di Albert King. Di certo, al netto di una sua prolifica attività autorale, il disco in questione contiene brani fondamentali per carpire il suo stile.

La stessa title track, omaggiata in innumerevoli reinterpretazioni di grandi stelle musicali, è un vero e proprio manifesto del blues. Tutte la composizioni presenti nell' album, tuttavia, comprese le cosiddette "minori", contribuiscono a presentare lo stile di king, differente da quello degli altri due re del blues.

La voce inconfondibile e il playing deciso e sofferto, nonostante il feeling rilassato, non devono lasciar pensare ad un lavoro statico o monotono. Al contrario, questo secondo prodotto in studio di Albert King sintetizza efficacemente tutti i dettagli nevralgici del suo sound.

L'ascolto è consigliatissimo agli amanti di un certo soffice appeal chitarristico, ma i fautori di una sei corde graffiante non resteranno delusi. Capitolo irrinunciabile per tutti gli amanti del blues.



In conclusione

Albert King è un mostro sacro del blues, un apripista del genere sebbene estremamente peculiare per stile e tecnica. Proprio il suo essere innovativo, mantenendo però nitide le "regole" della tradizione, lo annovera tra i più influenti musicisti afroamericani.

Non si contano, del resto, le collaborazioni eccellenti di King con altri padri fondatori, oltre che con quelle che erano considerate le nuove leve, divenute anch'esse, odierni punti di riferimento.

Albert King ha influenzato generazioni di chitarristi considerati fondamentali al prosieguo del blues e della sua metamorfosi a rock blues. Eric Clapton, Stevie Ray Vaughan e Gary Moore sono solo alcuni degli eroi della sei corde che ad Albert King debbono molto in termini di ispirazione.

Difficile immaginare la scena rock blues moderna senza l'inestimabile contributo di Albert King. Proprio come gli altri re del blues, Albert sale in cattedra delineando uno stile ed un sound esclusivi ed inediti.


fine
Alessio Lottero -